Si prepara un piano di accoglienza per i profughi ucraini
Martedì sera si è svolto un primo incontro tra prefetto e amministrazioni locali. L’incognita dei numeri. Appello ai sindaci
LECCO – Con la guerra in Ucraina si apre una nuova emergenza umanitaria e come accaduto in passato, solo qualche mese fa con l’accoglienza dei cittadini afghani scampati all’avanzata dei talebani, anche in questo nuovo scenario di crisi la provincia di Lecco vuole fare la propria parte e si prepara ad ospitare i profughi che arriveranno in Italia.
Nel tardo pomeriggio di ieri, martedì, si è svolto già un primo incontro tra il prefetto Castrese De Rosa con i rappresentanti dei Comuni dell’Ambito di Lecco per iniziare a preparare un piano di accoglienza sul territorio.
“E’ una ricognizione – spiega il prefetto – per approfondire la situazione alla luce delle prime indicazioni giunte dal Ministero”. Anche perché al momento non sono ancora noti i numeri di questa emergenza e quanti i posti che saranno necessari allestire nella nostra provincia.
Il sistema di ospitalità diffusa nel lecchese, con novanta posti disponibili, è attualmente saturo anche se il Consiglio dei Ministri, nel decreto approvato lunedì sera, ha disposto un ampliamento a livello nazionale (13 mila posti in più) della rete dei CAS, ovvero delle strutture di accoglienza più grandi che già ospitano i migranti giunti dall’Africa e dal Medio Oriente, e con numeri più ridotti (3 mila) il sistema di accoglienza e integrazione SAI.
“Cercheremo sicuramente di preferire piccole strutture, alloggi singoli guardando a quanto possibile trovare sul territorio – spiega il prefetto – nelle prossime ore invierò una lettera ai sindaci per verificare le disponibilità in ogni Comune, anche nelle strutture ricettive che vorranno mettersi a disposizione”.
Un ruolo importante potrebbero averlo i ricongiungimenti familiari per una comunità, quella ucraina, che conta 236 mila residenti in Italia di cui circa un migliaio nel lecchese e ci sarebbero già notizie di arrivi dall’Ucraina a riunirsi con questi nuclei. Anche su questo il prefetto ha deciso di coinvolgere i sindaci ai quali è stato chiesto di stilare un elenco dei cittadini ucraini già residenti nei loro comuni per poter incettare i bisogni e coordinare la macchina degli aiuti.
“Non è possibile oggi conoscere numeri e tempistiche ma faremo tutte le valutazioni del caso per essere pronti, con le soluzioni più opportune e tempestive – spiega l’assessore comunale di Lecco, Emanuele Manzoni – come amministrazione abbiamo cercato subito di costruire un dialogo con gli altri enti per cercare di predisporre l’accoglienza di flussi che potrebbero essere diversi da quelli registrati fino ad oggi perché è probabile che la maggior parte delle persone da accogliere siano donne e minori. Vorremmo predisporre dunque le modalità migliori per accoglierli sul nostro territorio”.
Importante, come in passato, sarà anche l’impegno delle associazioni di volontariato: “Si stanno già mobilitando in maniera significativa e ci stiamo ponendo come punto di riferimento per loro – aggiunge l’assessore – siamo in contatto con la chiesa ortodossa della città che ci ha chiesto un sostegno per costruire insieme l’invio di beni di prima necessità nei territori ucraini”.