Lunedì prossimo passaggio in consiglio comunale per l’approvazione
In commissione i dubbi dell’opposizione: “Che idea di città vogliamo costruire?”
LECCO – E’ stato l’architetto Antonio Mugnai della Società Cooperativa MATE ad illustrare giovedì sera in commissione V le linee guida della variante generale al Piano di Governo del Territorio del Comune di Lecco. Il procedimento, avviato nel 2022, è giunto ora a una tappa cruciale: lunedì prossimo la delibera sarà sottoposta al Consiglio Comunale per l’approvazione, a cui seguirà la fase delle osservazioni.
A riassumere il percorso tecnico e amministrativo l’assessore all’Urbanistica Giuseppe Rusconi, arrivando poi ai passaggi finali: “Il 20 maggio – ha ricordato – è stato consegnato il rapporto ambientale che costituisce la base della variante, seguito il giorno successivo dallo screening di incidenza. In totale sono arrivati 58 contributi, tra cui due provenienti da parti sociali, nello specifico l’Ordine degli Architetti e Confcommercio. A partire dal 17 giugno fino all’11 luglio, anche enti sovracomunali come ERSAF, il Parco Adda Nord, il Parco Monte Barro e la Provincia di Lecco hanno presentato le proprie osservazioni. L’autorità competente per la Valutazione Ambientale Strategica ha espresso parere positivo, confermando la compatibilità ambientale della variante. La cooperativa Mate, incaricata della redazione del piano, ha quindi consegnato il 21 luglio tutti gli allegati previsti, ora al vaglio della commissione”.
Durante la presentazione, l’architetto Mugnai ha spiegato che il nuovo PGT si articola attorno a tre documenti principali. Il primo è il Documento di Piano, che definisce le strategie generali di sviluppo. Seguono il Piano delle Regole e il Piano dei Servizi, che contengono rispettivamente prescrizioni applicabili al tessuto urbano esistente e indicazioni sulle infrastrutture e attrezzature di interesse pubblico. “Poiché si tratta di una variante al piano vigente, il lavoro è partito da una valutazione critica degli elementi già presenti – ha spiegato l’architetto – alcuni sono stati confermati, altri aggiornati alla luce del contesto attuale. Questo approccio ha permesso di mantenere una continuità architettonica e strutturale, pur introducendo elementi innovativi”.
Uno dei temi centrali contenuti nella variante è la rigenerazione urbana, insieme alla riduzione del consumo di suolo. “Il piano ha dovuto adattarsi alle recenti evoluzioni normative, affrontando anche alcune criticità emerse nel tempo, come la mancata attuazione di alcune prescrizioni del vecchio piano e la rigidità delle destinazioni d’uso, spesso troppo vincolanti” ha proseguito l’architetto.
Per superare questi limiti, la variante propone diverse soluzioni. Particolare attenzione è stata riservata al rapporto tra i corsi d’acqua e la città, considerati elemento strutturante del territorio lecchese. “Si è previsto un processo di delocalizzazione e valorizzazione per renderli più accessibili. Viene rafforzata anche la rete ecologica comunale. La demolizione di manufatti dismessi darà diritto a crediti edilizi, utilizzabili nelle aree di trasformazione, e sarà incentivata la compensazione urbanistica per acquisire aree destinate a interventi pubblici” ha spiegato Mugnai. “Un altro strumento chiave sarà il permesso di costruire convenzionato, che consentirà di realizzare interventi più efficaci nelle aree di trasformazione. Inoltre, il piano introduce il principio di indifferenza funzionale, secondo cui le diverse funzioni urbanistiche potranno coesistere liberamente, senza limiti quantitativi o percentuali”.
Tra i cambiamenti più rilevanti si segnala una nuova visione per alcune aree strategiche e produttive ancora attive, come quelle di Caleotto e Unicalce, che nella nuova variante potranno continuare a esistere e operare. Le aree di trasformazione sono state riviste con un forte orientamento alla rigenerazione urbana, evitando ulteriori consumi di suolo libero. Il piano potenzia inoltre le previsioni dedicate ai servizi abitativi, introducendo misure concrete per sostenere le politiche sociali legate alla casa.

La strategia territoriale complessiva del piano si fonda su cinque “schemi direttori”: la città e il lago, la città e i torrenti, i margini urbani e la fascia pedemontana, la città che produce e si rigenera, e la montagna in città. “Questi macro-temi guidano l’organizzazione e la trasformazione urbana, in stretta relazione con le diverse tipologie di aree previste nel piano: le Aree di Trasformazione Urbana (ATU), quelle a prevalenza di suolo libero e le aree di valorizzazione paesaggistica (AVP). Ogni area è collegata in modo diretto a uno specifico schema direttore, garantendo coerenza e visione strategica”. Durante la seduta sono state infine presentate alcune schede tipo relative alle ATU, a supporto della futura fase attuativa.
Durante il dibattito seguito alla presentazione, sono emerse posizioni critiche, in particolare da parte di Corrado Valsecchi, rappresentante di Appello per Lecco. Valsecchi ha posto l’accento sulla mancanza di una visione urbanistica sovracomunale, osservando come ogni Comune proceda isolatamente con il proprio PGT, senza coordinamento o “patti urbanistici” condivisi. “Rilevo poi l’assenza di un’analisi puntuale sul numero di appartamenti sfitti presenti in città, un elemento chiave che dovrebbe orientare le politiche urbanistiche” ha detto. “La funzione principale di un PGT dovrebbe essere quella di migliorare concretamente la qualità della vita dei cittadini, soprattutto sul piano urbano e ambientale. Invece la direzione intrapresa rischia di peggiorare ulteriormente le condizioni urbanistiche della città, già oggi compromesse sotto diversi aspetti. Il rischio è che l’attenzione si sposti troppo sulla rigenerazione e sull’uso dei crediti edilizi, strumenti che favorirebbero chi dispone delle risorse economiche necessarie, piuttosto che rispondere alle reali esigenze della popolazione residente” ha commentato nel suo intervento.
Anche Giovanni Tagliaferri (Gruppo per Lecco) ha chiesto maggiore chiarezza: “Con questa variante andiamo a ridisegnare la città. Sarebbe opportuno ribadire che idea di città vogliamo costruire, magari entrando più nel dettaglio di alcuni interventi, anche per aiutare i cittadini a capire un tema complesso come questo”.

L’assessore all’urbanistica Giuseppe Rusconi ha risposto chiarendo innanzitutto alcuni aspetti tecnici: “I crediti edilizi sono previsti dalla legge regionale 12 – ha ricordato – se saranno ceduti gratuitamente dai privati non è argomento di discussione del PGT. Ci sarà comunque un registro apposito per tracciarli”. Ha poi precisato: “Il piano contiene schede molto chiare che indicano cosa si può fare e, soprattutto, cosa non si può fare in ogni zona, anche nel rispetto del principio di indifferenza funzionale che cerca di rispondere alla crisi del mercato immobiliare. Faccio un esempio pratico: se ho un immobile ad uso ufficio e nessuno lo vuole affittare, oggi non posso farci nulla. Con l’indifferenza funzionale può diventare una residenza. E tra cinque anni, se il mercato cambia e cambieranno le necessità, potrà tornare a essere ufficio”.
Infine, l’assessore ha concluso: “È sfuggito un dettaglio importante: gli interventi previsti rientrano in gran parte nell’edilizia residenziale sociale, ad oggi sono previsti circa 450 appartamenti di questo tipo nella variante. Le tipologie sono edilizia convenzionata di proprietà in locazione, con canone concordato o sociale per target particolarmente fragili. È un tema prioritario per la nostra città, dove il mercato degli affitti è praticamente inesistente se non per immobili a prezzi fuori mercato. Con questo piano abbiamo cercato di porre rimedio a questa distorsione, compiendo una scelta politica importante“.
La discussione approderà lunedì prossimo in consiglio comunale, chiamato a votare l’approvazione della variante generale al Pgt.

RADIO LECCOCITTÁ CONTINENTAL





































