Sotto accusa le opere per la messa in sicurezza del fiume Varrone
Il sindaco Cassinelli: “Dispiace per quanto sta accadendo, ma non fermerò i lavori. Per preservare la sicurezza di Dervio, sono necessari”
DERVIO – Su di loro è incisa, in grandi dimensioni, la storia geologica e locale di un territorio, lunga migliaia di anni: i massi erratici sono blocchi di roccia che caratterizzano la zona della Valvarrone ed è possibile trovarli, tra gli altri posti, anche a monte di Dervio. Anche se presto qui potrebbero non esistere più. A sollevare questa possibilità Angelo Colombo, presidente della Pro Loco del paese, che ha consegnato tutta la preoccupazione a un post Facebook, il cui incipit è un vero e proprio appello al grido di: ‘Salviamo i massi del Varrone!‘.
A turbare il cittadino derviese i lavori dell’impresa che da tre mesi sta mettendo in sicurezza il fiume Varrone, costruendo nuovi argini e briglie servendosi dei massi presenti nell’alveo, con termine delle opere previsto per fine dicembre: “A inizio lavori, nel mese di settembre, avevo chiesto un incontro con l’impresa appaltatrice, la progettista e il sindaco proprio per discutere della questione massi erratici – spiega Colombo – con l’intento di provare a rendere gli interventi, che di lì a poco avrebbero preso piede, funzionali non solo alla sicurezza, indubbiamente necessaria considerato il contesto, ma anche alla salvaguardia dell’ambiente, attraverso la preservazione dei grossi massi presenti, caratteristici dell’area. Questa la mia raccomandazione, che per ora però è rimasta inascoltata perché li stanno spaccando per usarli come rivestimento del muro che fungerà da argine per il fiume“.
Durante la riunione infatti, sempre secondo quanto racconta il presidente della Pro Loco, l’impresa ha spiegato di dover per forza togliere alcuni dei massi per far passare il muro, lungo 4 metri, mentre per i rimanenti avrebbero deciso in un secondo momento come procedere. Affermazioni che, almeno da qualche settimana, si stanno discostando dalle effettive azioni, tanto che la rimozione dei massi sta concretizzando proprio quello che Angelo voleva scongiurare: la trasformazione dell’alveo, che man mano diventerà più brullo e piatto, perdendo ogni sua prerogativa di bellezza.
Qualche giorno fa un’altra amara scoperta, che Colombo stesso comunica: “Anche un masso con un’iscrizione storica è stato spostato insieme ad altri da spaccare, e non è escluso che se ne perderanno altri dall’importante valenza storica“. Ad appoggiare il presidente della Pro Loco nella sua ‘battaglia’ anche i cittadini derviesi: in tanti hanno commentato la vicenda con disapprovazione, chiedendo che i massi erratici vengano lasciati al loro posto.
“Non c’è un motivo valido – prosegue Colombo – per non lasciare qualche masso nell’alveo del fiume: lo stesso sindaco ha sollevato il problema con l’impresa incaricata di svolgere i lavori e ha richiesto delle modifiche. Gli è stato risposto che la decisione di togliere i sassi è legata a motivi di sicurezza. Dichiarazione, a mio avviso, poco credibile e di comodo per non fare quanto richiesto, con l’intento di risparmiare soldi e non prendere sassi da una cava: conosco bene questo fiume, l’ho sempre frequentato e ho ben presente fin dove arriva l’acqua quando ci sono le piene. Speravo poi che il direttore dei lavori prendesse a cuore la situazione e tentasse di salvaguardare il territorio: è un ingegnere di Dervio per cui, conoscendo la zona, poteva in fase progettuale valutare meglio l’impatto ambientale che tali interventi avrebbero comportato”.
Per ora non verrà aperta nessuna petizione per salvare i massi erratici, anche se il presidente della Pro Loco non esclude di procedere con passi simili qualora gli appelli rivolti alla conservazione dell’ecosistema della Valvarrone dovessero restare, almeno in parte, inascoltati.
Tuttavia sembra che ci sia ben poco da fare per fermare quanto sta accadendo, come spiega il sindaco Stefano Cassinelli che, per quanto dispiaciuto, mette al primo posto la sicurezza dei cittadini derviesi, anche in luce di quanto accaduto gli anni passati, soprattutto durante l’alluvione del 2019: “Non interromperò i lavori: per quanto sia rammaricato rispetto alla questione massi erratici, gli interventi sono indispensabili per preservare il paese da altri episodi di esondazione. In caso di piena infatti paratie, barriere e reti che attualmente sono in fase di costruzione, contribuiranno a bloccare i tronchi, evitando che si incastrino nei ponti e che l’acqua si riversi per le strade di Dervio, come già peraltro avvenuto in tempi non sospetti. Essendoci oltretutto le autorizzazioni della Soprintendenza per procedere con le opere, non è possibile intervenire: i massi erratici non sono riconosciuti come beni ambientali dal valore storico e artistico e quindi, anche presentando la situazione ai funzionari della Regione come peraltro mi sono già premurato di fare, nulla cambierà”.