Non appena costituita, la Radici-Bellano darà nuova vita a terreni incolti o abbandonati sul territorio
Partecipatissimo l’incontro in sala civica per far conoscere la futura realtà. Sarà la prima Asfo provinciale
BELLANO – Tutti hanno un passato, delle radici che affondano in una storia lontana, spesso in una terra lontana: chi di noi, nell’albero genealogico, non ha avuto nonni o parenti contadini, lavoratori della terra, che della terra vivevano. La ricchezza di quelle aree coltivate è spesso rimasto un lontano ricordo: ora appaiono per buona parte abbandonate e incolte, lasciate a se stesse. La società è cambiata, i tempi hanno fatto il loro corso. Scappare dalle radici, però, è impossibile: i conti con la realtà prima o poi vanno fatti, e forse in parte hanno contribuito le calamità naturali, alluvioni e frane su tutte guardando al nostro territorio, a dare una scossa e a far capire che è arrivato il momento di riportare all’antico splendore questo passato, queste terre dimenticate.
Bellano ancora una volta si dimostra all’avanguardia e sarà lei, con buonissime probabilità, la prima nel Lecchese a istituire un’associazione fondiaria (dette in breve Asfo). Si chiamerà ‘Radici’, a simboleggiare quel legame stretto con una tradizione insita nelle memorie di ognuno di noi. I suoi scopi e i suoi progetti sono stati presentati ieri sera, venerdì, in Sala Civica per portarli a conoscenza dei cittadini, vedere la loro risposta e raccogliere manifestazioni d’interesse dei proprietari dei terrazzamenti, ma non solo, a diventare soci di questa realtà che presto si costituirà per salvare e recuperare terreni incolti e abbandonati.
Chi possiede un simile appezzamento di terra, o che non può più lavorarlo, potrà cederlo all’Associazione Fondiaria ‘Radici’ per un periodo di tempo circoscritto, la quale si occuperà di trovare un soggetto a cui affidarne la gestione (cooperative, aziende o altre realtà) per riqualificarlo e avviare progetti agricoli. Si può anche trasferire all’Asfo un terreno continuando a coltivarlo, diventando socio dell’associazione.
In una stanza pienissima, tra la sorpresa anche dei relatori e di Antonio Rusconi, sindaco di Bellano, questo nuovo cammino per tutelare il territorio è stato portato alla luce. “Inizialmente si era pensato di costituire una cooperativa ma tenerla in piedi, essendo maggiormente strutturata, sarebbe stato complicato – spiega Tiziano Manzi, uno dei promotori – poi è arrivato il suggerimento di provare un nuovo tipo di associazione, la Asfo, più sostenibile. Il progetto c’è, ora vediamo la risposta dei cittadini”. Già l’incredibile partecipazione rappresenta un primo importante riscontro, insieme alla benedizione del Comune che ha annunciato il suo pieno supporto: “Grazie a chi sta costituendo questa associazione: quando in Comune alcuni cittadini ce l’hanno presentata i nostri occhi si sono illuminati. A tratti è un progetto ambizioso, ma sicuramente da sostenere, e come Amministrazione lo faremo nei modi e con le risorse possibili. Nessuna associazione può camminare da sola”, ha ribadito il sindaco.
Zona d’azione dell’Asfo bellanese sarà in principio Ombriaco, dove la semina del cambiamento è già cominciata: qui, nel 2021, il giovane Giacomo Fazzini ha avviato il recupero di una vigna. “La nascita dell’attività ha fatto da perno per l’Asfo ‘Radici-Bellano’ e inoltre proprio nella frazione si è svolto il primo incontro dedicato. L’idea è di iniziare questa nuova avventura piano piano, facendo in modo che sia gestibile. Se tutto funzionerà come deve, ci muoveremo anche in altre aree di Bellano. Il GAL (Gruppo Azione Locale) ritiene che la nostra iniziativa possa essere interessante da riprodurre in altri punti della provincia. Intanto iniziamo a vedere quali saranno disponibilità, progetti e adesioni – sempre Manzi -. Riuscire ad attivare un percorso simile a Bellano significherebbe riportare i giovani sul territorio, farli lavorare a casa loro, vivere una vita sicuramente diversa ma capace di portare valore aggiunto al territorio”.
Preziose durante la serata le testimonianze sull’operato di tre Asfo, due in Valtellina e una in provincia di Varese, dimostrazione di un cambiamento possibile per i territori. Benedetto Abbiati, presidente SEV (Società Economica Valtellinese), ha portato l’esempio dell’Asfo Vigneti di San Rocco a Castione Andevenno (la prima in provincia di Sondrio) fondata nel 2017. Il bosco avanzava e si era preso la collina di San Rocco, ma grazie all’interesse del Comune nel voler recuperare l’area, del Consorzio Cooperativa ‘Sol.Co.’ che intendeva reinserire nel mondo del lavoro persone svantaggiate e della stessa SEV nel capire come un Asfo potesse funzionare, si è arrivati alla costituzione dell’associazione fondiaria e all’assegnazione dei terreni a un’azienda vitivinicola. Taglio e pulizia, muretti, vie d’accesso ai terrazzamenti e reimpianto della vita le operazioni svolte in campo.
Diversa per contesto e situazione, ma negli intenti identica, la storia dell’Asfo Valcorta sorta in Val Tartano nell’impresa di recuperare un territorio spopolato e invaso dal bosco al di sopra dei 1200 metri. Il sogno di alcuni ragazzi, tra cui c’è Francesco Spini, attuale presidente, di veder rivivere il versante orobico e gestirlo, evitando degrado e rischio idrogeologico. Con l’appoggio dei comuni di Albosaggia e Caiolo l’attività è cominciata il 21 marzo 2022, i primi interventi a dicembre dello stesso anno. I risultati già sono importanti e soprattutto l’Asfo ha contribuito a coinvolgere e responsabilizzare le persone a non lasciar andare il territorio, a fare comunità e a dialogare tra generazioni. “Adesso gli anziani del posto vedono che la valle ha un futuro, prima erano rassegnati all’idea che sarebbe stata lasciata andare, ora credono nei giovani e nel domani che verrà – racconta Spini -. Tra gli obiettivi a lungo termine c’è quello di ripopolare l’area e creare nuovi posti di lavoro”.
Ultimo a prendere parola Luca Colombo, agente di sviluppo locale e coordinatore di Asfo Valli delle Sorgenti nel territorio di Varese, costituitasi nel marzo 2021, che si occupa di gestire boschi all’interno del Comune di Luvinate. “Da quando è scoppiato un incendio che ha lasciato nel bosco uno strato di cenere e terreno bruciato, responsabile dello scivolamento a valle dell’acqua, causa in un secondo momento di un’alluvione, abbiamo capito che i boschi andavano amministrati”, sottolinea Colombo. Ed è proprio questo circolo vizioso che deve essere spezzato: “Terreni frammentati e non gestiti possono provocare una calamità, la Regione interviene con dei finanziamenti per risolvere il problema momentaneamente ma poi si ricomincia da capo, con la noncuranza e l’abbandono. Attraverso le Asfo invece può esserci una gestione condivisa della terra, è possibile chiedere un sostegno economico e tecnico alla Regione, realizzare interventi e valorizzazione dei servizi ecosistemici”, sempre Colombo.
Prima di arrivare alla fondazione ufficiale di ‘Radici’ si attendono le linee guide di Regione Lombardia, tra le prime in Italia a inserire nel Testo Unico un articolo specifico sulle associazioni fondiarie, in merito agli aspetti fiscali e normativi che le Asfo dovranno seguire anche per redigere lo statuto. Saranno rese note tra un paio di settimane, a fine febbraio. Intanto c’è già un gruppo che sta portando avanti il progetto dell’associazione, avvicinatosi durante la prima assemblea sul tema e, sempre ieri, al termine dell’incontro, sono state raccolte le adesioni dei proprietari terrieri interessati a diventare soci conferitori, ma anche quelle dei semplici sostenitori. Per chi non era presente alla serata è possibile rivolgersi all’Infopoint di Bellano per comunicare il proprio interessamento.