Ospedale di Merate: dall’11 marzo chiude il punto nascita

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Ufficializzata la chiusura del punto nascita dell’ospedale di Merate: nel 2023 solo 193 i nati

Trivelli: “Lavoreremo per potenziare i servizi pre e post partuum per creare l’humus giusto per riaprire a Merate”

 

MERATE – “Non si può, per difendere un simbolo, ammazzare un’intera struttura. E’ una scelta difficile, ma che condivido puntando a potenziare i servizi e le attività inerenti al pre e post partuum a Merate”. Con queste parole Marco Trivelli, da qualche mese direttore generale di Asst Lecco, ha ufficializzato la chiusura del punto nascite dall’ospedale San Leopoldo Mandic a partire da lunedì prossimo, 11 marzo (con un ponte di otto settimane, fino all’11 maggio, in cui le donne potranno continuare ad accedere alla struttura per partorire).

Preferisco parlare di sospensione e non di chiusura e non è una questione solo grammaticale. Il punto nascite dell’ospedale di Merate resterà accreditato e la speranza è quella di riuscire a riaprirlo” ha detto questa mattina, lunedì, in un incontro con la stampa convocato nella palazzina della direzione amministrativa di via Cerri.

Marco Trivelli
Il direttore generale Marco Trivelli

Impossibile, per ora, dire quando e neppure se la mancanza di una sala parto a Merate renderà meno attrattiva la città anche per i servizi pre e post parto. A oggi, a parlare, sono le cifre, impietose, che hanno visto il numero di parti registrati al Mandic crollare dai 956 del 2015 ai 193 del 2023. E non è tutto imputabile alla denatalità. Lo scorso anno hanno partorito 683 donne residenti nel distretto di Merate. Solo 129, pari al 18,9%, ha scelto di far nascere il proprio figlio al presidio di via Cerri. Il 30% ha preferito recarsi a Lecco, il 35% circa in strutture fuori provincia ma all’interno di Ats Brianza, mentre il 16,4% altri sono andate in altri ospedali (Bergamo e Milano).

L’operazione che Asst Lecco vuole compiere ora è quella di recuperare la fiducia delle donne, accompagnandole nel percorso pre parto (a Merate continueranno a essere garantiti i servizi di ambulatorio e di consultorio, il percorso nascita fisiologico, gli ambulatori gravidanza a rischio intermedio, la diagnosi prenatale, le ecografie ostetriche) e in quello, altrettanto delicato, dei post parto, con l’ambizione di potenziarli puntando su corsi massaggi infantili, gruppi mamme, spazi allattamento e “consulenze” a domicilio.

“E’ un percorso a medio e lungo termine che spero possa darci i suoi frutti” ha aggiunto Trivelli, riconoscendo che la difficoltà registrata dall’ostetricia meratese ha sicuramente un’origine locale. “Sarei presuntuoso se mi azzardassi a individuare le cause. Noi oggi vediamo i sintomi, ma non posso sbilanciarmi sulla diagnosi. Non è mia intenzione guardare indietro: voglio guardare avanti, consapevole che Merate c’è e ha, come ospedale, le sue potenzialità”.

Il dottor Roberto Bellù e la direttrice sanitaria Alessandra Grappiolo

A decretare la chiusura del punto nascita una nota arrivata a Lecco dalla direzione regionale Welfare il 23 gennaio, in cui, a fronte dell’analisi effettuata dal Comitato Percorso Nascita, si parlava della necessità di chiudere l’attività di sala Parto dell’ospedale Mandic e di riorganizzare il servizio, puntando sulle prestazione pre e post partuum erogate in ospedale e nei consultori di Merate (prima Cernusco) e Casatenovo. Otto le settimane di intermezzo previste, necessarie anche per sondare desideri e interessi del personale (16 ostetriche, 6 infermiere e 7 oss a cui va aggiunta l’equipe medica già a scavalco con Lecco) attualmente in servizio a Merate, in modo da arrivare alla sospensione effettiva del punto nascita a partire dall’11 maggio.

“Dobbiamo tornare a lavorare sul territorio creando l’humus fertile per far tornare a partorire a Merate” le parole ripetute dal dg e condivise anche dalla direttrice sanitaria Alessandra Grappiolo, dal direttore socio sanitario Gianluca Peschi, dal direttore del dipartimento materno infantile Roberto Bellù, dalla responsabile area materno infantiale Elisabetta Nelli, dal direttore del distretto socio sanitario Luca Sesana e dal direttore delle professioni sanitarie Giorgio Beretta, questa mattina al suo fianco nel ufficializzare una decisione dolorosa e sofferta.

Non potevamo continuare però l’agonia. Dall’inizio dell’anno i parti sono stati due: anche l’inattività è mortale e non possiamo correre il rischio di perdere personale motivato e competente”. Non solo. Lo stop all’attività del punto nascita permetterà di liberare risorse da spalmare e ridistribuire per i servizi territoriale riservati a mamme e bambino.

Trivelli ha anche annunciato che il 19 marzo l’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso sarà a Merate per incontrare, in ospedale, i sindaci mantenendo fede alla promessa di tornare in città per confrontarsi sul presente e sul futuro del Mandic.