Deportati e internati lecchesi, consegnate 12 medaglie d’onore a Ballabio

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Medaglie d'onore deportati internati lager Ballabio
Un momento della cerimonia di consegna delle medaglie d'onore di quest'oggi a Ballabio

A ritirare i riconoscimenti, insigniti dal Prefetto, i familiari dei premiati

“Con la forza dei gesti quotidiani dobbiamo opporci alla violenza e all’oppressione”

BALLABIO – “Il gesto di consegnare oggi queste medaglie, il bisogno che sentiamo di farlo, serve a ricordarci di un’epoca in cui certi valori non venivano riconosciuti, non venivano riconosciuti i piccoli gesti quotidiani che andrebbero invece riscoperti tutt’ora, gli unici attraverso cui possiamo reagire a qualunque tipo di sopraffazione”. Esaltare l’ordinarietà, la normalità (senza citare la parola eroismo), di persone che si sono ritrovate, per via delle circostanze, a combattere contro il male. Sergio Pomponio, prefetto di Lecco, ha voluto sottolineare questo concetto durante la cerimonia di consegna delle medaglie d’onore ai familiari di deportati e internati lecchesi nei campi di lavoro e di sterminio durante la Seconda guerra mondiale, andata in scena questa tarda mattinata nella sala consiliare del Comune di Ballabio.

Medaglie d'onore deportati internati lager Ballabio

Medaglie d'onore deportati internati lager Ballabio

A fare gli onori di casa proprio il primo cittadino Giovanni Bruno Bussola: “E’ importante ricordare quello che è successo, sperando che entri nelle menti e nei cuori di chi, governando, deve prendere delle decisioni”. Complessivamente dodici medaglie d’onore a essere assegnate in terra ballabiese, mentre le restanti saranno insignite nella giornata di domani, giovedì, presso l’auditorium della scuola media di Oggiono, per un totale di 29 medaglie.

Medaglie d'onore deportati internati lager Ballabio
Il sindaco di Ballabio Giovanni Bruno Bussola e il Prefetto Sergio Pomponio

“Nel territorio lecchese ci sono state zone più tiranneggiate di altre dai nazifascisti, vuoi perché più popolate come la città di Lecco, o altre perché poste nella vicinanza di stabilimenti industriali dove era più facile reclutare manodopera. Oppure, come nel caso della Valsassina, dove si era sviluppata una maggior forza e capacità di resistenza, anche armata, contro l’occupazione – ha proseguito con il suo discorso Pomponio –. Quello che non si sa è che spesso non c’è un eroismo alla base di queste azioni, e neanche la consapevolezza di opporsi a qualcosa. Semplicemente queste persone, deportati e internati, opponevano una naturale resistenza al male, alla sofferenza. Una spinta vitale che nasce nel momento in cui, come accade anche oggi a migliaia di persone che perdono la vita e assistono alla morte dei loro familiari, ci si trova nel posto sbagliato al momento sbagliato della Storia. Onorando il ricordo di queste persone, onoriamo anche noi stessi che siamo attualità e che, con la forza del gesto quotidiano, dobbiamo opporci alla violenza, all’oppressione e affermare nella quiete del vivere comune, le relazioni con gli altri. Queste medaglie ci dicono che il percorso da fare è ancora lungo, dobbiamo essere in grado di accogliere questo senso di umanità e portare il bene fuori dai confini della nostra vita”.

Medaglie d'onore deportati internati lager Ballabio

Terminati i discorsi di rito è toccato alla cerimonia vera e propria, che ha visto la consegna delle medaglie d’onore da parte del Prefetto e dei vari sindaci dei territori d’origine di deportati e internati ai rispettivi familiari.

Deportati e internati premiati con la medaglia d’onore alla memoria

  • Bottazzi Luigi nato ad Abbadia il 12.03.1923, consegnata alla figlia Maria Letizia. A premiare insieme al Prefetto il vicesindaco di Abbadia Roberto Gandin;
  • Pesenti Giovanni nato a Tremezzina (CO) il 02.06.1916, consegnata al nipote Marco. A premiare insieme al Prefetto il vicesindaco di Abbadia Roberto Gandin;
  • Invernizzi Pietro nato a Ballabio il 12.06.1920, consegnata al nipote Andrea. A premiare insieme al Prefetto il sindaco di Ballabio Giovanni Bruno Bussola;
  • Invernizzi Santino nato a Barzio il 11.01.1920, consegnata al figlio Antonio Pietro. A premiare insieme al Prefetto il sindaco di Barzio Andrea Ferrari e il sindaco di Taceno Alberto Nogara;
  • Branchini Enrico nato a Colico il 22.01.1916, consegnata al nipote Mauro. A premiare insieme al Prefetto il sindaco di Colico Monica Gilardi;
  • Cresseri Rinaldo nato a Margno il 06.02.1914, consegnata alla figlia Annunciata. A premiare insieme al Prefetto il sindaco di Margno Manuele Cattaneo e il vicesindaco di Cortenova Marco Selva;
  • Badessi Arturo nato a Lecco il 10.11.1917, consegnata alle pronipoti Chiara e Cristina Badessi. A premiare insieme al Prefetto l’assessore al Bilancio di Lecco Roberto Pietrobelli;
  • Tomasella Luigi nato a Vittorio Veneto (TV) il 26.06.1943, consegnata alle figlie Evita, Maria Teresa e Renata di Lecco. A premiare insieme al Prefetto l’assessore al Bilancio di Lecco Roberto Pietrobelli;
  • Giuseppe Giosuè Cagliani nato a Sartirana Brianza il 07.02.1911, consegnata al figlio Mario. A premiare insieme al Prefetto il sindaco di Merate Mattia Salvioni;
  • Selva Francesco nato a Introbio il 20.03.1922, consegnata alla figlia Matilde. A premiare insieme al Prefetto il sindaco di Introbio Silvana Piazza;
  • Calcagni Carlo nato a Verona l’01.10.1918, consegnata ai figli Antonella, Aurelia e Valerio. A premiare insieme al Prefetto il consigliere di Premana Ferdinando Berera;
  • Mellera Giorgio nato a Varenna il 26.03.1916, consegnata al figlio Giovanni. A premiare insieme al Prefetto il sindaco di Varenna Mauro Manzoni.

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