In fuga dalla guerra. La storia di Nadia e della sua famiglia, accolti a Ballabio

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In foto la famiglia di Nadia con Ferdinando Tagliaferri e altri due Alpini prima di partire per l'Italia

La mobilitazione di Ferdinando Tagliaferri e la moglie Barbara per aiutare la famiglia ha coinvolto tutto il paese

Mamma e quattro figli, di Chernigov, alloggiano in un appartamento messo a disposizione da due cittadini: “E’ il minimo che potessimo fare”

BALLABIO – Una famiglia in fuga dalla guerra bisognosa di aiuto, una famiglia che si adopera per l’accoglienza e una famiglia che con generosità l’ha infine resa possibile. Nel mezzo di questa storia, una straordinaria rete di solidarietà che da Ballabio è arrivata al confine con l’Ucraina.

E’ fine febbraio. Sono passati solo pochi giorni dall’inizio dell’invasione russa e da Ballabio Ferdinando Tagliaferri (titolare del Ristorante 1284 ai Piani Resinelli) con la moglie Barbara seguono con apprensione le notizie che arrivano dall’Ucraina. Sono in contatto con Nadia, una giovane ragazza di 20 anni che da bambina era stata loro ospite nell’ambito delle vacanze terapeutiche per i bambini di Chernobyl organizzate dall’associazione Les Cultures. Nadia vive a Chernigov, a nord-est di Kiev, con i suoi quattro fratelli e i genitori. Quando l’invasione comincia con i tre fratelli più piccoli di 17, 15 e 10 anni, e la mamma, si sposta più a nord nel paese, a casa della nonna. Il padre e il fratello maggiore, 24 anni, rimangono invece a Chernigov.

“Ci sentivamo tutti i giorni – spiega Barbara – le dicevamo di lasciare il paese, di mettersi al sicuro, che l’avremmo ospitata noi qui a Ballabio. Non era convinta ma quando la situazione è degenerata è partita insieme ai fratelli e alla madre per la Polonia. Lì sono rimasti per pochi giorni in un centro di accoglienza dopo di che sono stati mandati a Debica dove hanno trovato ospitalità temporanea presso una coppia”.

Una volta che Nadia e la sua famiglia sono al sicuro Barbara e il marito Ferdinando, membro degli Alpini di Ballabio, si organizzano per andare in Polonia a prenderli. “Dovendo già fare il viaggio abbiamo pensato di organizzare una raccolta di beni di prima necessità da portare ai centri di accoglienza polacchi – ha spiegato Ferdinando Tagliaferri – così abbiamo lanciato l’iniziativa. La risposta è stata straordinaria, davvero, in tre giorni abbiamo raccolto tantissimo materiale. Non finiremo mai di ringraziare i ballabiesi per la loro immensa generosità e le associazioni che ci hanno aiutato”.

La famiglia di Nadia con la coppia polacca che li ha ospitati a Debica per qualche giorno

Dopo aver caricato il materiale lunedì mattina Ferdinando e altri due Alpini sono partiti alla volta della Polonia a bordo di un furgone messo a disposizione dall’Associazione Amici di Pedro di Lecco. “Quando siamo arrivati a Debica siamo rimasti davvero colpiti dall’ospitalità della coppia che aveva accolto Nadia e la sua famiglia – ha detto Ferdinando – la casa non era grande, in una stanza il pavimento era coperto di materassi per fare dormire i quattro fratelli e la mamma. Nonostante il già evidente sovraffollamento, la coppia ci ha comunque invitato a stare da loro, ci ha offerto da mangiare e da bere. Siamo rimasti davvero colpiti: in una situazione così difficile la solidarietà incondizionata è qualcosa che scalda davvero il cuore”. Prima di ripartire Ferdinando decide di lasciare proprio alla coppia polacca una parte di materiale raccolto a Ballabio: “La donna mi ha detto che l’avrebbe spedito direttamente in Ucraina, pochi giorni dopo mi ha inviato una foto col sindaco del paese”.

Martedì sera, dopo un viaggio di oltre 3 mila kilometri, Ferdinando torna a Ballabio. Nadia e la sua famiglia alloggeranno in un appartamento messo a disposizione da una coppia di amici, Maurizio Zambelli e la moglie Liliana. “Siamo grati a Maurizio e sua moglie, quando hanno saputo che cercavamo un alloggio per queste persone si sono subito prodigati e senza chiedere nulla in cambio. Grazie a questa rete abbiamo permesso di dare a Nadia, ai suoi fratelli e a sua madre un posto dove stare, in attesa che la situazione nel loro paese torni alla tranquillità, anche se non sappiamo quando questo accadrà”. Alla famiglia, come spiegato da Ferdinando, verranno garantiti alloggio, viveri e vestiario e il rimpatrio quando sarà il momento.

“L’appartamento che avevamo a disposizione è di mia suocera, Carla Cattaneo, solitamente lo affitta a villeggianti di Milano ma al momento era vuoto, così abbiamo deciso di darlo alla famiglia aiutata da Barbara e da suo marito – ha spiegato Liliana – siamo contenti di aver fatto qualcosa per queste persone che stanno affrontando un momento estremamente difficile. Nadia parla italiano e lo capisce perfettamente, la sua famiglia no, ma riusciamo comunque a comunicare e se proprio, ci intendiamo a gesti. Sono tranquilli, ad accusare di più il tutto è la mamma, non deve essere per niente facile, anche perché il loro paese è di fatto occupato dai russi e intorno continuano a piovere missili. Hanno lasciato casa, affetti, una vita, nella più totale incertezza, dargli un tetto sopra la testa è il minimo che potevamo fare”.

Una buona notizia per la famiglia di Nadia è però arrivata nei giorni scorsi: dopo diversi giorni senza contatti hanno saputo che il fratello e il padre, che si erano temporaneamente divisi, si sono riuniti e sono al sicuro più a nord di Chernigov. “Questo è stato di grande aiuto per Julia, la mamma di Nadia – ha fatto sapere Barbara – era molto preoccupata e non riusciva a parlare con loro”. Non si sa quanto la famiglia si fermerà a Ballabio, per ora però Nadia e i suoi fratelli sono al sicuro: “Spesso la ragazza mi dice che, ora che la madre i fratelli sono al sicuro, vorrebbe tornare in Ucraina per dare una mano alla sua gente – confida Barbara – si vedrà, non sono d’accordo ma penso di capire anche questo suo desiderio”.

“Ci tengo a precisare – ha concluso Ferdinando – che tutta questa mobilitazione è partita come gesto di solidarietà per una famiglia bisognosa, senza pensare a nient’altro. Della guerra pensiamo solo che è sbagliata, nessun torto o ragione. Ringrazio ancora una volta tutti quelli che ci hanno sostenuto e contribuito anche a livello economico al fine di realizzare il nostro piccolo gesto”.