Intervista a Patrizio Todeschini, da vent’anni anima e cuore del Ristorante Frigerio
“In questi 20 anni tanto è cambiato e oggi Frigerio è sempre più un punto di riferimento in città”
LECCO – Tra qualche giorno, il 30 novembre, il Ristorante Frigerio sarà premiato come attività storica da Regione Lombardia per il traguardo dei cinquant’anni dalla sua apertura. Una storia accompagnata quasi per metà del suo percorso da Patrizio Todeschini che nel 2002 ha preso il testimone da Pierdomenico Frigerio alla guida del locale di Piazza XX Settembre.
E’ lo stesso Patrizio a raccontarci la sua esperienza al Frigerio in occasione di questo importante compleanno.
Cosa succedeva vent’anni fa?
“Vent’anni fa siamo arrivati per la prima volta a Lecco. Eravamo quattro soci e abbiamo deciso di intraprendere l’avventura con l’allora ‘Bar Frigerio’. Giungevamo dalla zona del comasco ed eravamo intenzionati a rilevare un locale e ci avevano suggerito, quasi per caso, questa attività in piazza a Lecco. Inizialmente non ci sembrava una cosa fattibile, cercavamo un locale piccolo per realizzare una caffetteria, ai tempi non avevamo le capacità economiche di pensare così in grande. Invece, parlando con il signor Frigerio, proprietario del posto, ci ha incoraggiato e dato tutta la disponibilità nel riuscire a subentrare alla sua azienda”.
Come è stato l’inizio?
“I primi anni sono stati molto belli ma anche duri. L’inesperienza la si paga, si fanno inevitabilmente errori ma quello che ha fatto la differenza è stata la grinta e la voglia di superare le difficoltà. Negli anni abbiamo affrontato i cambiamenti del pubblico: da pasticceria, ‘Frigerio’ si è trasformato in american bar e nel 2009 abbiamo deciso di passare alla ristorazione, quindi diventando tavola calda e poi vero e proprio ristorante, recentemente rinnovato e ampliato negli spazi. Quella voglia e la grinta di 20 anni fa c’è ancora. La voglia di crescere e guardare a nuovi progetti. Da vent’anni ad oggi, ‘Frigerio’ ci ha dato grandi soddisfazioni”.
Cosa faceva Patrizio Todeschini prima di ‘Frigerio’ ?
“Ho iniziato da giovanissimo come concierge negli alberghi. Avevo 15 anni ed ero commissioniere, poi concierge e quindi chief concierge. Ho lavorato moto all’estero: in Germania, Inghilterra, Svizzera, Francia. Sono rientrato in Italia per un caso: lavoravo all’Hotel Meurice a Parigi e incontrai Paolo Garnieri, che era direttore dell’hotel Principe di Savoia di Milano, che mi fece un’offerta di contratto e l’idea di lavorare in Italia non mi dispiaceva. Al ‘Principe di Savoia’ mi sono trovato così bene che sono rimasto per una decina di anni. Avrei voluto partire per la Russia, ma non è stato possibile. Poi, trentenne, sentivo che era giunto il momento di fare qualcosa di mio ed ecco quindi che è arrivato ‘Frigerio’. Avevo 32 allora, oggi ne ho 52”.
Come è cambiato il mondo della ristorazione in questi vent’anni?
“E’ cambiato notevolmente: quando abbiamo aperto era ancora il momento delle compagnie di giovani legate al dopocena e ai cocktail poi negli anni, un po’ gli etilometri e quindi una maggiore attenzione alla sicurezza stradale, un po’ le varie crisi economiche hanno portato ad un assottigliamento del pubblico dei locali. Nel frattempo la città si è sviluppata molto dal punto di vista turistico, legandosi al brand Lago di Como ha visto crescere un’entrata turistica sempre più internazionale”.
E come è cambiato ‘Frigerio’?
“Il nostro locale si è sviluppato in modo da coprire tutte le richieste del pubblico: dalla pizza ai patti della tradizione, ma anche insalatone e proposte per l’aperitivo. Il bello di ‘Frigerio’ è che non ci sono distinzioni, non ci interessa l’alto o il basso profilo. Da noi troverai sempre il buongiorno, il benvenuto e il sorriso, insieme a quello che cerchi. Il riscontro ce lo danno gli stessi clienti che tornano a trovarci. ‘Frigerio’ è nato come locale di passaggio ed è diventato diventando sempre di più un locale del territorio”.