LECCO – Tutto (o quasi) è ancora da stabilire sul futuro della Calcio Lecco. In questi giorni di incertezze e decisioni da prendere, c’è chi vuole ricordare quanto fatto durante l’ultimo campionato dalla squadra, dallo staff e dal direttore Davide Raineri, artefice della costituzione di un gruppo in grado di sorprendere tutti. Filippo Boscagli, consigliere tifoso e membro della CentoBluceleste, esprime così la sua gratitudine verso chi gli ha fatto tornare il piacere di andare al “Rigamonti-Ceppi”.
Calcio Lecco – Nota a margine di una stagione.
Senza troppa retorica quello che è finito è stato per il Lecco un campionato ai limiti dell’eroico. Iniziato con un contesto stile “The Untouchables”, – invece di Al Capone però un DannyDeVito fuori forma – e chiuso ad un passo dalla vittoria dei playoff.
Giustamente giocatori e società sono stati ampiamente ringraziati per il miracolo compiuto, chi – in primis Rusconi, la CentoBluceleste e Cesana – ad agosto ha preso una carretta del mare e l’ha salvata, anzi l’ha portata ad un traguardo inarrivabile e impensabile solo 9 mesi prima stramerita il plauso di tifosi e sportivi.
Leggendo alcuni articoli di questi giorni, al coro degli elogi letti e sentiti io però ne aggiungo uno in particolare, e non sul mero profilo societario ma per il gioco espresso, che chi frequenta il Rigamonti Ceppi non vedeva dal 2006/2007, anno dell’ultima decorosa stagione con la vittoria dei playoff sotto la guida di Sannino.
Il gol del Tigro Carrara con la più lunga, infinita, galoppata verso il gol era invece l’unico episodio positivo degli anni seguenti tra un playout e l’altro….
Da allora, anni di poco gioco, poca qualità, ancor meno convinzione, 90 minuti di sofferenza erano il regolare andamento delle gare non tanto per il risultato ma per la bruttezza dello spettacolo per non dire altro (ricordate il rigore di Galeotti in Lecco-Verona? Il 2-3 con la Cavese con i loro difensori che si abbassavano per farci segnare e siamo riusciti a perdere?).
Quest’anno andare a vedere il Lecco era oggettivamente un piacere, magari i piedi non erano dei migliori, ma sapevi che il gruppo era compatto, ci credeva, dava l’anima. E di questo oltre all’allenatore, che ha dato ottima prova di sé assieme alla pietra miliare Lele Ratti – incommensurabile la saggezza del Prof -, merito enorme va al Direttore Raineri. Quasi nell’ombra ha collaborato a creare e costruire questo gruppo, partendo da una situazione disastrosa, mantenendo in ogni momento una calma olimpica.
A chi non scommetteva un € su questa squadra ha risposto con un gruppo con risultati inaspettati, frutto di scelte e di un lavoro che noi “profani” difficilmente vediamo, fatto di intere giornate passate da un campo di provincia all’altro, da una Berretti della Cremonese ad una primavera di Novara, passando per le avversarie di D. Chiaramente, tutto questo, lavorando per mantenersi perché non si pensi che oggi il calcio in crisi paghi il lavoro svolto (e su questo calcio e politica locale sono molto simili ma non andiamo fuori tema).
Con il Direttore mi sono goduto alcune partite dalla balconata, tra esultanze di entrambi e bestemmioni (suoi, vabbè è un ex calciatore…), ma anche approfondimenti sul tema con trasferte a Monzello o Cremona a vedere se portavamo a casa qualche giovane fenomeno.
Non so che scelte farà la Calcio Lecco, quale sarà l’assetto societario e quello sportivo, so per certo che qualsiasi sia quella di Raineri, pur sperando che rimanga il DS della squadra per cui tifo, il suo curriculum nell’annata lecchese ed il suo modo estremamente umano di stare nei pericoli del mondo del calcio saranno un patrimonio per chiunque avrà la fortuna di averlo come direttore.
Un immenso grazie Diretur!