BARZIO – Riceviamo e pubblichiamo.
“Buongiorno alla Redazione ed ai lettori, scrivo questa lettera aperta per dare il mio personale parere riguardo la proposta di costruzione del collegamento tra i Piani di Bobbio ed Artavaggio.
Nonostante ciò che qualche nostro rappresentante politico sostiene, reputo tale progetto un inutile spreco di soldi e di parole. Dopo un ‘sentenza’ così secca, ecco le mie motivazioni.
Punto 1 – Priorità di valorizzazione del comprensorio Piani di Bobbio: Dal punto di vista di utente (abbastanza assiduo) di Bobbio, reputo un’ottima e doverosa azione l’adeguamento della seggiovia Orscellera, in quanto, nonostante fossi affezionato al vecchio “monoposto” sul quale salivo fin da piccolo, tale impianto non era più inquadrabile nelle leggi e norme vigenti in materia di impianti di risalita. Tutte le polemiche che ne sono nate, sono aria fritta.
Un’altra priorità che la stazione ha, reputo sia il collegamento Bobbio-Barzio con impianti e piste che possano consentire alla gente di evitare il “disguido” (se vogliamo minimizzare) di scendere a piedi nel caso in cui l’ovovia, unico mezzo di discesa meccanico, fosse fermo per vento.
Lo scorso anno (ma non anche altre volte, purtroppo) mi è capitato di dover affrontare questo disturbo.
Per me è stato tale, ma per altre persone, magari poco preparate, sicuramente con calzature non adeguate, è stata un’avventura non del tutto piacevole.
Ricordo infatti che con i miei sci (poi a piedi) sono sceso a valle senza problemi e ho anche potuto aiutare qualcuno. Molti, però, stanchi dalla giornata sulle piste ed a volte poco preparati a sciare in neve fresca, continuavano a cadere. Altri turisti, non sciatori, si incamminavano a valle rischiando di volare sul terreno ghiacciato ed insidioso. Qualcuno si è anche fatto male seriamente.
Devo dire che molti non erano attrezzati, ma cosa ci si può aspettare? Che tutti siano preparati fisicamente e portino scarponi e ramponi a 4 punte? Siamo realisti, per favore! In quel caso ho avuto modo di apprezzare il lavoro dei volontari del CNSAS.
I volontari del Soccorso hanno dovuto gestire una “fiumana” di oltre cento persone che scendevano nei più svariati modi (alcuni anche in scarpe da tennis col bimbo di 9 mesi in braccio!). Dopo questo, che è solo uno degli esempi di fermo dell’ovovia, i nostri politici pensano ancora che la priorità sia quella di collegare Bobbio ad Artavaggio?
Magari saranno capaci di dire che questa potrebbe essere una soluzione, ma dovrebbero capire che in giornate di vento forte non si può pensare di condurre senza rischi (freddo, bambini piccoli, gente impreparata e non capace di orientarsi in posti sconosciuti, stranieri, ecc.) centinaia di persone attraverso tutto il comprensorio di Bobbio, poi quello di Artavaggio.
L’urgenza in quei casi è far scendere tutti in sicurezza il prima possibile.
Punto 2 – La salvaguardia dell’ambiente: Quante parole si spendono a riguardo, senza poi effettivamente fare niente?
Se vogliamo prendere esempio dai nostri vicini esteri, così come citato da qualcuno, andiamo in Svizzera e precisamente nei Grigioni.
Prima di fare tante affermazioni e portare casi in difesa delle rispettive tesi, abbiamo noi lecchesi ed in genere italiani la cultura della Natura e del territorio che c’è in nella confederazione rossocrociata? Personalmente non penso. Il Parco Nazionale Svizzero è nato nel 1914. Noi cento anni dopo parliamo di mantenimento del territorio e sviluppo sostenibile?
Siamo in grado di prendere esempio, oppure sono solo le solite sparate politiche da una parte ed ambientaliste dall’altra?
Mi piacerebbe sapere (e vorrei tanto essere smentito) se chi sta portando avanti la diatriba Bobbio-Artavaggio sa che siamo indietro di cento anni e ha pienamente coscienza di cosa significhi il turismo sostenibile nei Grigioni (leggi di tutela, progetti decennali, controlli sulla realizzazione degli appalti, rispetto delle regole da parte di tutti, ecc.).
Probabilmente qualcuno sì e spero che possa farne buon uso pubblico, ma penso che altri nemmeno sapessero del secolo di storia e cultura del Parco Nazionale Svizzero!
Non pensiamo che ci sia di meglio da fare per il turismo lecchese?
Forse adeguare le strutture ricettive e di trasporto secondo i canoni lungimiranti della vicina Svizzera (vedi ad esempio i parcheggi interrati e completamente nascosti come quello di Sils o i bus navetta efficienti anche con neve e ghiaccio per il trasporto dei turisti)?Forse sì; forse così è prendere buon esempio.
Con quest’ultima affermazione ho anche risposto a quello che sarebbe stato il “Punto 3 – Investimenti turistici sul territorio”.
Per concludere smettiamo di prenderci in giro e cerchiamo di essere più realisti e meno chiacchieroni. Le opere come quella proposta sono di gran scena mediatica ed un bel biglietto da visita per i politici, ma di scarsa utilità. Forse sarebbe meglio che chi le sostiene andasse a sciare un po’ più anche nel suo proprio territorio e non solo a St. Moritz, Bormio, Livigno, Madesimo ecc.
Così forse aprirebbe più gli occhi sulla realtà Valsassinese e, dovesse capitargli di scendere a piedi a Barzio, si rederebbe conto di cosa è più urgente!”
Lettera Firmata