88 – 10 / Grande Lecco. Pescate e Ballabio contrari. Lecco, Malgrate e Morterone ok

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logo_88-1088 – 10 – L’idea di una Grande Lecco piace e non piace ai comuni limitrofi al capoluogo di Provincia. Sulle cinque municipalità che idealmente abbiamo collocato in questa macro area Ballabio e Pescate si sono dichiarate contrarie alla fusione, mentre il piccolo comune di Morterone, ai piedi del Resegone, non ha escluso l’idea di fondersi con una realtà più vasta quale quella di Lecco; favorevole anche il dirimpettaio comune di Malgrate. (L’articolo introduttivo: 88-10 Fusione tra Comuni. Chi ci sta? )

Nel dettaglio le posizioni dei rispettivi sindaci:

Il sindaco Alessandra Consonni

BALLABIO (4.082 abitanti) – Alessandra Consonni (No): “La fusione dei Comuni è, apparentemente, una soluzione vantaggiosa che, all’atto pratico, comporta un prezzo altissimo: la cancellazione di realtà che, in molti, casi vantano una storia antica di molti secoli, spesso millenni. Fusioni indiscriminate tra Comuni calpestano cultura e identità, ovvero quei fattori che contribuiscono in maniera decisiva a formare e consolidare il senso di appartenenza ad una comunità. Dal punto di vista del risparmio, appare risibile tagliare i pochi miseri gettoni di presenza dei consiglieri o il modesto compenso di sindaci e assessori, quando il governo romano brucia cifre astronomiche per mantenere soggetti stranieri spediti, magari, in quegli stessi comuni in cui si vorrebbe “economizzare” sopprimendo la rappresentanza politica. Cancellare i municipi fa parte del progetto di globalizzazione portato avanti con le varie politiche che mirano alla soppressione delle identità locali. D’altro canto, credo che sia utile e virtuoso mettere in comune, potenziandoli, servizi tra realtà contigue: a Ballabio lo stiamo facendo e, a breve, conto di poter fornire importanti novità al riguardo. Il nostro comune al momento ha servizi in convenzione con Morterone, come per esempio il segretario comunale, un paio di dipendenti e i servizi sociali con delega alla gestione associata della Comunità Montana della Valsassina. Al momento non vi è alcuna proposta di fusione da sottoporre ai cittadini. Certamente, per un passo simile, il referendum sarebbe d’obbligo”.

Virginio-Brivio_120x120LECCO (48.085 abitanti) – Virginio Brivio (Sì): “Le fusione fra comuni non sono solo forme generiche di collaborazioni pensate per comuni piccoli ma andrebbero bene anche per i comuni grandi, per erogare servizi più efficienti e per consentire loro di programmare delle risposte e dei bisogni degli altri comuni. Credo che sia più che mai necessario programmare insieme e avere dei piani di intervento su un’area più vasta, considerando che i nostri comuni sono fortemente urbanizzati e che i confini dei comuni non sono i confini dei problemi. Avere una visione più ampia per dare risposte più efficienti è sicuramente positivo. Certo bisogna domandarsi quale sia oggi l’identità dei nostri comuni. Penso che sia molto cambiata. I campanili hanno due funzioni, per guardare lontano o limitarsi ai campanari che stanno sotto. Lecco come città, come comune, ha bisogno di tante cose, di una dimensione turistica ad esempio. Occorre guardare lontano, oltre i confini, senza temere di perdere la propria identità. La gestione associata dei servizi va in questa direzione, consente di fare un ragionamento tra più comuni (Lecco intrattiene rapporti con oltre una decina di altri comuni per quanto riguarda i servizi sociali, culturali e la protezione civile). La paura oggi è che i comuni più grandi, i servizi più grandi, inglobino quelli più piccoli. E’ anche il freno all’idea della Grande Lecco, obiettivo a cui dovremmo arrivare gradualmente, attraverso la gestione associata dei servizi tra i comuni contemplati nel progetto. Serve dialogo, cominciare “pezzi” di ragionamento insieme. Stiamo pensando ad esempio di farlo coi trasporti: solo ragionando insieme il pregiudizio reciproco e le paure cadono. Non c’è cosa migliore che sperimentare progetti di lavoro concreti. Non si costruiscono sopra la testa delle comunità si procede a pezzi”.

Flavio Polano

MALGRATE (4.296 abitanti) – Flavio Polano (Sì): “Di principio sono favorevole alla fusione, ma poi non è detto che mi unirei. L’idea ha senso ed è da perseguire, il come e con chi è tutto un ragionamento che sul nostro territorio va fatto. Ritengo molto positive le gestioni associate, che per Malgrate e i comuni (Valmadrera, Civate e Galbiate) con cui le abbiamo avviate si sono rivelate molto virtuose. Se da queste gestioni nasceranno prospettive, va bene. Un’altra cosa che mi preme sottolineare è che i processi di fusione non devono venire dall’alto, dallo Stato, ma dal basso, dai comuni, dagli abitanti. Lo Stato dovrebbe mettere le condizioni per favorire questo processo, ma il come e il con chi deve deciderlo il territorio. Ora come ora l’argomento è lontano e non ho ancora pensato con chi potrei fondermi”.

antonella_invernizziMORTERONE – Antonella Invernizza (Sì): “Saremo costretti alla fusione visti i vincoli di finanza pubblica che sono peggio del patto di stabilità. Il nostro comune per esempio ha una capacità mutuabile per circa 200mila euro ma non possiamo accendere mutui perché già facciamo fatica a garantire entrate per coprire le uscite. In questo modo non ci possiamo permettere la ristrutturazione del cimitero. La necessità di fusione diventa sempre più stringente perché vincoli e responsabilità aumentano. Da parte nostra la richiesta anche solo di associare qualche servizio con qualche comune della Valsassina è stata fatta ma nessun comune ci ha aperto le porte e comunque questo comporterebbe ulteriore spese per il mio comune. Questo perché, se ci dovessimo unire ci sarebbero voci a bilancio che oggi non abbiamo e che dovremmo contemplare per esempio la Protezione Civile, la Polizia Locale servizi che Morterone non ha molti dai quali garantiti dal volontariato di degli amministratori dal segretario e dall’unica impiegata che abbiamo”.

dante-de-capitani-pescatePESCATE (2.125 abitanti) – Dante De Capitani (No): “Sono assolutamente contrario alla fusione dei comuni: ognuno di loro ha consolidato nel corso dei secoli un’identità che non va dispersa. Sono invece favorevole a forme di collaborazione tra i comuni: noi ad esempio gestiamo con Garlate la Polizia Locale, in generale penso che queste forme possono portare ad un’organizzazione diversa dei servizi. Ritengo che i comuni siano una ricchezza: Pescate ad esempio valorizza molto le tradizioni, abbiamo 7 sagre con gli Alpini e con queste vogliamo tramandare le nostre tradizioni culinarie e di tipo sociale ai posteri. La Grande Lecco? Non mi piace. Se dovessimo entrare perderemmo la nostra collocazione anche ambientale: Pescate è una piccola Svizzera, diventeremmo una periferia e sarebbe molto più difficile tenere curato il paese così come per i cittadini usufruire dei servizi, dovendo andare a Lecco per ogni burocrazia. Sui presunti vantaggi economici che deriverebbero dalla fusione io dico che non ci facciamo ingolosire dai soldi, non saranno quelli a farci cambiare idea”.

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