88 – 10 – L’ipotesi Valmadrerese fonderebbe solo 3 comuni: Valmadrera che la fa da padrone con i sui 11.600 e più abitanti, Civate che ne conta poco più di 4000 e Oliveto Lario che ne ha circa 1100 ed è il più piccolo in termini demografici. Quest’ultimo si trova fisicamente staccato dal resto del territorio provinciale da una “lingua” del comune comasco di Valbrona e subito viene diviso da Valmadrera da un’estensione comune di Mandello del Lario situato sulla sponda opposta del lago. Di questi tre comuni solo Oliveto Lario è contrario alla Fusione. (L’articolo introduttivo: 88-10 Fusione tra Comuni. Chi ci sta?)
CIVATE (4.008 abitanti) – Baldassare Mauri (Sì): “L’unione dei servizi è una cosa che non si può rimandare. Stiamo già lavorando su alcuni settori con Valmadrera e Civate, col quale avvieremo collaborazioni nel sociale da gennaio 2017, mentre dal primo luglio abbiamo in comune il servizio di vigilanza con Galbiate. Sono d’accordo con la fusione dei comuni, il modello ideale sarebbe una città metropolitana in cui ogni municipalità venga conservata, al fine di preservare le identità dei singoli comuni. Come primo step però continuo a ritenere inevitabile l’unione dei servizi: non ha più senso avere quattro uffici per quattro comuni limitrofi!”.
OLIVETO LARIO (1.111 abitanti) – Bruno Polti (No):“Oliveto Lario è un’enclave tra la Provincia di Lecco e quella di Como: con chi dovremmo unirci? Noi non ci riteniamo vicini né a Bellagio né a Valmadrera, tanto meno a Lecco o a Como. Il mio comune ha già dato in termini di fusione, nel 1927 il Duce ha deciso infatti l’unione di Onno, Vassena e Limonta, dando vita al Comune di Oliveto Lario. Gli anni successivi c’è stato molto campanilismo, oggi si è placato ma qui teniamo molto alla nostra autonomia, non vedo né utilità né benefici nella fusione tra comuni per cui sono assolutamente contrario. Contiamo già su diverse convenzioni in termini di servizi con altri comuni: la vigilanza ad esempio è in convenzione con Valmadrera e Malgrate, ci ha permesso di avere 7 agenti operanti su un territorio comunque vasto, è stata una convenienza per noi. Anche nel settore dei servizi sociali siamo convenzionati. Nonostante il buon esito di questa gestione associata non abbiamo nessuna intenzione di fare lo “step” successivo e pensare all’unione fra municipalità: lo Stato vende vantaggi che in senso pratico non esistono: se mi fondo devo avere un responsabile di servizio da pagare profumatamente, a quel punto poco conta che vengano meno i patti di stabilità”.
VALMADRERA (11.799 abitanti) – Donatella Crippa (Sì): “L’unione dei Comuni è una bella idea in teoria, ma in pratica credo sia difficile e comunque credo che sia più indicata per comuni piccoli, di massimo 1000 abitanti. Noi siamo abbastanza grandi nella nostra area e siamo molto richiesti per diversi servizi perché più strutturati anche rispetto a comuni vicini, coi quali abbiamo avviato una positiva gestione associata dei servizi. Detto questo se la fusione consente miglioramenti e risparmi perché no? Vedrei bene la fusione con Malgrate, Civate e anche Lecco”.