Dibattito sul polo di calore del Caleotto, la Provincia dispone nuove perizie

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Il sito della Caleotto all'Arlenico, fornirà calore alla rete di Teleriscaldamento

In consiglio comunale bocciata la proposta di sospendere la delibera sulla variante urbanistica per l’innalzamento di 5 metri delle due canne fumarie dell’impianto

“A pronunciarsi dovrà essere la Provincia, cui spetta il rilascio dell’Autorizzazione Unica Ambientale”. Nuove verifiche tecniche in corso

LECCO – “Prima di sospendere qualunque delibera dobbiamo attendere la decisione della Provincia, alla quale spetta l’emissione dell’Autorizzazione Unica Ambientale per la gestione e la messa in esercizio della centrale cogenerativa presso il polo del Caleotto”. Lo ha ribadito il sindaco Mauro Gattinoni martedì sera in consiglio comunale durante il dibattito sulla deliberazione di iniziativa consiliare presentata dai consiglieri Cesana e Valsecchi avente ad oggetto “richiesta di annullamento dell’efficacia esecutiva della deliberazione consiliare del 29 settembre 2025 relativa alla variante urbanistica per la realizzazione della centrale cogenerativa presso il polo Caleotto” con la quale il consiglio comunale aveva acconsentito all’innalzamento di 5 metri delle due canne fumarie dell’impianto termico.

Proprio ieri, martedì, Acinque Energy Green, società che sta seguendo il progetto del teleriscaldamento di cui il polo termico del Caleotto fa parte, ha reso noto il pronunciamento di Regione Lombardia che, dopo le ulteriori verifiche tecniche necessarie a seguito di un grossolano errore contenuto nella prima relazione ambientale allegata alla pratica nel 2024, ha confermato l’esclusione della stessa dalla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale. In altre parole, non ci sono motivi ostativi all’avanzamento del progetto.

La proposta dei consiglieri Lorella Cesana (Lecco Ideale) e Valsecchi (Orizzonte per Lecco), che nelle scorse settimane avevano ‘scovato’ l’errore sul calcolo delle emissioni, è stata oggetto di discussione in Aula: “Oggi abbiamo saputo che la Provincia ha dato incarico ad uno studio legale esterno per disporre un’ulteriore consulenza tecnica volta a fare tutte le verifiche del caso, prima di decidere se rilasciare l’AUA o meno. Perché non lo facciamo anche noi? Giunta e sindaco si sono impegnati, siamo tutti d’accordo che serve maggiore attenzione verso questo progetto, lo dobbiamo alla città” ha detto Cesana.

I consiglieri di maggioranza Mattia Bernasconi (Fattore Lecco) e Stefano Villa (Ambientalmente Lecco) hanno rimarcato come di fatto la proposta chiedesse di sospendere una cosa già sospesa dalla Provincia e per cui si è in attesa di pronunciamento.

Il leghista Stefano Parolari ha richiesto che Arpa conduca delle simulazioni credibili delle ricadute delle emissioni: “Che i camini siano alti 20 o 25 metri non cambierà molto, sarebbe meglio condurre questo tipo di analisi per tranquillizzare tutti. Resta il fatto che ci siamo trovati nel dubbio: possiamo porre fiducia a chi guarda queste pratiche? La tesi va anticipata da ipotesi, che qui mancano completamente. I cittadino non pongono tanto il problema della quantità di emissioni ma quanto la concentrazione in un solo punto, vicino al centro città e a zone sensibili come le scuole”.

E’ stato quindi il sindaco Mauro Gattinoni ad intervenire con alcune precisazioni: “Ovviamente in questo momento non c’è in costruzione alcuna centrale, perché non c’è l’AUA che lo consente. Dovrà rilasciarla la Provincia, si tratta dell’autorizzazione alla costruzione e all’esercizio. Oggi Regione ha confermato che questo impianto non necessita AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale, ndr) perché per emissioni, dimensioni e potenza è sotto soglia. La Provincia ha disposto di fare ulteriori perizie riservandosi ancora sulla decisione di rilasciare o meno l’AUA, lo apprendiamo questa sera”.

Ma cosa è attivo già oggi al Caleotto? “Quei due camini che si vedono sono una centrale provvisoria che già oggi funziona e alimenta edifici pubblici a teleriscaldamento grazie ai tubi messi in via Belfiore: alcuni condomini, il centro civico Pertini e la scuola Rosa Spreafico stanno già utilizzando il teleriscaldamento. Ricordo che la caldaia funzionerà a metano solo per sostenere picchi ed emergenze, per il 60% funzionerà con il recupero dei cascami termici del Caleotto”.

Sulla ricaduta a terra delle sostanze inquinanti, Gattinoni ha precisato: “Il motivo per cui abbiamo dato l’ok urbanistico ad innalzare di 5 metri le due canne fumarie previste dell’impianto è perché i tecnici hanno detto che più sono alte le ciminiere minori sono le ricadute al suolo. Questo impianto, rassicuro, sarà più controllato delle singole caldaie domestiche”.

Ora la palla passa alla Provincia: “La competenza è loro, stante che tutti gli altri pareri affermano che non vi sono condizioni ostative alla realizzazione dell’impianto. Torno a monte per un’ultima precisazione: i calcoli dell’ingegner Mainetti non riguardano le emissioni della caldaia, ma un calcolo differenziale tra le stime delle quantità attualmente emesse e quelle emesse dal teleriscaldamento a regime. Si tratta di stime, di fatto, calcolate e ricalcolate con metodi diversi. L’errore è stato riconosciuto e corretto dal proponente e Tegione oggi ci dice che comunque non è rilevante al fine dell’AIA. Se un po’ di fiducia nelle istituzioni dobbiamo averla, prendiamone atto e attendiamo cosa deciderà di fare la Provincia, rispetto a cui scatterà la nostra deroga urbanistica. Se l’autorizzazione verrà rilasciata le torri saranno di 25 metri se no abbiamo un problema, perché il progetto va comunque portato avanti”.

Prima delle dichiarazioni di voto (contraria la maggioranza, favorevole l’opposizione), Corrado Valsecchi di Orizzonte per Lecco ha ribadito il buon lavoro svolto dai consiglieri di minoranza:  “Io sono molto più tranquillo rispetto a qualche settimana fa quando ho votato in astensione una delibera senza documenti in mano.  Preciso che oggi non possiamo ancora rispondere alla domanda se l’impianto inquinerà di più o di meno, perché non possiamo saperlo, mancano i dati precisi. Nel mentre sono sereno, anche se la nostra proposta verrà bocciata: abbiamo fatto il nostro dovere”.