Occupazione: entro marzo, 220 posti di lavoro in meno

Tempo di lettura: 3 minuti

LECCO – Occupazione destinata a calare nel lecchese: sarebbero 220 i posti di lavoro che le imprese prevedono di perdere tra gennaio e marzo, un saldo negativo dello 0,3% tra i movimenti occupazionali in entrata (530) e in uscita (750) per il primo trimestre 2013.

Il dato emerge dal fascicolo sulle previsioni occupazionali delle imprese dell’industria e dei servizi, contenute nell’indagine del Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro che ha riscontrato come in tutta Italia siano più di 80 mila i posti di lavoro a rischio.

La contrazione maggiore di posti di lavoro nel trimestre in corso, secondo quanto riferito da Unioncamere, a livello nazionale riguarderà il personale dipendente assunto direttamente dalle imprese, con contratto stagionale e non stagionale a tempo indeterminato, determinato e apprendistato. Il saldo tra entrate e uscite nei tre mesi iniziali dell’anno si attesterà infatti a -80.200 posti di lavoro. I lavoratori interinali, invece, dovrebbero essere 22.600 in più, grazie a quasi 30mila entrate (verosimilmente collegabili in gran parte a contratti già in essere in passato) e a sole 7mila uscite previste. In positivo risulta il bilancio tra entrate e uscite tra gennaio e marzo 2013 anche per le forme contrattuali di lavoro non dipendente: 34.800 i contratti destinati a collaboratori a progetto in entrata e 23.400 quelli relativi a lavoratori a partita iva o per prestazioni a carattere occasionale.

Degli 80mila posti di lavoro alle dipendenze ‘dirette’ che le imprese prevedono di perdere nel corso del I trimestre 2013, oltre 50mila sono dovuti alle scelte delle imprese del settore dei servizi, per effetto soprattutto del saldo negativo del commercio e del turismo (37mila le posizioni in meno). Sfiora le 30mila unità, invece, il saldo negativo dell’industria nel suo complesso, determinato in prevalenza dagli oltre 15mila posti di lavoro a carattere stagionale e non stagionale persi nel comparto manifatturiero (compensati però dal saldo positivo relativo a quasi altrettanti contratti interinali).

Tra il I trimestre 2012 e il trimestre in corso, le assunzioni dirette di personale dipendente risultano in riduzione di oltre 14mila unità (137.800 quelle attuali, a fronte delle 152mila di gennaio-marzo 2012). La variazione tendenziale negativa interesserà soprattutto i contratti a tempo indeterminato (6.700 in meno, pari al -13%), seguiti dall’apprendistato (-900 ma -9,3%) e, quindi, dai rapporti di lavoro a termine (6.700 in meno, pari al -7,4%). La riduzione più sensibile, tuttavia, interessa i contratti interinali, considerati spesso troppo onerosi da parte delle imprese. Le previsioni valide fino a marzo 2013 segnalano infatti 29.600 entrate, 12.700 in meno di quelle messe in cantiere dalle imprese nel I trimestre 2012, con una riduzione del 30%.

Delle 137mila assunzioni ‘dirette’ previste nel I trimestre 2013 con contratto stagionale e non stagionale a tempo indeterminato, determinato e apprendistato, si prevede che quasi 39mila, pari al 28%, siano destinate a giovani fino a 29 anni. Tuttavia, il confronto rispetto alle previsioni effettuate nel I trimestre 2012 rivela una evidente riduzione, all’inizio dello scorso anno i giovani rappresentavano oltre un terzo delle assunzioni programmate (34%). In parte ciò è dovuto anche ad un ricorso ancora contenuto al contratto di apprendistato per l’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro.