“Oibò sono morto”: il teatro stabile di Orvieto al PalaBachelet

Tempo di lettura: 2 minuti

OGGIONO – Venerdì spaio al teatro al PalaBachelet di Oggiono: prodotto in collaborazione con FEDERGAT, il Teatro stabile di Anghiari e Liberarte di Orvieto, liberamente tratto da due romanzi di autori scandinavi Jan Fridegard e Arto Paasilinna, “Oibò sono morto” tratta di cosa succede quando “la signora morte” ci viene a prendere, di cosa succede dopo, di cosa c’è nell’aldilà.

Nello spettacolo Giovanna Mori e Jacob Olesen si confrontano immaginando un luogo di passaggio tra la vita terrena e l’eternità assoluta. Una specie di “non dove” dove le anime passano e soggiornano prima di andare, dove non so. Luogo dal quale non si può tornare indietro, dove non si ha più ne freddo né caldo, né fame, né bisogno di andare dal parrucchiere, ma dove ancora si
provano passioni, sentimenti e curiosità.

C’è un uomo. Cammina per strada. E lì sta passando una bella donna. L’uomo si volta guardarla. Passa una macchina, lo investe, l’uomo muore. La sua anima lascia il corpo e si mette a guardare quello che succede. Il trambusto intorno a lui, l’ambulanza, l’ospedale. E poi c’è una donna in ospedale. Intorno a lei i parenti che cercano di trattenerla con il loro amore.

E l’anima dell’uomo la vede e se innamora… Comincia così una storia d’amore. Senza paura di retorica, la storia di due anime.
Anime che guardano al loro passato con stupore e struggimento e al loro futuro senza possibilità di costruzione, ma intanto “vivono”
quel presente. Oibò sono morto è una riflessione sul senso della vita, adatto ad
un pubblico dai dieci ai cent’anni.

Donati & Olesen “Oibò son morto”

22 marzo 2013 – h. 21,00
Oggiono – PalaBachelet

regia Giovanna Mori e Jacob Olesen
di e con Giovanna Mori e Jacob Olesen
collaborazione artistica Giovanni Calò, Mario Guiducci
disegno luce Luca Febbraio