Il capolavoro di Lev Tolstoj torna ancora una volta sul grande schermo.
La prima cosa che si nota è che la vicenda sembra svolgersi completamente su un palcoscenico e in alcune sequenze i personaggi si muovono come in una coreografia. Evidentemente il regista, Joe Wright, ha compiuto questa scelta stilistica perché non voleva che il pubblico paragonasse il suo Anna Karenina con altre trasposizioni segnate dalla presenza magnetica di Greta Garbo (1935) e Vivien Leigh (1948).
La più moderna Keira Knightely, per quanto bella e brava, purtroppo non riesce ad avvicinarsi nemmeno lontanamente alle due celeberrime attrici che l’hanno preceduta. Per non parlare del giovane Vronsky che qui sembra un “ragazzotto” alle prime armi. Lo si potrebbe definire un vero e proprio “bamboccione”.
Un difetto lampante è vedere i personaggi scrivere in inglese. Nella Russia dell’Ottocento avrebbero scritto sicuramente in russo o nella lingua della noblesse, ossia il francese, ma assolutamente non in inglese.
La vicenda parallela di Konstantin Levin detto Costia, personaggio dalle forti contraddizioni, non viene risaltata a dovere, come invece accade nel romanzo. Al termine del film, Costia sembra aver capito qualcosa che vorrebbe subito confidare a sua moglie Kitty, ma si perde la grandezza di quella confidenza poi non fatta. Il Levin di Tolstoj era passato tra dubbi esistenziali e labirintici pensieri sulla fede e sul senso del vivere, ma nel film di Wright tutto questo non emerge.
Infine, Tolstoj voleva rendere la storia e il dolore di Anna come parte di un universo in cui altre vite si muovono, soffermandosi sul graduale malessere che scavava l’anima della donna. La sceneggiatura di Tom Stoppard invece è troppo rapida: un attimo prima il grande amore col conte Vronsky è immenso e intoccabile, ma poco dopo Anna è disperata e instabile. Poche sono le sfumature in mezzo che possano aiutare lo spettatore a comprendere appieno il tormento di questa donna che ha giocato tutto per amore in un tempo in cui non era ammesso farlo.
Ma Anna Karenina ha, per fortuna, anche molti pregi: innanzi tutto i costumi meravigliosi, che hanno valso al film il premio Oscar 2013, ma anche le meravigliose scenografie.
Il tema del treno è reso magistralmente, come metafora che sa esprimere diversi sentimenti umani.
La scena più bella: la danza durante la festa di Kitty.
Scheda del film.
Regia: Joe Wright
Paese: Gran Bretagna
Anno: 2012
Durata: 130’
Genere: drammatico
Attori: Keira Knightley, Jude Law, Aaron Taylor-Johnson, Kelly Macdonald, Matthew Macfadyen, Emily Watson, Olivia Williams, Holliday Grainger, Domhnall Gleeson, Ruth Wilson, Alicia Vikander, Michelle Dockery
Trama.
Nel 1874 la bella Anna Karenina ha quello che tutti i suoi contemporanei aspirerebbero ad avere: è la moglie di Karenin, un ufficiale governativo di alto rango al quale ha dato un figlio, e la sua posizione sociale e reputazione a San Pietroburgo non potrebbe essere più alta. Anna si reca a Mosca dopo aver ricevuto una lettera da suo fratello, un dongiovanni di nome Oblonsky, che le chiede di raggiungerlo per aiutarlo a salvare il suo matrimonio con Dolly. In viaggio, Anna conosce la Contessa Vronsky e, alla stazione, suo figlio, l’affascinante ufficiale di cavalleria Vronsky. Quando Anna viene presentata a Vronsky, scoppia immediatamente una scintilla di reciproca attrazione che non può essere ignorata.
Trailer
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Francesca Numerati