LECCO – Riceviamo e pubblichiamo la riflessione dell’assessore comunale di Lecco, Ivano Donato, riguardo al “caso” di don Giorgio De Capitani, il prete trasferito dalla parrocchia di S. Ambrogio in Monte di Rovagnate e sul quale pesa il pesante giudizio della curia riguardo alle sue dichiarazioni su Chiesa e politica, diffuse dal pulpito e dal suo blog (vedi articolo).
“In questi giorni sul web è molto attivo il dibattito su Don Giorgio, sul suo profilo personale, sul suo modo di pensare, di agire e su come questa storia stia finendo. Ma mi si consenta qualche riflessione al disopra delle parti come forse sarebbe bene che si cercasse di fare da parte di tutti.
Chi cerca di essere se stesso e di avere la schiena diritta in questo paese viene preso per un pazzo, un antisociale, un sovversivo, un rompiscatole, una persona pericolosa, un esagitato, un inaffidabile e alla fine se non riescono a fermarti con queste parole ti isolano e ti emarginano facendoti morire in solitudine dicendo….l’ennesimo rompipalle ha finito di creare scompiglio.
Questo è successo a Don Giorgio. questo è successo a tanti altri prima di lui e questo succederà a tanti dopo di lui. E’ successo in ogni ambito, nella scuola, nel lavoro nella politica, nella religione nella vita semplice di un condominio. Non dico che tutti gli uomini “contro” siano e dobbiamo guardarli come dei profeti. Anzi, tutt’altro. Forse però basterebbe imparare a guardare a capire e soprattutto ad ascoltare.
Forse un giorno capiremo da che parte stare. Forse. E forse ci daremo una spiegazione un po più terrena e umana anche del perché 2000 anni fa chi diceva il vero è stato considerato un bestemmiatore, un sovversivo, un rivoltoso un sobillatore. Invece diceva solo la verità, la verità di 2000 anni fa ma che tutto sommato non è diversa dalla verità di oggi ma in fondo anche in quel caso, il tempo lo consentiva, l’hanno crocefisso scegliendo a lui un ladrone vero.
Nulla è cambiato! Il mondo intero ma soprattutto questo paese e questa regione in cui vivo, mafiosa dentro e perbenista di facciata che prega e fa elemosina ma poi ruba, evade e sfrutta il prossimo preferisce emarginare i Don Giorgio rispetto ad altri…..in fondo Don Giorgio no può dare nulla. Gli altri chissa…..come Don Rodrigo amava circondarsi di Bravi al proprio tavolo per mangiare gli avanzi, anche dentro il nostro modo di pensare c’è a speranza in fondo in fondo che qualche cosa avanzi anche per noi!”
Ivan Donato

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