BOSISIO – Riceviamo e pubblichiamo la nota delle segreterie dei sindacati dei lavoratori pubblici di Cgil, Cisl e Uil in merito al trasferimento dei pazienti psichiatrici del centro di Bosisio Parini:
“L’Azienda Ospedaliera di Lecco nell’incontro del 17 ottobre ci ha annunciato l’intenzione di trasferire rapidamente la sede della Comunità di Riabilitazione ad alta Assistenza psichiatrica (CRA) di Bosisio Parini, a causa della dichiarata esistenza di problemi di staticità della struttura e della impossibilità di effettuarvi interventi senza il preventivo sgombero completo.
L’Azienda ha riferito quindi che, intende procedere ad un iniziale trasferimento a carattere provvisorio negli spazi situati al secondo piano del Presidio Ospedaliero Umberto 1°di Bellano, che eroga prestazioni riabilitative in regime di ricovero e ambulatoriale relativamente all’ambito neurologico e ortopedico, spazi che il Piano di Organizzazione Aziendale POA 2011-2014 (pag 6-7)cita
“L’ulteriore area di sviluppo è rappresentata inoltre dall’ambito della convenzione con INAIL per riservare una quota dei posti letto al paziente da riabilitare dopo un infortunio sul lavoro, in collaborazione ed integrazione con le strutture che si occupano per conto di INAIL dei manufatti e della riabilitazione protesica. ……. Il 2013 si caratterizzerà per il completamento degli accordi con INAIL, o in caso di difficoltà, per un orientamento diverso, in sinergia con RL per una caratterizzazione riabilitativa specifica in base alle necessità evidenziate dalla regione stessa, anche con riferimento all’eventuale riabilitazione pneumologica con l’INRCA. Il percorso prevede altresì l’attivazione di alcuni posti letto di medicina per pazienti subacuti, analogamente a quanto avvenuto per Lecco e Merate.“
Contestualmente avrebbe individuato con gli enti competenti una possibile futura definitiva collocazione della Comunità in un immobile confiscato alla criminalità organizzata sito nel Comune di Airuno, utilizzato nel recente passato come Caserma dalla Guardia di Finanza.
L’ipotesi e le decisioni già assunte, sollevano diverse questioni di merito e di metodo, che richiedono un approfondimento e un confronto.
Non è ovviamente in discussione la questione sicurezza. Se vi è una situazione di pericolo si faccia con l’urgenza del caso tutto quanto necessario per preservare l’incolumità di chiunque si trovi all’interno della struttura.
Esiste anzitutto un problema che riguarda la collocazione anche provvisoria del CRA nel Presidio di Bellano. L’attività in oggetto è una Comunità Riabilitativa. Gli utenti sono inseriti in percorsi riabilitativi che non hanno nulla a che vedere con l’ospedale. Dalla Legge 180 in poi, all’interno degli ospedali trova posto solo il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (SPDC), cioè la degenza per i pazienti acuti.
Con l’ipotesi indicata sarebbe come far tornare in ospedale chi ne è uscito perché ha superato la fase acuta. Si prefigurerebbe la creazione di fatto di un nuovo reparto ospedaliero in ambito psichiatrico, non previsto dall’ordinamento e culturalmente inaccettabile, dopo la deospedalizzazione della Psichiatria dagli anni ’80.
Il carattere di provvisorietà della soluzione, che pure nella migliore delle ipotesi rischia realisticamente di protrarsi ben oltre un anno, non attenua le nostre obiezioni. Non si tratta di brevi ricoveri ospedalieri, ma di persone per le quali il progetto di cura può prevedere la permanenza nella struttura fino a 18 mesi. Un luogo che di fatto diventa la loro abitazione.
Non è fuori luogo ricordare a proposito di soluzioni provvisorie che, ancora in ambito psichiatrico, la attuale sede del Centro Psico Sociale CPS in ciò che resta del vecchio Ospedale di Lecco continua da anni “provvisoriamente”, la sua attesa di una definitiva e più dignitosa collocazione.
Il Presidio di Bellano è a tutti gli effetti una struttura ospedaliera e la Comunità sarebbe collocata organicamente al suo interno in modo esattamente analogo ai reparti di degenza situati nei piani sottostante e sovrastante.
L’area individuata si caratterizza a tutti gli effetti come reparto di degenza e l’accesso ai locali individuati per le attività riabilitative e di risocializzazione avverrebbe con il transito attraverso spazi ospedalieri. Non vi è inoltre una sufficiente area all’aperto con le necessarie caratteristiche di fruibilità.
Anche la distanza dal centro abitato di Bellano non appare in linea con il requisito di ”inserimento in un contesto abitativo” previsto dalla vigente normativa.
Se si considera invece la questione della riconversione del Presidio di Riabilitazione di Bellano, tutt’ora incredibilmente incompiuta, appare evidente come questa fase di ipotetico utilizzo incoerente col progetto originale descritto nel POA, rischia di allontanarne ulteriormente la realizzazione, compromettendo l’unica soluzione fino ad oggi ancora in campo. Per queste ragioni non è condivisibile la soluzione del trasferimento anche solo provvisorio, della CRA di Bosisio Parini nell’Ospedale di Bellano.
Riteniamo quindi necessario che si mettano in campo tutti gli sforzi per la ricerca di una diversa soluzione per l’immediato. Il secondo ordine di problemi riguarda la destinazione definitiva del CRA.
Premesso l’ovvio apprezzamento per il reimpiego alla pubblica utilità del bene confiscato, la collocazione della CRA di Bosisio ad Airuno non convince per almeno due ragioni. La prima attiene la distribuzione equilibrata sul territorio delle diverse strutture del Dipartimento di Salute mentale. Esiste già una CRA a Cernusco Lombardone: in questo modo si determinerebbe la presenza di due CRA nell’Area Distrettuale di Merate e di nessuna nelle Aree di Lecco e Bellano.
L’assistenza psichiatrica nelle sue strutture territoriali va inserita nei contesti abitativi proprio per la relazione fra processo di cura riabilitazione e risocializzazione che la prossimità con il paese o la città consentono.
L’ubicazione dell’edificio è dislocata rispetto al centro abitato e non faciliterebbe l’interazione degli utenti con la vita della comunità di Airuno. Si presenterebbero inoltre rischi di sicurezza nel percorso per raggiungere il paese lungo il tracciato della strada provinciale.
Abbiamo assicurato alla Direzione dell’Ospedale il nostro impegno per cercare sul territorio e con gli altri organi istituzionali possibili strutture alternative che consentano di proseguire i percorsi riabilitativi psichiatrici come previsto dalla normativa e per dare la migliore risposta ai cittadini. In questo contesto chiediamo la convocazione urgente di un Tavolo
Territoriale di Confronto a Lecco su questo problema, con la partecipazione di tutti i soggetti coinvolti ed in particolare: Regione Lombardia, Azienda Ospedaliera, Azienda Sanitaria Locale, Consiglio di Rappresentanza dei Sindaci, Presidenti Assemblee Distrettuali, Amministrazione Provinciale, Sindaci di Lecco, Bellano, Bosisio Parini e Airuno, delle parti sociali e di una rappresentanza delle associazioni dei familiari di pazienti psichiatrici”.
Le Segreterie CGIL CISL UIL Confederali e Funzione Pubblica di Lecco