COMO – Nel corso di due distinti interventi svolti il 17 dicembre u.s., i militari della Guardia di Finanza del Gruppo Ponte Chiasso in collaborazione con i funzionari doganali, hanno intercettato tre persone che tentavano di importare illegalmente tre orologi di lusso non dichiarati. Si tratta di pezzi di altissimo pregio, il cui valore ammonta a quasi 92.000 euro.
Nel corso del primo intervento, i finanzieri riscontravano la presenza di due scatole vuote di orologi sui sedili posteriori di una monovolume guidata da due cittadini malesi.
Successivamente alla domanda di rito, alla quale gli stessi rispondevano di non trasportare nè merce nè valuta, i finanzieri notavano la presenza ai polsi dei due malesi degli “Audemars Piguet”, in carbone e titanio, e sui sedili dell’autovettura la garanzia e i cofanetti con le fatture di acquisto degli orologi appena comprati, per un valore complessivo di 68.000 franchi svizzeri.
Subito dopo sempre presso il valico turistico di Brogeda, ad essere fermata è stata una cittadina cinese proveniente da Lugano, anch’essa dichiarando di non avere nulla al seguito.
Anche in questo caso un controllo più approfondito ha fatto venire alla luce un orologio al polso della donna, marca “Piaget”, in oro bianco e brillanti, del valore di quasi 45.000 franchi svizzeri con la fattura di acquisto ben occultata all’interno del portafoglio, tra le carte di credito.
I tre orologi di lusso venivano quindi sottoposti a sequestro per contrabbando.
Sempre nella stessa giornata, in tarda serata, i finanzieri in servizio al valico arrestavano un cittadino sloveno che cercava di raggiungere la Svizzera a bordo di un’autovettura con altri due concittadini. Dalla consultazione della Banca Dati Interforze, emergeva che uno di essi – L.D. di 50 anni – doveva essere arrestato in esecuzione di un ordine di carcerazione emesso, nel 2007, dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trieste per favoreggiamento aggravato dell’immigrazione clandestina a scopo di lucro.
Il soggetto veniva pertanto arrestato e tradotto nella Casa circondariale di Como per espiare la pena detentiva.