MILANO – Nel corso della cerimonia, che si è svolta questa mattina al Piano della Memoria di Palazzo Pirelli (26° piano), il Presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo e l’Ufficio di Presidenza hanno ricordato la figura e l’opera di due lombardi che si sono contraddistinti per avere rifiutato di collaborare con i nazisti e avere salvato la vita di molti ebrei. Si tratta di Enrico Bertè e di don Eugenio Bussa, al quale è oggi dedicata l’omonima Associazione presieduta da Armando Forno, che ha ritirato il premio.
“Oggi attribuiamo un riconoscimento a chi, pur nella violenza inaudita e nella devastazione morale della persecuzione, ha dimostrato coraggio e eroismo, dando un segno di forza e di resistenza in quei giorni così oscuri –ha affermato il Presidente del Consiglio regionale della Lombardia Raffaele Cattaneo – Bisogna fare memoria di quello che è accaduto per evitare che fatti così atroci possano ripetersi: l’anticorpo per evitare rigurgiti di intolleranza e di negazionismo è l’ascolto, direttamente dalla viva voce di coloro che hanno vissuto quelle atrocità, di parole così vere, così toccanti, rivolte a tutti noi e, in particolare, ai giovani”.
Don Eugenio Bussa, nato nel 1904 a Milano, fu nominato prete nel 1928 dal Cardinale Tosi. Nel febbraio del 1943 aprì a Serina, nella bergamasca, una colonia montana di sfollamento per i bambini del quartiere Isola di Milano che era stato pesantemente distrutto dai bombardamenti. Nella colonia trovarono rifugio anche alcuni bambini ebrei. Don Eugenio Bussa li tenne sotto falso nome, esonerandoli anche dall’apprendimento della religione cattolica. Per evitare che i bambini ebrei potessero finire nelle mani dei nazisti arrivò anche a falsificare i loro documenti. Alla fine del conflitto, riconsegnò alla Comunità ebraica di Milano i bambini, integri nella loro fede d’Israele, come gli fu poi pubblicamente riconosciuto. Nel 1990 a don Eugenio Bussa è stato attribuito il riconoscimento di “Giusto fra le Nazioni”. Il 22 ottobre del 1992 in Israele, nella località di Yatir, nei pressi della Cisgiordania, è stata inaugurata la foresta intitolata a don Eugenio Bussa. A lui è dedicato oggi il cavalcavia che collega via Maurizio Quadrio a via Pietro Borsieri, due strade del quartiere Isola.
Enrico Berté, nato a Milano nel 1924 e varesino di adozione, risiede a Malnate. Architetto e poeta, ha vinto numerosi premi letterari. Soldato dell’esercito italiano, la sera dell’8 settembre 1943 Bertè fu fatto prigioniero dai nazisti a Bressanone. Rinchiuso in cella per tre giorni, fu poi deportato prima a Mannheim e poi Schandelah perché si rifiutò di collaborare con i nazisti e di aderire alla Repubblica di Salò. Persona di grande valore umano ed etico, amato e rispettato da tutti, a 90 anni è ancora attivo nelle scuole e fra i giovani: prima di concludere i suoi incontri invita gli studenti a non dimenticare, a raccogliere il testimone e diventare essi stessi ”sentinelle della Memoria”. A Bertè sono state conferite molte onorificenze, tra cui quella di Volontario della libertà e di Cavaliere della Repubblica, oltre alla Medaglia d’Onore della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
“Oggi temo in particolare il negazionismo –ha detto ai presenti l’architetto Bertè- ed è per questo che continuo ad andare nelle scuole per rivolgere a tutti l’invito a non dimenticare: confido nelle nuove generazioni perché certi crimini non si ripetano mai più e nutro forte speranza nella bontà dell’uomo”.
Alla cerimonia hanno partecipato numerosi Consiglieri regionali, tra i quali la Vice Presidente Sara Valmaggi e i Consiglieri Segretari Daniela Maroni e Eugenio Casalino. Erano presenti gli alunni della classe 2°A di grafica dell’Istituto Tecnico Industriale “Don Bosco” di Milano e agli studenti delle classi 2°A e 4°B del Liceo d’Arte di Cantù. Tra il pubblico anche la professoressa Patrizia Bianchi promotrice dello spettacolo “Il dono del padre”, un musical ispirato al film “La vita è bella” e alla storia di Enrico Bertè, che sarà in scena giovedì 30 gennaio alle ore 20.30 al teatro Apollonio di Varese: lo spettacolo, ricordato dal Presidente Cattaneo, è stato realizzato dai bambini e dai ragazzi delle scuole primarie e secondarie di Malnate e Sumirago, delle scuole dell’infanzia di Malnate e Brenta e della scuola di Musical di Malnate.