A chiederlo è il comitato lecchese per l’acqua pubblica. Nei giorni scorsi il gruppo di cittadini aveva discusso l’opportunità di sciogliersi ora che l’obiettivo del referendum è stato raggiunto con due vittorie. Ma hanno sentito l’esigenza di far sì che ci sia rispetto da parte dei politici di quanto espresso dagli elettori nelle urne.
La vigilanza del comitato lecchese riguarda anche quanto sta accadendo sull’acqua locale e le vicende di Idrolario e Lario Reti Holding.
In questo senso plaude la decisione dei sindaci di tenere le bocce ferme all’attuale situazione e di non creare un nuovo organismo di gestione dell’acqua perché – dichiara- se fosse passata la linea di togliere la competenza ai Comuni per darla alla Provincia: “Con la costituzione dell’Ufficio d’Ambito provinciale i cittadini sarebbero stati esclusi dalla possibilità di conoscere e presenziare alle assemblee in cui vengono discusse e votate le decisioni sull’acqua“.
Sulla creazione del nuovo soggetto Idroservice ammonisce che “La gestione dell’acqua deve essere affidata ad un’unica azienda (evitando pertanto il proliferare dei CdA) di diritto pubblico”.
Sotto riportiamo il testo integrale del comunicato stampa
I risultati del Referendum sull’acqua (Lecco è la provincia con la maggior percentuale di votanti in Lombardia) stanno cambiando lo scenario dell’acqua nella nostra provincia. Così il Comitato Lecchese per l’Acqua Pubblica commenta le 2 vicende dibattute negli ultimi giorni in provincia di Lecco in merito alla gestione dell’acqua: da una parte l’assemblea dell’ATO e dall’altra le questioni relative ad Idrolario e Lario Reti Holding.
In merito all’assemblea dell’ATO tenutasi martedì 28 giugno, il Comitato plaude a quei sindaci che hanno votato la sospensione della procedura per la costituzione dell’Ufficio d’Ambito provinciale sull’acqua, ovvero il nuovo organismo che avrebbe dovuto sostituire l’assemblea dei sindaci dell’ATO idrico. Con la decisione di sospendere la procedura, i sindaci hanno difeso la loro titolarità sull’acqua, che invece la legge regionale vorrebbe sottrargli per consegnarla all’Amministrazione Provinciale. Inoltre con la costituzione dell’Ufficio d’Ambito provinciale i cittadini sarebbero stati esclusi dalla possibilità di conoscere e presenziare alle assemblee in cui vengono discusse e votate le decisioni sull’acqua: infatti, a differenza delle assemblee dell’A.ATO, le riunioni dell’Ufficio d’Ambito non permettono la presenza del pubblico. A tale scopo il Comitato chiede l’immediata modifica della legge regionale sui servizi idrici, che è stata di fatto superata dopo il voto dei Referendum sull’acqua pubblica.
In relazione alle assemblee di Idrolario e Lario Reti Holding, il Comitato Lecchese per l’Acqua Pubblica si dice preoccupato per l’attuale conduzione di queste aziende pubbliche, spesso improntata più a mantenere l’equilibrio partitico delle poltrone dei CdA, che non ad una gestione efficiente e trasparente, come richiederebbe il servizio pubblico. Senza entrare nel merito tecnico delle questioni (sfiducia al CdA di Idrolario; spin-off da LRH di una nuova società per l’acqua, che verrebbe denominata Idroservice), il Comitato chiede che ogni decisione sulla gestione dell’acqua venga presa con la massima trasparenza e nel pieno rispetto della volontà popolare espressa con il voto ai Referendum del 12 e 13 giugno: i cittadini italiani e lecchesi vogliono una gestione pubblica e trasparente dei servizi idrici.
Rispetto al dibattito sul mantenimento dell’affidamento ad Idrolario o sulla creazione di una nuova società (Idroservice), il Comitato ribadisce che la gestione dell’acqua deve essere affidata ad un’unica azienda (evitando pertanto il proliferare dei CdA) di diritto pubblico (consorzio od azienda speciale consortile, che per loro natura non devono fare utili ma solo coprire i costi). In ogni caso quello che deve essere garantito è un pubblico efficace, che sappia gestire con oculatezza un bene indispensabile qual è l’acqua. Le decisioni devono essere trasparenti e i cittadini devono essere coinvolti nelle scelte più importanti, perché l’acqua riguarda tutti i cittadini.