LECCO – “Entro il 30 di settembre si voterà per il nuovo consiglio provinciale di Lecco”, che sarà eletto e sarà composto dai sindaci e dai consiglieri comunali del territorio.
Questa è la novità che è giunta da Roma al termine della giornata di giovedì ed annunciata venerdì a Lecco dal sottosegretario regionale agli enti locali, Daniele Nava. L’ex presidente della Provincia ha convocato in mattinata i tutti primi cittadini dell’area lecchese per aggiornarli sulla riforma Delrio, che modifica la gestione degli enti locali e che ben presto dovrà essere applicata.
Anzi, dovrà essere applicata ancor prima di quanto inizialmente prospettato: la data per la votazione per i nuovi Consigli Provinciali e quindi del nuovo presidente di Villa Locatelli è stata anticipata di tre mesi rispetto al termine del 31 dicembre ed anche la Provincia di Lecco dovrà quindi prepararsi alla “rivoluzione”.
Il Consiglio Provinciale di Lecco avrà 12 componenti, con durata di due anni; il presidente della Provincia, che al contrario resterà in carica 4 anni, sarà eletto dai sindaci e dai consiglieri comunali il cui mandato scada non prima di 18 mesi dalla data di svolgimento delle elezioni; c’è poi l’Assemblea dei Sindaci che sarà costituita dai primi cittadini dei Comuni appartenenti alla provincia.
“E’ una riforma che non piace ma che va rispettata – ha commentato Nava – sarà foriera di problemi per amministratori e cittadini, perché lascia alle Province alcune funzioni fondamentali ma senza le risorse necessarie. Se non si interviene con i finanziamenti, ci ritroveremo gli studenti al freddo nelle scuole quest’inverno e con i motociclisti che cadono per le buche sulle strade provinciali”.
Il nodo da sciogliere riguarda proprio le funzioni che resteranno a Villa Locatelli, quali dovranno fare capo alle Unione dei Comuni e quali invece alla Regione: “Al momento non c’è un orientamento definitivo. Laddove si riuscirà cercheremo di mantenere decentrati alcuni ambiti, ma si tratta di fare ragionamenti differenti in base alle caratteristiche dei territori”.
Novità in vista anche per i piccoli Comuni, fino a 5 mila abitanti (3 mila in caso di enti associati a Comunità Montane), che dovranno esercitare obbligatoriamente in forma associata alcune funzioni e l’erogazione di alcuni servizi come la raccolta rifiuti, l’edilizia scolastica (asili, scuole primarie e secondarie di primo grado), polizia municipale, catasto, protezione civile, pianificazione urbanistica ed edilizia, oltre che la progettazione e gestione dei servizi sociali.
L’obbligo dell’esercizio associato delle funzioni fondamentali entrerà in vigore integralmente a fine anno e riguarderà 67 Comuni lecchesi: di questi 13 appartengono alla Comunità Montana del Lario Orientale e Valle San Martino, 26 alla Comunità Montana della Valsassina, Valvarrone, Val d’Esino e Riviera, mentre altri 28 (dei quali 3 fanno parte dell’Unione della Valletta) sono al di fuori del perimetro delle Comunità Montane.

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