LECCO – Uno scenario di diffusa stabilità è quanto emerge dai dati elaborati dall’Osservatorio rapido congiunto di Confindustria Lecco e Unindustria Como relativo per il mese di maggio: ordini, produzione e fatturato, non registrano grosse variazioni rispetto ad aprile.
Nel caso della domanda, lo scenario risulta ancora in rallentamento sul mercato italiano, una fase di stagnazione come la definisce l’associazione degli industriali, al contrario dell’export dove manifesterebbe più dinamismo.

“Da tempo, la presenza sui mercati esteri da opportunità si è trasformata in necessità di sopravvivenza per le aziende del nostro territorio, così come per le aziende dell’intera nazione – afferma Giovanni Maggi, presidente di Confindustria Lecco – Le manovre e le riforme degli ultimi anni evidentemente non sono state sufficienti a rilanciare una domanda interna che, nonostante i timidi segnali di ripresa della prima parte dell’anno, stenta a decollare. E’ da tempo che Confindustria incalza i diversi Governi che si sono succeduti ad essere più incisivi. In questo momento non bastano i piccoli cambiamenti e i piccoli ritocchi, occorre invece fare delle scelte importanti e decisive, che consentano di invertire nettamente il trend negativo”.
Anche i dati sull’attività produttiva per le imprese delle due province evidenziano una fase di stagnazione e i dati della provincia di Lecco evidenziano un maggiore rallentamento della capacità produttiva. Un’impresa su quattro, infatti, ha espresso un giudizio di rallentamento, a fronte di un 13,6% che ha invece indicato un incremento rispetto ad aprile. Si rileverebbe, tuttavia, un maggiore sfruttamento della capacità produttiva, che raggiunge il 76,7%.
La situazione risulta stagnante anche per il fatturato delle aziende dei territori lecchese e comasco e le previsioni delle imprese delle due province indicano il permanere, per le prossime settimane, della situazione riscontrata in maggio. Per quasi 9 imprese su 10 (87,8%) gli ordini in portafoglio risultano coprire un orizzonte temporale inferiore al trimestre.
Sul versante dell’approvvigionamento delle materie prime le imprese lecchesi e comasche segnalano una dinamica generalmente stabile dei listini nel mese di maggio. Nel dettaglio il 75,2% delle aziende ha indicato stabilità dei prezzi delle materie prime, il 7,4% una diminuzione dei listini e il 17,4% un incremento.
Permangono, secondo quanto registrato da Confindustria, forti criticità per quanto riguarda i casi di insolvenza e ritardo nei pagamenti. Il fenomeno interessa oltre il 60% del campione e la situazione non risulta in miglioramento rispetto ai mesi precedenti. La situazione non cambia per le sole imprese lecchesi, per le quali i giudizi di peggioramento risultano superiori (13,3%), a fronte di un miglioramento che interessa solamente il 2,2% del totale.

Lo stesso vale per i rapporti con gli Istituti di credito. L’Osservatorio ha rivelato il permanere di criticità per le imprese di entrambe le province anche se a livello lecchese il fenomeno è stato riscontrato in misura più ridotta: l’incremento degli spread e dei tassi ha riguardato l’8,3% del campione mentre l’incremento delle spese e delle commissioni ha interessato un’impresa ogni cinque (19,7%).
Non si registrano particolari cambiamenti sul versante occupazionale, anch’esso stabile ai livelli dei mesi scorsi.
“I dati – afferma Giulio Sirtori, direttore di Confindustria Lecco – indicano stabilità anche per il nostro territorio. Non dobbiamo tuttavia dimenticare che vi sono purtroppo realtà che stanno tuttora attraversando situazioni delicate, nell’ambito di uno scenario difficile che questi dati non ci possono certo far dimenticare. Credo che ci vorrà ancora del tempo, e soprattutto riforme serie, prima che la stabilità si trasformi nella ripresa che tutti ci auguriamo anche sul fronte occupazionale”.

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