MANDELLO – Alpini in festa, da venerdì 11 e fino a domenica 13 luglio, a Mandello. In piazza Mercato a farla da incontrastata “regina” è… la cucina, che terrà banco anche oggi per ristorare i 700 partecipanti alla traversata Onno-Mandello destinata a dominare la scena in questa seconda domenica di luglio.
Molto apprezzato, come sempre, l’impegno delle penne nere del gruppo mandellese, che nella serata di sabato hanno ricevuto la gradita visita degli amici alpini di Osio Sotto, con i quali si è instaurato un rapporto intenso che si lega a filo doppio alla storia di Luigi Pascazio, morto nel maggio 2010 in Afghanistan.
Caporalmaggiore degli alpini originario della Puglia, Pascazio si trovava su un blindato che faceva parte di una colonna di automezzi in fase di spostamento nel Nord-est del Paese, in un’area controllata dal contingente italiano, quando un’esplosione aveva posto fine alla sua esistenza e a quella di Massimiliano Ramadù, sergente di Velletri.
Una sera di inizio giugno di un anno fa erano arrivati a Mandello, per parlare di Luigi e del suo amore per la penna nera, i genitori di quel giovane, mamma Maria e papà Angelo. Fu una serata di ricordi. E di emozioni. Una serata per trasmettere i valori più autentici scaturiti da una storia vera. Una storia purtroppo con un finale tragico, ma ugualmente con un messaggio d’amore, quello di un ragazzo poco più che ventenne verso la patria, la famiglia e gli alpini.
In quella stessa occasione venne ricordato il legame che unisce la terra lariana a Bitetto, il paese della provincia di Bari dove viveva appunto Luigi con la famiglia. “Era il 1993 – era stato spiegato al Teatro San Lorenzo – e quell’anno le penne nere mandellesi si recarono in Puglia per l’annuale adunata nazionale dell’Ana. Luigi Pascazio, alunno delle elementari, tolse il cappello alpino a Michele Campanella, penna nera del gruppo Ana di Mandello originario proprio di Bitetto, e se lo mise in testa. Campanella gli disse: ‘Ma lo sai che chi mette il cappello alpino lo porta fino alla morte?’. Ebbene, Luigi di quel cappello si innamorò subito, al punto da fargli dire che da grande avrebbe fatto l’alpino”.
In sala quella sera c’erano anche alcuni alpini del gruppo di Osio Sotto con il loro capogruppo Raffaele Poma e con Domenico Seminati. Era stata loro, qualche tempo prima, l’idea di dedicare a Pascazio una rotatoria realizzata nel loro paese, in terra bergamasca, inaugurata nel 2011. Poma e Seminati erano anche sabato sera a Mandello alla festa alpina con altre penne nere del gruppo e con alcuni loro familiari. E con loro c’era anche Campanella. Una cena e una piacevole chiacchierata nel più autentico spirito alpino.