ABBADIA LARIANA – L’iniziativa è certamente singolare, non tanto perché a proporla sono congiuntamente l’amministrazione comunale e la Parrocchia (che in più occasioni hanno già collaborato efficacemente nell’organizzazione di eventi e manifestazioni che hanno coinvolto l’intera cittadinanza) quanto per il suo significato e per l’obiettivo che la stessa si pone, ossia valorizzare lo storico selciato nei pressi della chiesa parrocchiale di San Lorenzo.
Destinatari dell’invito rivolto come detto da Comune e Parrocchia sono tutti i cittadini dai 14 fino ai… 99 anni di età, chiamati ciascuno a ripulire dall’erba un metro quadrato di acciottolato, dall’inizio di via Lungo Lago appunto fino al piazzale della chiesa dove soltanto due settimane fa è stata celebrata la ricorrenza patronale di San Lorenzo.
Per tutti l’appuntamento è per sabato 30 agosto alle ore 9. In caso di maltempo è già stato previsto il rinvio di una settimana, dunque a sabato 6 settembre. Per l’occasione i volontari sono stati invitati a munirsi personalmente degli attrezzi necessari, in particolare di spatola, rampino e guanti.
La scelta del periodo non è casuale. Si vuole infatti abbellire il tratto di pavimentazione che fiancheggia il lago in prossimità della festa della Madonna della Cintura che per tradizione si celebra ad Abbadia la prima domenica di settembre.
Nella chiesa parrocchiale del paese, nell’altare laterale di destra, si conserva infatti un’elegante statua della Madonna con in braccio il Bambino Gesù.
“Appesa alla mano di Maria e del Bambino – scriveva nel gennaio 1991 il mensile “Abbadia Oggi” – vediamo una piccola striscia di cuoio, è la cintura che dà il nome alla festa. Spiegava don Raspini nel bollettino “La voce del Pastore” del settembre 1937: “Ci sappiamo allora dare una ragione di quella striscia di cuoio che tiene in mano la Vergine nella bella statua che veneriamo e del fatto che mentre i confratelli delle parrocchie vicine si cingono i fianchi col solito cordone, da noi portano invece la cintura di pelle”. Il motivo è di tipo storico. I Servi di Maria, avendo ereditato dagli eremiti di Sant’Agostino la devozione alla Madonna della Cintura, l’hanno introdotta nel nostro paese. Questa tradizione fa riferimento anche alla Madonna Addolorata (che si venera ai Campelli) o alla Madonna della Consolazione. La storia dice che la Vergine abbia consegnato la cintura a Santa Monica, afflitta per morte del marito e per la vita sregolata del figlio Agostino non ancora convertito”.
“In ogni epoca – scriveva sempre “Abbadia Oggi” – vi sono persone addolorate per vari motivi che si possono rivolgere con fiducia a Maria per avere conforto e consolazione. La cintura è simbolo di appartenenza alla Madonna e di una vita corretta e virtuosa, piena di fede, di giustizia, di fortezza e di purità. Come dice ancora don Raspini nel bollettino del settembre 1935, la statua in legno che veneriamo nella chiesa parrocchiale è antichissima e di squisita fattura ed era già presente nella vecchia chiesa ora conosciuta come “Chiesa Rotta”. Venne fatta restaurare da don Giovanni alla fine degli anni Settanta e ora si presenta a noi nella sua bellezza originale. La Madonna, in piedi, si erge come una figura ieratica, avvolta da un ampio ed elegante panneggio. Il velo è bianco, la veste rossa, il manto azzurro, entrambi con ricami dorati. Dalla mano protesa verso i fedeli pende la cintura, mentre con l’altro braccio sostiene il bambino, che a sua volta sorregge un piccolo mappamondo sormontato dalla croce. Tutta la statua è sorretta da una nuvola da cui sbucano tre cherubini”.