MANDELLO – Nel 2012 aveva riprodotto in scala 1:30 la splendida arcipretale di San Lorenzo, che i mandellesi avevano potuto ammirare (e apprezzare) per la prima volta il giorno della festa patronale del 10 agosto di quello stesso anno in un locale attiguo alla chiesa. Quell’opera d’arte, perché tale deve essere considerata, aveva richiesto a Ezio Molteni oltre un anno di lavoro.
Nel 2013 il mandellese, il cui nome si lega al mondo dell’alpinismo che lo ha visto protagonista di importanti arrampicate, aveva realizzato la torre di Maggiana, che ha poi trovato la sua naturale e ideale collocazione proprio dentro la fortificazione del Barbarossa.
All’inizio del 2014 ecco un’altra significativa “creazione” di Molteni, ossia la chiesa di San Giuseppe, realizzata sempre interamente a mano (e anche in quel caso con un anno e più di lavoro), curata in ogni dettaglio e ora esposta all’interno dell’edificio religioso che si affaccia sul lago, in località Soriva.
Ma Ezio Molteni, classe 1945, non aveva finito di stupire. E così la sua grande passione di realizzare modelli di alcuni tra i più noti edifici e monumenti mandellesi l’ha portato in queste ultime settimane a completare un’altra opera degna di essere ammirata in tutta la sua bellezza e originalità, ossia il santuario di Santa Maria.
Posta a quota 660 metri, sull’antica via di comunicazione che collegava Mandello alla Valsassina, e sicuramente esistente nel 1145, Santa Maria fu successivamente un ospizio benedettino, con annessi locali edificati in epoca medievale.
Gravemente danneggiata, ma altresì in gran parte risparmiata, nella primavera del 1997 da un furioso incendio che peraltro distrusse pressoché completamente il vicino ristoro, la chiesa venne in seguito restaurata anche con il determinante contributo dei mandellesi.
Per riprodurre, sempre in scala 1:30 (le dimensioni sono un metro e mezzo per un metro e 20), l’intero complesso di Santa Maria Ezio Molteni ha lavorato per circa un anno e utilizzato principalmente legni e sassi da lui stesso raccolti, lavorati e successivamente assemblati, oltre alla malta per la copertura e ai coppi per i tetti degli edifici.
Il risultato è assolutamente pregevole. Bellissimi sono tra l’altro i dettagli dell’opera, che comprende anche la scala con cui termina il sentiero che sale appunto a Santa Maria e che immette fin sotto il portico del santuario, oltre alla croce – appena sotto la chiesetta – dell’ultima stazione della via Crucis.
Molto bello è altresì il particolare del campanile, con il grazioso cortile sottostante che separa il santuario dal ristoro.
Un piccolo capolavoro, insomma, che come per le altre riproduzioni di Molteni è ora auspicabile possa trovare adeguata collocazione.
DI SEGUITO, ALTRI SCORCI E INQUADRATURE DELLA RIPRODUZIONE DEL SANTUARIO DI SANTA MARIA