Festa di fine Ramadan anche a Lecco: voglia di pace e integrazione

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LECCO – Anche a Lecco musulmani in festa per la fine del Ramadan, il mese sacro dell’Islam che si è concluso venerdì con celebrazioni in tutto il mondo.

In città sono stati due i principali appuntamenti per i fedeli: quello al centro islamico di Chiuso e la cerimonia ospitata alla Camera del Lavoro di Lecco.

L'assessore Salvatore Rizzolino
L’assessore Salvatore Rizzolino

“E’ stato un momento inteso – spiega Rizzolino – e incentrato sulla pace. Da parte dell’Amministrazione comunale abbiamo detto loro che sono i benvenuti e che aspettiamo i loro figli nelle nostre scuole”,

Per gli islamici il mese di astensione dal bere e dal mangiare fin dopo il tramonto quest’anno è stato particolarmente difficile per il forte caldo che ha messo a dura prova questo loro sacrificio ma che venerdì è terminato con un grande momento di unità per il mondo islamico, come ci spiega il responsabile del centro di Chiuso, Moez Samti:

“Quest’anno la festa per i fedeli che seguono il concilio europeo di Fatwa e quella dell’antica scuola Saudita sono coincise in questo venerdì e così per tutti i musulmani oggi è un giorno di celebrazioni. Purtroppo non è comunque un bel momento per I musulmani – prosegue Samti – c’è guerra ovunque, la nostra attenzione è soprattutto sulla Siria dove si contano ben 12 milioni di profughi. Un disastro”.

Moez Samti - responsabile del Centro Islamico
Moez Samti – responsabile del Centro Islamico

Per questo il centro islamico di Chiuso si è mobilitato nelle scorse settimane raccogliendo materiale ed indumenti da mandare in Sira, riuscendo a riempire tre container di aiuti umanitari.

Anche i fatti riguardanti l’Isis sono visti con forte preoccupazione da Moez Samti: “C’è molta rabbia verso l’Isis, noi non li consideriamo nemmeno musulmani perché fomentano l’odio e dolore in tutti, musulmani e cristiani”.

Il futuro della sua gente, per la guida del centro islamico di Chiuso, è in Italia: “Noi come gruppo lavoriamo guardando al futuro qui, i nostri figli sono nati qui, la nostra comunità sta crescendo e l’Italia nostro Paese. I nostri figli frequentano le scuole italiane, vanno educati e devono conoscere le usanze italiane, la lingua italiana è fondamentale e vogliamo che la Chiesa cattolica sia dentro le nostre moschee. La comunità islamica non vuole essere scartata, vuole essere coinvolta e considerata reale”.