Profughi: 400 nel lecchese. Salini: “L’Europa ci lascia soli”

Tempo di lettura: 2 minuti
salini-boscagli-bonacina-lecco
L’eurodeputato Massimiliano Salini, il consigliere Filippo Boscagli e il vicesindaco Francesca Bonacina

 

LECCO – “Renzi e lo Stato centrale scaricano sulle comunità il peso della loro inefficienza. L’Europa? Ci ha lasciato soli”.

Questo è quanto l’eurodeputato  Massimiliano  Salini (NCD-PPE) ha dichiarato nel corso dell’incontro che si è tenuto venerdì sera presso la Sala consiliare del Comune di Lecco incentrato sull’emergenza profughi e sulla crisi greca.

Al fianco di Salini, membro delle Commissioni Industria e Trasporti del Parlamento europeo, c’erano il vicesindaco Francesca Bonacina, alla quale è stato assegnato il compito di supervisionare l’accoglienza dei rifugiati in città, e il consigliere comunale Ncd Filippo Boscagli in qualità di moderatore.

“In Provincia di Lecco – ha detto il vice sindaco – i rifugiati  ospitati sono 400. Nella palestra comunale di Maggianico al momento ce ne sono 70 e vengono soprattutto dal Centro Africa. Ne arriveranno  altri. La Prefettura dice che le condizioni meteo consentono altri  sbarchi”.

L’europarlamentare Salini: “L’Europa spende oltre 70 miliardi di euro nella cooperazione internazionale: soldi destinati a molti dei Paesi dai quali partono i migranti e che possono essere utilizzati come strumento  di pressione. Lo stesso metodo può essere utilizzato verso le 110 tribù libiche e i loro sponsor internazionali. Tutto questo può essere fatto subito e senza un aggravio di spesa, ma serve una volontà politica che non ora non c’è”.

La verità, secondo Salini, è che “a Bruxelles c’è tutta la convenienza a fare in modo che gli sbarchi siano considerati un affare esclusivo dello Stato italiano. Nessuno vuole accogliere i profughi e i trattati  internazionali, a partire da Dublino, impongono la gestione dell’accoglienza al primo Paese ospitante”

“Un vicolo cieco ” dal quale per Salini è possibile uscire attraverso un’azione politica energica del governo di Roma: “Renzi si incaponisce sulle riforme che in sede comunitaria non suscitano alcun interesse mentre non diminuisce di un solo centesimo il debito che continua ad aumentare e che rappresenta il primo, grande problema della nostra diplomazia. L’Italia è considerato dai partner un Paese assistito e ogni sua richiesta scivola in coda alle priorità”.