LECCO – “Dopo 60 anni l’azienda sta vivendo una situazione di difficoltà, il rischio e il nostro timore è che un altro pezzo di storia di Lecco diventi l’ennesimo buco del nostro sistema economico”.
Esordisce così Emilio Castelli, segretario della Fim Cisl, al presidio dei lavoratori della Cesare Fumagalli che si è svolto venerdì mattina di fronte alla sede dell’impresa, in via Gorizia, organizzato insieme alla Fiom Cgil.
Timori, quelli dei dipendenti e dei loro rappresentanti, che si sono fatti sempre più forti dall’inizio dell’anno con i primi ritardi nei pagamenti delle retribuzioni e con un calo del lavoro:
“Attualmente i lavoratori devono ancora ricevere tre mensilità arretrate – prosegue il sindacalista della Cisl – abbiamo atteso tre settimane ed è stato pagato solo il 60% degli stipendi di giugno. Quello che ci preoccupa ancora di più è la mancanza di nuove commesse e quindi l’incertezza per il futuro dell’azienda”.
Sono 28 i dipendenti in forze alla Cesare Fumagalli, specializzata nella realizzazione e nella manutenzione di impianti termoidraulici oggi portata avanti dai figli del fondatore, scomparso nel 2005. L’azienda ha collaborato negli anni con grosse imprese edili del territorio ed era impegnata negli ultimi tempi in un cantiere a Milano per Sky. Tra i lavoratori, c’è chi presta il proprio servizio in azienda da oltre 30 anni.
“Sicuramente – prosegue Emilio Castelli – la crisi dell’edilizia ha fatto sentire il suo peso ma, come spesso accade, ci si muove sempre quando è troppo tardi”.

I sindacati sarebbero stati infatti interessati della vicenda solo a inizio mese, venerdì 2 ottobre, quando l’azienda ha fatto richiesta per ottenere la cassa integrazione ordinaria; il lunedì successivo i lavoratori avrebbero disertato in massa la giornata lavorativa per recarsi tutti dai sindacati, spiegando loro la situazione:
“La cassa ordinaria non è lo strumento adatto per questa situazione – spiega Mauro Castelli della Fiom – Da parte nostra chiediamo un tavolo di confronto e capire quali procedure si vogliono mettere in campo e quindi quali ammortizzatori sociali utilizzare per tutelare meglio i lavoratori, la cassa straordinaria in caso di concordato”.

RADIO LECCOCITTÁ CONTINENTAL







































