DERVIO – Una ventina di titoli italiani e 50 regionali conquistati in piscina, altri 18 allori nazionali in acque libere, tre bronzi ai Mondiali di fondo, tredici maratone internazionali, 4 record del mondo (oltre al primato italiano di traversata della Manica) e una serie di riconoscimenti civici e sportivi. Poi, nel luglio di due anni fa, il record dei 100.000 chilometri percorsi a nuoto in oltre 50 anni di carriera. Come dire, 100 milioni di bracciate.
Quindi il suo impegno nel sociale, concretizzatosi nella costruzione in Guatemala di un ambulatorio medico e di una chiesa dedicati alla memoria del figlio Nicola, morto tragicamente nel novembre del 2000.
Ora la vita di Leo Callone, il “caimano del Lario” che dopo aver abitato a Mandello vive a Dervio dalla prima metà degli anni Settanta e che in questi ultimi anni ha dovuto affrontare (e sconfiggere) anche la malattia, potrebbe diventare una fiction. E’ questo, infatti, il progetto di Donatella Cervi, regista comasca che con i suoi documentari ha già ottenuto significativi riconoscimenti e che di recente si è aggiudicata in Argentina il prestigioso “Buenos Aires international Ficts Festival” con la storia di un ragazzo che nella diversità riesce a infrangere ogni barriera avvicinandosi allo sport.
Una storia vera, un documentario per raccontare di Paolo – questo il nome del protagonista – e della sua disabilità. Ma anche del suo saper diventare “invincibile” grazie all’accompagnamento di alcuni “maestri”, tra i quali proprio Leo Callone, da lui incontrato durante i suoi allenamenti in piscina.
Ora, come detto, potrebbe essere il “caimano del Lario” – che lo scorso agosto ha tagliato il traguardo dei 70 anni – il protagonista del nuovo lavoro della Cervi. “Ci sono uomini che nella loro vita scrivono la storia e muovono il mondo – afferma la regista comasca – che realizzano grandi imprese e che non si fermano davanti a nulla”.
“Storie come quella di Leo – aggiunge – devono essere raccontate, per narrare anche per immagini le sue innumerevoli imprese. Così il progetto del docu-film vuole raccontare i fatti che hanno segnato positivamente e negativamente la vita di Callone, un racconto di immagini che dovranno narrare, anche con l’impiego di attori e comparse, le sue prime esperienze sportive e i successi che si sono susseguiti nel corso dei decenni, non dimenticando peraltro gli avvenimenti negativi incontrati nel cammino della sua vita”.
“Oltre a ciò – aggiunge Donatella Cervi – vorrei raccontare anche della sua famiglia, che gli dà il coraggio e le energie per andare avanti e affrontare le sfide della vita. E un altro mio obiettivo è mostrare la bellezza del territorio lariano, tanto caro allo stesso Leo”.
Il progetto della docu-fiction, da girare quasi interamente sul nostro lago, prevede una versione in due puntate, con attori che daranno vita, nell’esatta epoca dei fatti vissuti da Callone, alla narrazione, rievocando quindi ambientazioni e situazioni anche del passato.
Un’idea piuttosto ambiziosa, considerato che i costi da sostenere dovrebbero aggirarsi fra i 35 e i 40.000 euro. Il vero nodo da sciogliere è in effetti ora quello di come (e dove) trovare proprio la copertura finanziaria, perché per quanto riguarda la divulgazione la docu-fiction verrà veicolata all’interno di festival del cinema nazionali e internazionali.
Il percorso che Donatella Cervi intende intraprendere prevede altresì una programmazione attraverso i canali televisivi e varie serate di proiezione, con il supporto certamente prezioso della “Lecco Lombardia Film Commission”.