LECCO – Un vero e proprio parco progettato non solo per cani e gatti, ma anche per altri animali: è questa l’idea emersa dall’incontro tra l’assessore all’Ambiente del comune di Lecco Ezio Venturini e le associazioni animaliste del territorio che si è svolto sabato pomeriggio presso la sala civica di San Giovanni, dove si è discusso della nuova area che il comune ha pensato di adibire a parco animali.
“Abbiamo individuato una terreno da adibire a parco animali intercomunale, compreso tra Valmadrera e Civate della grandezza di 20mila metri quadri, di cui 8mila metri quadri piani adibiti alla costruzione, e previsto per l’anno prossimo 300mila euro a bilancio (metà provenienti dal comune di Lecco e metà dalla regione) per la realizzazione della struttura – ha esordito Ezio Venturini assessore all’Ambiente del comune di Lecco – in virtù di questo progetto abbiamo pensato di indire questa, e le successive riunioni, per chiedere alle diverse associazioni animaliste della zona cosa vorrebbero in un parco animale. Lo scopo di queste riunioni è quello di trarre delle idee da poter mandare al professor Boccialone del Politecnico di Milano che, insieme ai laureandi, le trasformerà in un progetto”.
Le diverse associazioni animaliste del lecchese ( a-MICI Villa Guzzi, Zampamica, Proparco, Lav, Freccia 45, Enpa) hanno portato diversi progetti accomunati dalla presenza di un canile e di un gattile, entrambi provvisti di una zona pensione e di una zona rifugio. Tra le diverse proposte spicca quella dell’associazione Freccia 45: “ Il nostro progetto – ha spiegato Susanna Chiesa di “Freccia 45” – prevede un centro polifunzionale comprendente, oltre ad un canile e un gattile, un ambulatorio e un centro di riabilitazione” .
Molte associazioni si sono dette preoccupate per la posizione del terreno secondo loro troppo vicino a all’inceneritore di Silea, quindi rischioso per la salute degli animali: “ Un parco animali deve essere pensato in un luogo salubre – ha commentato Silvana rappresentante di Lav (lega anti vivisezione) – posizionarlo nei pressi di un inceneritore non mi sembra il luogo adatto”; di fronte a questo rischio alcuni dei presenti hanno proposto località alternative quali : l’area Garabuso ad Acquate o l’area Neguggio sopra l’istituto Airoldi e Muzzi
L’assessore Venturini ha rassicurato i presenti spiegando che: “sono in corso delle analisi riguardanti lo stato del terreno e nella delibera che Silea ha firmato per l’affidamento della gestione rifiuti fino al 2029 sono presenti alcuni punti che tutelano la salute dei cittadini; inoltre – ha continuato l’assessore – l’inceneritore non è neanche visibile dall’area e i mezzi di Silea non passano nelle zone limitrofe poiché per giungere all’inceneritore percorrono un’altra strada”.
Per quanto riguarda la progettazione del parco l’idea è quella di rifarsi a realtà già esistenti, come ad esempio il parco canile di Cervia, ma aggiungendo qualcosa in più, rendendo Lecco un modello da imitare.
“La parte più difficile da progettare – ha continuato Venturini – sarà la quantità di spazio da dedicare rispettivamente al canile e al gattile: in questo momento è difficile fare previsioni sulla quantità di cani e gatti che affluiranno al parco sia per quanto riguarda la parte dedicata al rifugio, sia per quella dedicata alla pensione” ; inoltre alcuni animalisti hanno sottolineato come “la parte del gattile dovrà essere distaccata da quella del canile, poiché i gatti possono spaventarsi sentendo l’abbaiare dei cani e possono avere malattie infettive per le quali potrebbero richiedere tempi di isolamento non indifferenti”.
Oltre al problema della quantità di animali che il parco dovrà ospitare vi è un secondo problema più complesso: il lato economico: “Per i primi anni, spero, i comuni dovrebbero riuscire a investire nella gestione del parco – ha spiegato l’assessore all’Ambiente – ma purtroppo, ad un certo punto, i comuni non potranno più investire per mancanza di fondi. In questa prospettiva la mia proposta è quella di inserire dei servizi a pagamento nel parco, come ad esempio servizi di tolettatura, rasatura o negozi specializzati nella vendita di prodotti per animali; attività e servizi che significherebbero anche un valore aggiunto dal punto di vista lavorativo”.
Per quanto riguarda invece l’attività di Pet teraphy è stata fortemente sconsigliata da una veterinaria comportamentalista presente all’incontro poiché “è necessario che l’animale utilizzato per questa attività goda di una grande stabilità psicofisica e dato che il parco accoglierà diversi animali alcuni randagi, altri provenienti da sequestri e altri ancora rimasti orfani di padrone, ritengo non ci siano le condizioni adatte affinché si possa creare un centro per la pet teraphy. Si potrebbe invece creare un centro di educazione comportamentale animale e una collaborazione con scuole e famiglie nell’organizzare occasioni di incontro tra bambini e animali”.
Per ora sono solo idee, non resta che aspettare altre riunioni, altre proposte e infine raccoglierle in un documento unico da presentare al politecnico che si occuperà di trasformarlo in un vero e proprio progetto che permetterà ai nostri amici a quattro zampe di avere una casa e un luogo sicuro dove stare ed essere curati, pronti poi per essere adottati ed entrare nelle case per portare gioia ed allegria come solo loro sanno fare.