Oggi, domenica 1 maggio, Festa dei Lavoratori, saracinesche abbassate per tutti i negozi della città di Lecco.
Una scelta che non è stata condivisa in altre città italiane come Firenze per esempio, dove il sindaco Matteo Renzi ha dato facoltà ai negozianti di rimanere aperti. Una decisione che ha messo contro il segretario della Cisl Raffaele Bonanni (che ha condiviso la scelta di Renzi) e la leader della Cgil Susanna Camusso, di idea diametralmente opposta, la quale ha accusato il primo cittadino di Firenze di dissacrare la Festa dei Lavoratori.
Tornando sul nostro lago, Severino Beri della Federalberghi provincia di Lecco nonchè vice-presidente di Confcommercio non condivide la chiusura: “Se vogliamo diventare una località turistica dobbiamo dare servizi ai clienti e se fosse per me darei la possibilità di stare aperti 365 giorni all’anno, anche perché poi per i lavoratori ci sono i riposi compensativi in settimana. I ristoratori e gli albergatori lavorano da sempre a Natale, Capodanno, Pasqua, Ferragosto e tutte le feste comandate, ma se vogliamo avere una mentalità turistica si vada a Rimini o in Trentino e si veda se i negozi sono aperti o chiusi. Con questo non voglio dire che ci vuole l’obbligo di stare aperti, per carità! Ognuno però deve avere la facoltà di scegliere se lavorare o no. Ci deve essere anche una scelta politica: sicuramente il turismo non andrà a soppiantare il manifatturiero nel nostro territorio, ma diciamo tanto che vogliamo incrementarlo e per farlo deve esserci una piccola conversione. Almeno in alta stagione o in queste giornate, magari i locali che sono sul lago o ubicati in posti turisticamente strategici, devono poter restare aperti. Poi i negozi negli angoli sperduti dove non c’è passaggio possono anche chiudere, ma penso che i locali in Piazza Affari, Piazza Garibaldi e centrocittà se fossero aperti in maniera sistematica lavorerebbero. È sempre la solita storia, molti dicono che non aprono perché c’è poca gente, ma restando chiusi sicuramente le persone non arrivano; è un po’ un gatto che si morde la coda. Bisogna decidere come si vuole andare verso il turismo, perché bisogna dare i servizi ai clienti. A Varenna per esempio i negozi da marzo ad ottobre sono aperti tutti i giorni, anche solo il mattino”.
Una posizione quella di Beri che stride con quella assunta dall’associazione di cui è vice-presidente: Confcommercio, associazione che insieme a Federconsumatori, Confesercenti, sindacati CGIL-CISL-UIL e Movimento consumatori di Lecco ha pianificato e messo a punto il calendario 2011 delle chiusure nell’incontro avvenuto il 22 novembre 2010.
Va da sè che domenica i negozi saranno chiusi, ma loro, gli esercenti cosa ne pensano?
Abbiamo fatto un giro per le vie del centro per cercare di capire se i negozianti condividono o meno la scelta della chiusura e abbiamo scoperto che in larga misura sono concordi nel “tirare il fiato” il primo maggio.
“Sono favorevole alla scelta del Comune. Formarsi un giorno non credo crei problemi a nessuno”, commenta Andrea Gerosa del negozio La Fiorita di via Roma. In merito a un discorso turistico ritengo che per fare turismo serva ben altro
che garantire l’apertura dei negozi il primo maggio”. Sulla stessa linea d’onda Paolo Rotta del negozio Corredo Casa di via Roma: “La decisione di chiudere i negozi il primo maggio la condivido. Resta però poi il problema della altre domeniche,
quando ognuno fa quel che vuole. Credo che si debba trovare una strategia comune e condivisa. I negozi in franchising forti della turnazione del personale non hanno alcun problema nel tenere aperto sempre e comunque, per noi invece, che abbiamo una conduzione famigliare, è impensabile. Per questo servono regole uguali per tutti”.
Alla coltelleria Gianola sempre di via Roma, Paola e Maurizio sono ben felici di abbassare le serrande: “Ci sono festività che non possono essere
ignorate. Una è questa, ma penso per esempio anche alla Pasqua – spiega Paola – Lavorare in queste occasioni è una cosa che non condivido”. Per il resto anche i coniugi Gianola sono convinti che “servono poche regole, ma chiare, per tutti. Altrimenti regna il caos. E questo obiettivo lo si può ragiungere solo attraverso un confronto con le associazioni di categoria, ma anche con un confronto fra esercenti”.
Anche le sorelle Todeschini del negozio Teorema di Corso Martiri condividono la chiusura. Maria Elena spiega: “E’ giusto chiudere i negozi. È la Festa dei Lavoratori per tutti e penso che quella che c’è in questi giorni
sia una polemica inutile”. Le fa eco Maria Franca: “Sono d’accordo con la chiusura dei negozi. Se una persona vuole comprare qualcosa può venire in settimana, piuttosto tengo aperto un po’ di più, ma non sono disposta ad aprire la domenica e i festivi. Anche con un giorno di chiusura si sopravvive lo stesso”.
Clara di Sweet Young di via Roma aggiunge: “Da una parte sono d’accordo, dall’altra no. Ho figli, per cui mi va bene che ci sia la chiusura, ma se guardiamo al turismo è meglio tenere aperti i negozi”. Condivide l’opinione di Clara anche Laura del negozio Accessorize (via Roma) che spiega: “Da dipendente sono d’accordo con la chiusura per la Festa dei Lavoratori, ma per favorire il commercio dovremmo stare aperti”.
Sabina de’ La Mason Blanche (via Roma) taglia corto: “Meglio aperto. Non possiamo permetterci di chiudere. Ogni volta che possiamo stiamo aperti”.
Rossella del negozio Eurekakids (via Roma) è schietta: “Se la festa non fosse caduta di domenica sicuramente era meglio stare aperti. Coincidendo con la domenica in questa Provincia è meglio tenere chiuso, perché non c’è la giusta mentalità. Se fossi stata a Milano sarebbe stato diverso. In ogni caso io lavoro sempre quando ce n’è la possibilità”.
Alla Spizziccheria di via Mascari, Moustapha concorda con la chisura dei negozi il primo maggio, ma…: “Sono a favore. Però se un titolate non ha dipendenti e vuole aprire penso sia libero di farlo”.
Intanto il Comune di Lecco ricorda che le sanzioni in caso di violazioni della disciplina degli orari sono previste dall’art. 104 della Legge Regionale 2 febbraio 2010, n. 6, che recita “le violazioni delle disposizioni in materia di obbligo di chiusura degli esercizi di vendita al dettaglio in sede fissa di cui all’articolo 103 nelle giornate domenicali e festive sono punite con la sanzione amministrativa pecuniaria da 500 euro a 2.000 euro per la tipologia di esercizi di vicinato, da 2.000 euro a 5.000 euro per la tipologia delle medie strutture di vendita e da 5.000 euro a 30.000 euro per la tipologia delle grandi strutture di vendita”. Come dire, uomo avvisato, pardon, negoziante avvisato…