Laorca, cimitero malconcio e alle grotte spunta un reggiseno

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LECCO – Una scalinata malconcia, da anni. Un gigantesco albero che sta facendo crollare un muro e alcune lapidi, da anni. Transenne (messe per sicurezza) che ormai fanno parte dell’arredo, da anni. E ancora, lo spazio che fa da sagrato alla chiesa di san Giovanni ai Morti, sottostante la magnifica volta naturale delle grotte, delimitato con una rete verde per pollai; più su, dove si trova la Madonna di Lourdes, l’ingresso alle grotte è quasi “off limits” a causa di un muro di contenimento crollato e di un albero marcio caduto. Poi, sterpaglie ovunque. L'”apoteosi” è un reggiseno appeso all’ingresso della grotta: opera d’arte moderna o resti di un sabba?
Siamo pronti a tutto, perché qui, ormai, vale tutto. Benvenuti al cimitero di Laorca.

Inserito nella “Route Europea dei Cimiteri Monumentali”, solitamente chi lo conosce e lo descrive lo fa sottolineando la sua spettacolarità e bellezza. Il cimitero di Laorca è considerato un patrimonio storico-ambientale unico nel suo genere e i più, quando lo vedono per la prima volta (anche lecchesi che qui non sono mai stati), strabuzzano gli occhi e si lasciando andare in espressioni del tipo: “Ooooo!”, “Ma noooo”, “Non ci credo!”.
Un cimitero sì, ma situato in un contesto così singolare da poter persino accogliere momenti culturali, come succederà il 7 giugno.

Problemi arcinoti quelli del cimitero di Laorca e delle sue grotte già finiti sul tavolo di Comune e Parrocchia dove col passare del tempo sono cresciuti e si sono acuiti per mancanza di idee, progettualità, programmazione e soluzioni anche per le coperture delle spese, visto che solitamente, è questo lo scudo dietro al quale ci si trincera e si troncano le discussioni.

Ed è così, che si dà spazio ad interventi approssimativi, come per esempio la rete da pollaio (una vergogna che andrebbe eliminata subito), a presunte soluzioni di poca consistenza come nel caso del grande albero dove una sfoltita alla chioma è bastata per far dire che qualcosa si è fatto, fino all’indifferenza davanti alla scalinata d’ingresso che si sgretola sempre più con il ciottolato accantonato in un angolo, o davanti al pietoso ingresso delle grotte (spesso tronfiamente menzionate tra i luoghi di interesse della nostra città).

Al di là dei reggiseni appesi, il vero problema è che oggi sotto lo splendido vestito ci stanno “mutandoni rotti”, mentre agli occhi dei cittadini, dei residenti e di tutti coloro che vanno al cimitero per trovare i propri cari tutto questo appare come un totale menefreghismo.