La recente maxi manovra del governo Monti taglia di quasi tre quarti i fondi destinati al CNSAS – Corpo Nazionale di Soccorso alpino e Speleologico (e del 45% quelli per le attività del Club Alpino Italiano). A rischio la sicurezza di chi frequenta la montagna. Preoccupato il vice presidente Valerio Zani.
Taglia di qui, taglia di lì, così tanto per gradire la scure del governo Monti è arrivata anche sul Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico. E non di poco: una diminuzione di almeno il 70% dei fondi forsanche 72%. Questo significa alla lunga mettere in forse l’assicurazione dei 7200 volontari che durante l’anno si danno da fare a salvare chi sta andando in montagna o in grotta si fa male o è in difficoltà.
“Per il momento in emergenza riusciamo a tamponare la situazione, domani faremo un consiglio nazionale straordinario sul tema e vediamo di uscire dall’incontro con tracciate le strade per milgiorare la situazione” spiega a LeccoNotizie Valerio Zani vice presidente del CNSAS e responsabile provinciale di Brescia.
La doccia fredda è arrivata nei giorni scorsi alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del bilancio dello Stato, dove c’era scritto nero su bianco che al Soccorso il rubinetto veniva chiuso dal 70 al 72% e al Cai storicamente legato al primo di circa il 45%. “Ci prefiguravamo una diminuizione del 30 al massimo 40% e già così erano dolori” continua Zani.
Il Soccorso alpino nazionale ha un budget annuale di un milione 630mila euro, la più parte se la prendono le polizze assicurative arrivate a un milione e 33mila euro e il la formazione, oltre -in minima parte- la gestione.
Già le assicurazioni fino all’anno scorso pesavano solo per 630mila euro, poi negli ultimi tre anni una infilata d’incidenti mortali durante le operazioni: nell’agosto 2010 un elicottero del Suem (il 118 del Veneto) abbattuto con tre morti, una valanga in val di Fiamma a S.Stefano quattro volontari deceduti e infine lo scorso agosto una scarica di sassi sul monte Pelmo (Veneto) ha ucciso due operatori cercavano di salvare di notte e sotto la pioggia due tedeschi,
E così al nuovo bando europeo, pur fatto al ribasso, la migliore proposta era comunque cresciuta più del 63%.
” “, mette in allarme Zani. Che aggiunge quasi a fugare le nubi nere che si aggirano: “Il costo è a zero per ore lavorate, ma ai nostri uomini che ci regalano il loro tempo dobbiamo assicurare almeno i minimi rimborsi se si fanno male. Per il momento l’operatività rimane garantita, grazie all’articolazione su base regionale dei finanziamenti che fanno fronte alle problematiche locali“.
In Lombardia ad esempio è in corso un bando con l’Areu (l’Agenzia regionale emergenza urgenza) che scade nel 2013 e quindi l’operatività delle delegazioni locali poggia su quelli. Ma si sa che anche Areu come tutti ha davanti la dieta dimagrante imposta dalla crisi.