CIVATE – Non è certo la prima volta che le forze dell’ordine intervengono in quel tratto di bosco che sovrasta la stazione di Civate, diversi arresti erano stati messi a segno in passato, ma all’indomani del clamore per il servizio messo in onda da Striscia la Notizia (leggi qui), la risposta della Questura di Lecco è stata decisa: un blitz, venerdì pomeriggio, ha coinvolto una dozzina di agenti insieme al nucleo cinofili di Milano e alla Polizia Locale di Galbiate-Civate.
Poco prima delle 15, le divise hanno fatto capolino in stazione, dirigendosi subito verso la ‘tana’ dei pusher, ben immortalata nelle immagini messe in onda dal programma tv di Canale Cinque.
Raggiungere il ‘bosco della droga’, come è stato definito del servizio televisivo, è tutt’altro che difficile: basta attraversare i binari, scavalcare un muretto posto a lato della linea ferroviaria e risalire lungo il sentiero che si inoltra nella vegetazione.
Le piazzette naturali, che si trovano lungo il tracciato, sono utilizzate dagli spacciatori come luogo d’incontro con i clienti e dagli stessi clienti per consumare lo stupefacente. Ne sono testimonianza i rifiuti abbandonati, tra sacchi d’immondizia e siringhe gettate nel verde; ci pensa la boscaglia a mascherare ogni movimento ed offrire, non solo riparo, ma anche vie di fuga, così come lo è il cancello dell’area della Protezione Civile, confinante col boschetto, scavalcato dai malviventi per scappare ai controlli.
La scorsa estate non era andata così bene agli spacciatori: in 14 erano stati identificati, otto gli arrestati in un’operazione antidroga che aveva riguardato non solo la stazione di Civate, anche quella di Sala al Barro e altre fermate del ‘Besanino’ (leggi qui), così come è chiamata la linea Lecco-Milano via Molteno, e gli svincoli della Statale 36, interessata anche questa da numerose indagini e arresti.
Solo qualche settimana fa, l’ultimo dei quattordici soggetti indiziati, la maggior parte dei quali di origine magrebina, è stato individuato e arrestato dagli agenti lecchesi.
“Non solo – ci ricorda Danilo Di Laura, dirigente della Squadra Mobile – Civate era stata interessata nel 2015 dall’operazione Diablo e ripetuta nel 2016, con arresti importanti. Siamo intervenuti al Ferrhotel e siamo in attesa degli ultimi sviluppi giudiziari, lavoriamo a stretto contatto con il pubblico ministero. Non sempre le risposte possono essere immediate, le indagini richiedono il loro tempo ma i risvolti ci sono”.
Venerdì, il covo era vuoto, la notorietà data dalla televisione ha evidentemente nuociuto alla fiorente attività di spaccio. Gli agenti della Questura, affiancati dal Nucleo Anticrimine di Milano, hanno provveduto ad identificare tutti i presenti in stazione.
Il problema, spiega il dirigente della Questura, “è il consumo di droga, un fenomeno sociale che esiste, non si combatte facilmente ed alimenta lo spaccio. I personaggi dediti a questa attività sono spesso gli stessi che, arrestati, una volta finita la pena tornano a fare quello che facevano. L’attenzione però non manca da parte delle forze dell’ordine, i boschi sono diventate zone di spaccio e li stiamo ponendo sotto controllo. Solo negli ultimi giorni è stato effettuato un arresto proprio nei boschi tra Ballabio e Morterone”.
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