LIERNA – Nella tarda mattinata di domenica la segreteria telefonica del Wwf Lecco ha registrato un messaggio relativo alla presenza, all’interno di un giardino di una villetta di Lierna, di un giovane esemplare di ibis sacro, un uccello della famiglia dei pelicaniformi, originario dell’Egitto, dove era considerato in tempi antichi una divinità e considerato la rappresentazione terrena del Dio Thot, simbolo di intelligenza.
Il tempo di ricontattare la signora che aveva chiamato e l’ibis se n’era già andato, in direzione riva bianca di Lierna. “La fotografia inviata dalla signora non lascia comunque dubbi – dicono dal Wwf- . Si tratta sicuramente di un esemplare di ibis sacro, un giovane come si può dedurre dalla colorazione grigio e bianca del collo. In Italia l’ibis sacro è una specie ormai nidificante naturalizzata: si tratta in pratica di una specie introdotta in tempi recenti e presente allo stato selvatico con popolazioni in grado di autosostenersi e di diffondersi spontaneamente, migratrice e svernante. In Lombardia le presenze sono segnalate soprattutto nell’area della Pianura Padana. Qualche esemplare è stato segnalato nella Valle del Lambro. In provincia di Lecco potrebbe trattarsi della prima segnalazione”.
“Nel caso specifico dell’ibis sacro, la comparsa in Europa di questa specie esotica ha purtroppo creato impatti notevoli sulla biodiversità delle aree invase. In Francia, dove la popolazione è molto alta, si verificano casi di predazione di nidi di altri uccelli; nel giugno 2004 nell’Ovest della Francia, una sola coppia di ibis sacri è riuscita a distruggere una intera colonia nidificante di 30 coppie di beccapesci (Thalasseus sandvicensis), nutrendosi delle loro uova. Predazioni analoghe si sono verificate in colonie di sterna comune, mignattino comune, pavoncella, cavaliere d’ Italia e germano reale. Sicuramente è una specie da tenere quindi sotto controllo; in caso di insediamento di coppie riproduttive, come richiesto dall’attuale normativa sulle specie esotiche, sarà necessario avvertire tempestivamente l’Ispra che valuterà eventuali misure da intraprendere”.
Per il Wwf, la migliore risposta al problema resta comunque la prevenzione: è molto più efficiente limitare l’accesso a nuove specie invasive che combatterle una volta insediate, così come ecosistemi sani e ricchi di biodiversità riescono a contrastare naturalmente l’insediamento di specie aliene in maniera molto più efficace rispetto ad ecosistemi inquinati o impoveriti.