LECCO – “Finalmente sei arrivato da noi. Sei il mio figlio maggiore, ti ho amato in ogni momento della tua vita, dai momenti felici a quelli più tormentati. Dalle tue ceneri vedo crescere un albero della vita e dell’amore, con tanti rami e tanti fiori. E’ l’affetto di chi ti vuole bene, è quanto sei stato capace di creare”.
Sono le parole con le quali la madre, Francesca, ha voluto salutare per l’ultima volta il figlio Lodovico, in una delle giornate più dolorose per la famiglia Fiocchi: il giorno dell’ultimo saluto al primogenito dell’ex senatore Piero Fiocchi, scomparso prematuramente in un tragico incidente stradale in Uruguay a inizio agosto.
Un dolore non vissuto in privato ma condiviso con la comunità in una chiesa, quella di Castello, colma al punto da non poter ospitare quanti, martedì, hanno voluto rendere omaggio all’imprenditore di cui sono state riportate in patria le ceneri.

C’erano i lavoratori della Fiocchi Munizioni: l’azienda guidata dal presidente Stefano Fiocchi, con Giovanni fratello di Lodovico, ha concesso un permesso ai tanti dipendenti che hanno chiesto di poter partecipare alla cerimonia; molti erano i volti del mondo economico lecchese presenti, diversi gli esponenti della politica locale, i rappresentanti delle forze dell’ordine e dei pompieri che condividono con l’azienda di Belledo la stessa patrona, Santa Barbara, protettrice dei Vigili del Fuoco e di quanti lavorano con fuochi ed esplosivi.

“Questa partecipazione è un segno di vicinanza, un modo per dire ai familiari che il vostro dolore ci tocca da vicino” è sottolineato nell’omelia don Egidio Casalone che ha celebrato i funerali insieme padre Stefano Dubini e don Mario Proserpio nella cerimonia animata dall’Accademia Corale di Lecco.
Una vita, quella di Lodovico Fiocchi, “dedita alla famiglia e per il lavoro di tanti – ha proseguito il sacerdote – abbiamo perso un membro operoso e conosciuto della nostra comunità”.

Marito di Elena e padre di Pietro, Leonardo e Matilde, Lodovico Fiocchi è stato per lunghi anni presidente dell’Aerosol Service di Valmadrera, anch’essa di proprietà della famiglia Fiocchi fino allo scorso anno; non aveva incarichi diretti nella fabbrica di via S. Barbara dove invece il figlio Leonardo è dirigente dell’area businnes dell’unità Caccia e Tiro.

Il figlio Pietro, intervenendo a conclusione della santa messa, ha deciso di dedicare una lettera al padre, affettuosa e volutamente leggera (“Finalmente ti si sente, quanto pensavi di stare in vacanza?”) come se mai si fosse compiuta quella tragedia, e come se mai si fosse spenta la vita dell’imprenditore lecchese. Pietro scrive al padre del rientro dalle ferie, la passione per l’Inter che accomuna figlio e genitore, del progetto di un’impresa per la produzione di pompe industriali “che ti daremo una mano a sviluppare”.
“So che non te lo dico mai, ma ti voglio bene. Ciao Pa”.

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