E’ Matteo Salvini, capogruppo del Carroccio al Comune di Milano, a darne subito annuncio in una gremitissima Sala Ticozzi: “La Lega si presenterà da sola alle prossime elezioni amministrative”. Una decisione presa dalla direzione nazionale del partito e svelata ai molti sostenitori che, venerdì sera, attendevano l’arrivo dell’ex ministro dell’interno, Roberto Maroni, nel capoluogo manzoniano. Dopo l’ultimatum di Umberto Bossi a Silvio Berlusconi (“Fai cadere Monti o Formigoni salta”), lanciato dal palco di Milano la scorsa settimana, si consolida quindi l’idea di una Lega lontana dal suo vecchio alleato Pdl e che “punta ad essere il primo partito del Nord”, come ha dichiarato Salvini tra i fragorosi battimani dei sostenitori.
In sala ad attendere l’ex ministro erano presenti, oltre ai numerosissimi simpatizzanti, anche tanti personaggi del panorama politico lecchese: tra gli altri, gli assessori provinciali Stefano Simonetti, Franco De Poi, Marco Benetti, i sindaci di Calolziocorte, Paolo Arrigoni, e di Ello, Elena Zambetti, insieme al presidente di IdroLario, Franco Almerico. Molti anche gli interventi che si sono susseguiti dal palco, con illustri ospiti come l’assessore lombardo all’agricoltura, Giulio De Capitani, e il capogruppo regionale organizzatore dell’evento, Stefano Galli, presentati dal segretario provinciale del partito e consigliere provinciale, Ferdinando Pucci Ceresa, che ha condotto la serata. Dalla sede nazionale è giunto a Lecco anche l’onorevole Gianluca Pini, autore del discusso emendamento per la responsabilità civile dei magistrati, approvato dalla Camera lo scorso giovedì.
Non poteva mancare all’appuntamento, il dirigente lecchese del Carroccio, Roberto Castelli: ” Sento aria di 92′, il partito ha la grande opportunità di rinnovarsi e dimostrare al nostro popolo che può tornare alla Lega dura e pura che combatte per l’indipendenza della Padania. Il primo passo lo abbiamo fatto, presentarci da soli ai nostri elettori; una sfida difficile che non abbiamo paura di raccogliere”.
Calorosi applausi hanno sostenuto gli interventi dei leader leghisti, ma una vera e propria ovazione ha accolto sul palco il principale ospite della serata: “Grazie a tutti. Vengo sempre volentieri a Lecco, ma questa volta con un piacere ancora maggiore, perché lego l’appuntamento di oggi ad un momento difficile che mi è toccato tre settimane fa – ha affermato Maroni riferendosi all’astensione dai comizi che il partito stava per imporgli, all’indomani del voto sugli arresti preventivi di Nicola Cosentino – Una vicenda che, fortunatamente, si è risolta nel migliore dei modi. La prima telefonata di sostegno che ho ricevuto è stata di Stefano Galli che mi ha ribadito l’intenzione di non annullare questa serata. E’ una vicenda che considero chiusa, grazie anche all’affetto dei militanti, i quali chiedono alla Lega di restare unita contro il centralismo. Noi siamo barbari sognanti, che combattono contro Roma, con il grande sogno di una Padania libera e indipendente”.
Maroni ha affrontato poi l’attuale situazione politica e i rapporti con il Pdl: “Siamo all’opposizione dopo tanti anni di governo. Io non rinnego l’esperienza passata e l’alleanza con Berlusconi. Come ministro del welfare e dell’interno, ho avuto la possibilità di fare tutto quello che era mio interesse fare: la riforma del mercato del lavoro realizzata con Marco Biagi, ucciso perché colpevole di voler fare riforme con un ministro della Lega, e la lotta alla mafia, con dati mai raggiunti da nessun altro governo. Ora siamo soli all’opposizione, ma sono soddisfatto di questa scelta perché finalmente abbiamo le mani libere da compromessi e possiamo affermare le nostre ricette ai problemi del nord. Anche perché l’attuale governo sta facendo tutto il contrario di quello che dovrebbe fare. Noi intanto dobbiamo recuperare, torniamo ai nostri principi e alle nostre origini, insieme al nostro leader Umberto Bossi, e nessuno potrà fermarci”. Grande l’abbraccio dei militanti che, a conclusione della serata, si sono stretti intorno all’ex ministro per ringrazialo della visita in città.
Nel frattempo, fuori dalla sala, si sfioravano momenti di tensione tra i sostenitori leghisti e alcuni contestatori di Qui Lecco Libera, un’associazione impegnata nella lotta alla mafia e alla mala politica, che protestava con alcuni striscioni. Protagonista indiscusso di questa fase è stato, senza dubbio, il segretario provinciale Ceresa: in una trasformazione degna del dottor Jekyll in Mr. Hyde, il segretario ha dismesso i panni del presentatore per indossare quelli del buttafuori, scacciando a “panciate” gli indesiderati. Il rito è terminato con il sostegno dei Giovani padani che hanno formato una catena umana a difesa della zona, intonando “canti tradizionali”; tra questi, spiccava il grido: “Comunista pezzo di merda” al quale non ha disdegnato di partecipare lo stesso Ceresa.