I dati della Camera di Commercio di Lecco per il primo trimestre 2019
Assunzioni: una su tre sarà per gli under 29
LECCO – Nel 1° trimestre 2019 le imprese della provincia di Lecco prevedono di effettuare 7.500 assunzioni: a cercare nuovo personale sarà il 21,3% delle aziende con almeno un dipendente. Lo dice l”ultima indagine Excelsior svolta mensilmente dalle Camere di Commercio
Secondo il report, nel 1° trimestre 2019, il 56,9% delle assunzioni di aziende lecchesi si concentrerà nel comparto industriale (4.270 nuovi contratti, di cui 390 riguarderanno le costruzioni).
Rispetto all’indagine precedente (relativa al periodo dicembre 2018-febbraio 2019) continua il calo della quota di nuovi ingressi nel terziario (dal 45,5% al 42,6%). In particolare, le nuove assunzioni previste saranno 850 nel commercio; 590 nel turismo; 1.790 negli altri servizi.
Nel mese di gennaio 2019, sulle 3.190 assunzioni programmate dalle imprese lecchesi la quota con contratto a tempo indeterminato cala al 32,4% (a dicembre era del 35,4%); Lecco scende dal primo al settimo posto tra le province lombarde (precedendo Pavia, Bergamo, Como, Brescia e Sondrio).
La quota delle nuove assunzioni a tempo indeterminato previste a gennaio è inferiore sia alla media lombarda che a quella nazionale (rispettivamente 36% e 33,9%). Rispetto a dicembre, rimane pressoché stabile la quota dei contratti di apprendistato (dal 7,3% al 7,2%), dato che si conferma superiore alla media lombarda e italiana (rispettivamente 5% e 6%).
Tornano a salire i contratti a tempo determinato (dal 51,6% al 58,3%, valore superiore alla media regionale, 55%, ma inferiore a quella nazionale, 57,4%). Diminuisce notevolmente la quota di assunzioni con altre forme contrattuali (dal 6% di dicembre al 2% di gennaio, valore inferiore a quelli lombardo e italiano, che si attestano entrambi intorno al 3%).
Assunzioni più stabili? Ecco in quali settori
Le assunzioni “stabili” si concentrano soprattutto nelle “costruzioni” (48,4%), nel “manifatturiero” (36,8%) e nei “servizi alle imprese” (34,6%): viceversa, “servizi alle persone”, “turismo” e “commercio” ricorrono maggiormente al tempo determinato (rispettivamente 72,8%, 69,5% e 57,7%).
Si mantiene elevato, anche se in deciso calo, il ricorso ad altre forme contrattuali nel “turismo” (13%, contro il 33,9% di dicembre).
Il 59,6% delle entrate programmate a gennaio riguarda imprese lecchesi con meno di 50 dipendenti; il 25,1% medie imprese; il 15,7% realtà imprenditoriali oltre 250 addetti1.
Dirigenti e personale laureato
Rispetto a dicembre, sale la quota di assunzioni riservate a figure “high skill” (dirigenti, specialisti e tecnici, dal 20,8% al 23,9%): ciononostante il valore è inferiore sia alla media regionale (30,1%) che a quella nazionale (26%) e la nostra provincia perde una posizione nella classifica regionale rispetto a dicembre, posizionandosi al settimo posto (preceduta da Milano, Monza, Varese, Pavia, Como e Bergamo).
Rispetto al mese scorso torna a salire la quota di assunzioni destinate a personale laureato (dal 13,2%, al 13,9% di novembre); la percentuale del nostro territorio, tuttavia, risulta inferiore sia alla media regionale (17,6%, in crescita rispetto al 15,6% di dicembre) che a quella nazionale (anch’essa in aumento dal 12,8% al 15,5%). Lecco si posiziona al quinto posto in Lombardia (era sesta), dietro a Milano, Monza, Pavia e Como (rispettivamente 24%, 17%, 14,6% e 14,2% dei nuovi ingressi previsti a gennaio).
I diplomati
In crescita anche la quota delle assunzioni che riguarderà diplomati (dal 69,1% al 71,4%: il 39,6% con diploma di scuola media superiore e il 31,8% di Istituto professionale), mentre cresce quella di risorse umane che hanno solo assolto all’obbligo scolastico (dal 17,9% al 18,5%); per quest’ultimo aspetto Lecco recupera comunque tre posizioni nella graduatoria delle province lombarde posizionandosi al secondo posto, dietro solo a Milano (13,6%, )
Lavoro, i profili più richiesti
Tra i profili maggiormente richiesti dalle nostre imprese spiccano soprattutto figure a media e bassa specializzazione, con la sola eccezione dei “tecnici in campo informatico e ingegneristico e della produzione” (190 nuovi ingressi previsti a gennaio); tra le figure più ricercate troviamo infatti “operai nelle attività metalmeccaniche ed elettromeccaniche” (690 nuove assunzioni), “personale di amministrazione, di segreteria e dei servizi generali” (240 persone) e “tecnici delle vendite e del marketing e della distribuzione commerciale” (240 nuovi ingressi).
I giovani
Rispetto a dicembre, torna a diminuire la quota delle assunzioni programmate che interesserà giovani con meno di 29 anni (dal 35,5% al 30,6%,) e a livello regionale la nostra provincia scende dalla seconda alla quinta posizione dietro a Sondrio, Cremona Milano e Bergamo (rispettivamente 33,6%, 32,5%, 31,3% e 31,1%); comunque il valore lecchese rimane superiore alla media nazionale e in linea con quella regionale (rispettivamente 29,1% e 30,7%, anch’esse in diminuzione rispetto alla scorsa indagine).
Per alcune famiglie professionali la quota di “under 29” è particolarmente consistente: “area produzione di beni ed erogazione del servizio” (29,1%, pari a 450 figure) “aree tecniche e della progettazione” (31,8%, pari a 160 persone) e “aree commerciali e della vendita” (25,7%, pari a 120 unità).
I profili meno presenti sul mercato
Altro focus dell’analisi concerne le figure professionali di difficile reperimento. La loro quota, pur restando consistente, risulta in diminuzione rispetto al mese di dicembre (dal 37,7% al 36,3% di gennaio); il dato si conferma però superiore sia alla media regionale che a quella nazionale (entrambe pari al 31%); pertanto, le nostre imprese continuano a manifestare, in media, maggiori difficoltà a reperire personale specializzato.
Il fenomeno è particolarmente sentito per determinate famiglie professionali: “area produzione di beni ed erogazione del servizio” (30%, pari a 460 figure), “aree tecniche e della progettazione” (54,3%, pari a 280 figure) e “aree commerciali e della vendita” (49,9%, pari a 230 unità). In particolare, le difficoltà di reperimento riguardano ben il 47,6% dei 440 laureati ricercati dalle imprese lecchesi: le motivazioni addotte dalle stesse sono in primis la scarsa preparazione dei candidati (17,1%) e il loro ridotto numero (16,4%).