L’amico Luigi Bosisio: “Romano era molto più che un semplice compagno di cordata”
Tino Albani: “E’ stato il miglior capocordata che abbia mai trovato. Un uomo eccezionale”
MERATE – E’ morto nella sua casa di Calco, dove viveva con la moglie Clara, l’alpinista meratese Romano Perego.
Ragno della Grignetta, socio del Cai Lecco, Accademico e membro del GHM – Groupe de Haute Montagne francese, Romano Perego è stato uno dei protagonisti della scena alpinistica mondiale negli anni ’60.
McKinley nel 1961 e la prima italiana della Nord dell’Eiger nel 1962 sono le spedizioni che lo hanno portato alla ribalta, anche se il suo carattere timido e taciturno non l’hanno mai portato ad apparire.
Sono tanti i ricordi degli alpinisti che si sono legati con lui.
Il grande amico Luigi “Bis” Bosisio
“Abbiamo cominciato ad arrampicare assieme nel 1964 e non abbiamo più smesso – la voce di Luigi Bosisio, per tutti Bis, è rotta dall’emozione -. Romano era molto più che un semplice compagno di cordata: stavamo bene assieme e la cosa più bella è che andavamo in montagna solo ed esclusivamente per divertirci”.
Accademico del Cai, socio del Cai Merate, da qualche anno Luigi Bosisio è stato ammesso nel gruppo Ragni “ad honorem”.
“Insieme abbiamo fatto tante salite importanti: alpinisticamente era fortissimo ed era eccezionale anche sotto il profilo umano. La sua caratteristica principale è sempre stata la modestia. Parlavamo poco tutti entrambi, ma ci capivamo con uno sguardo: in parete, anche senza aprir bocca, ognuno sapeva quello che stava facendo l’altro”.
Un affiatamento che andava al di là della passione per la montagna: “Usava pochissimi chiodi, era una cosa impressionante. Quando metteva le mani sulla roccia, sul volto gli si leggeva tutta la sua felicità”.
Accanto ai momenti belli ci sono state anche le difficoltà, Bosisio ricorda il brutto incidente alla Tofana di Rozes, erano i primi anni ’70: “Caddi e arrivai in testa a Romano, ma lui riuscì a tenermi – ricorda -. Non si perse d’animo e, nonostante fossi conciato, cominciammo a scendere. Lui aveva un profondo taglio in testa, io avevo traumi alla faccia e alla testa e perdevo sangue. Giunti alla base della parete gli chiesi come ero conciato… mi disse che avevo picchiato soltanto un po’ la faccia. A distanza di anni ci scherzavamo ancora su”.
Luigi e Romano, però, sono tornati ad arrampicare ancora assieme, come se non fosse successo nulla: “Era una persona stupenda e ho avuto la grande fortuna di poter passare tanto tempo con lui in montagna e non. In tanti anni non c’è mai stato uno screzio, una discussione… alla sola idea di non vederlo più in giro mi viene l’angoscia”.
Il ricordo di Tino Albani
“Romano è più giovane di me di qualche anno – ricorda Tino Albani -. Insieme abbiamo fatto parecchie salite difficili sulle Alpi e in Dolomiti a cavallo tra gli anni ’50 e ’60. Sono stato il suo secondo e siamo rimasti sempre in contatto”.
“Ricordo la ripetizione sulla Cassin alle Grandes Jorasses: io ero in cordata con Andrea Mellano e lui con Luigi Bosisio. Anche quando abbiamo fatto la sesta ripetizione della Bonatti al Petit Dru lui era con Bosisio e io con Angelino Zoia”.
“E’ stato uno dei migliori capocordata che abbia mai trovato – ricorda Albani – basti pensare che nel 1964 lui e Andrea Mellano sono stati i primi a fare le tre grandi Nord delle Alpi: Jorasses, Cervino e Eiger”.
Tino Albani ricorda gli inizi: entrambi meratesi approdarono alla grande scuola alpinistica lecchese: “Cominciammo ad andare in montagna con un meratese, Luigi Magni, che era iscritto al Cai Lecco. All’epoca noi eravamo al Cai Merate, ma conoscendo Magni e Augusto Corti siamo passati al Cai Lecco”.
La cordata Perego-Albani era molto avanti per l’epoca: “Negli anni ’57-’58 abbiamo fatto tante salite importanti in Dolomiti e Romano pochissime volte metteva chiodi. Era un liberista eccezionale e questo ci permetteva di salire in maniera veloce, cosa rara per l’epoca. Tra l’altro era fortissimo anche sul misto”.
“Eravamo una cordata affiata – conclude Albani – lui era taciturno mentre io ero quello che parlava, forse andavamo d’accordo proprio per questo. Sotto il profilo umano era una persona davvero eccezionale”.
Il messaggio dei Ragni della Grignetta
“Quest’oggi ci ha lasciati Romano Perego, uno dei più grandi fra i Ragni, un uomo che per tutti noi è stato un onore e un privilegio conoscere. Lo sappiamo, sono parole antiche, probabilmente un po’ usate e abusate, ma vi preghiamo di leggerle piano e assaporarle una per una. Non ce ne sono di più adatte ad esprimere i nostri sentimenti.Buon viaggio Romano!”