Roberto Marchesini ospite a Leggermente
Il filosofo ed etologo ha presentato il suo ultimo libro “Geometrie esistenziali”
LECCO – Il gioco tra gli animali, l’intelligenza, la diversità dei viventi: questi e altri i temi approfonditi dal filosofo, etologo e saggista Roberto Marchesini, ospite mercoledì sera in città nell’ambito del festival della lettura Leggermente di Assocultura Confcommercio Lecco.
Geometrie esistenziali
L’ultima fatica di Marchesini si intitola “Geometrie esistenziali. Le diverse abilità nel mondo animale” (Safarà Editore, 2018). Un “manuale di etologia di base che si legge come un documentario”, com’è stato definito, dove l’autore indaga il mondo animale e la sua infinita molteplicità, da sempre ispiratrice per l’uomo. Moderatore dell’intervento l’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Lecco Riccardo Mariani. Ad avviare le riflessioni una domanda: giocano davvero gli animali? Sì, per Marchesini. In maniera diversa, ovviamente. Ma gli animali non sono ‘macchine’: “C’è una differenza fondamentale tra gli animali e le macchine – ha spiegato – gli animali provano emozioni e hanno motivazioni. Gli animali sono portatori di emozioni, e sono motivati nei loro comportamenti. Noi siamo abituati a pensare che gli animali vogliano delle cose, non è così. Il gatto che rincorre il gomitolo non vuole il gomitolo, ma vuole rincorrere. La sua motivazione è l’azione del rincorrere. Tra le altre quella di esplorare. Per il cane una delle motivazioni più forti invece è quella di collaborare. L’aspetto motivazionale è al centro del gioco, che è anche coinvolgimento”.
Cultura urbana vs cultura rurale
“Se la motivazione è alla base del gioco – ha continuato Marchesini – dobbiamo ricordarci che più sotto c’è l’istinto. Con l’avvento della cultura urbana l’istinto si è sempre più perso anche negli animali, cane e gatto in particolar modo. E’ ovvio che un gatto sta meglio in campagna piuttosto che chiuso in casa dove ha pochi stimoli e non può esprimersi. Credo che la cultura urbana abbia buttato via tanto di quella rurale, cose importanti che si riflettono anche sull’inclusione sociale. Personalmente – ha detto – contesto il concetto di Welfare, che prevede una gerarchia di bisogni che non mi torna. Credo che nella vita la scala di bisogni sia diversa e molto più variegata di quello che il Welfare oggi come oggi prevede, e anche basata su un assunto non ancora condiviso da tutti: il benessere è nel movimento. E nella cultura rurale questo era molto più chiaro. Nella cultura urbana la rete sociale è molto fragile, si è persa quella pluralità di referenze che rendevano molto più solidi i rapporti ai tempi della cultura rurale, per fare un esempio: oggi sembrano esistere solo i genitori, invece ci sono anche i nonni, che però non devono sovrapporsi ai genitori, così come i genitori non devono essere scambiati per amici. Manca anche la compartecipazione dei bambini alle attività di famiglia, un tempo naturalissima: oggi sembra che a chiedere a un bimbo di aiutare a sparecchiare la tavola sia sfruttamento minorile, al contrario le persone trattano gli animali domestici alla stregua di bambini”. Le riflessioni si sono chiuse con un appello, quello di accettare la diversità, ‘meravigliosa caratteristica del mondo vivente di cui, comunque, facciamo parte”.
L’autore
Roberto Marchesini è filosofo, etologo e zooantropologo, direttore del Centro Studi Filosofia Postumanista e di Siua, Istituto di Formazione Zooantropologica. Sue oltre un centinaio di pubblicazioni nei campi della bioetica, della filosofia postumanista e dell’etologia filosofica. Scrive per diverse testate nazionali e tiene conferenze in tutto il mondo sul rapporto uomo-animale. Ha curato i notissimi dizionari bilingue Italiano/Cane (2010) e Italiano/Gatto (2009) rivoluzionando la comunicazione con cani e gatti.