L’esposizione presenta 80 immagini in bianco e nero della “fotografa di New York”
La mostra, allestita al Palazzo delle Paure, resterà aperta fino all’8 Settembre
LECCO – Inaugurata ieri, giovedì, al Palazzo delle Paure di Lecco, la mostra fotografica dedicata a Berenice Abbott (1898-1991) considerata “la fotografa di New York”.
La rassegna, curata da Anne Morin e Piero Pozzi, col patrocinio del Comune di Lecco, prodotta e realizzata da Di Chroma Photography e ViDi – Visit Different, presenta 80 fotografie in bianco e nero, che ripercorrono la sua carriera suddivise in tre sezioni: Ritratti, New York e Scienza.
“La mostra di Berenice Abbott – afferma Simona Piazza, Assessore alla cultura del Comune di Lecco – inaugura il secondo anno delle grandi mostre a Palazzo delle Paure, un’occasione unica per la nostra città di ammirare l’opera artistica della Abbott, una delle fotografe più conosciute al mondo, con ben 2775 passaggi nelle più importanti aste internazionali dal 1962. Non solo un’opportunità per l’intero territorio di poter vivere a casa propria questa esperienza, ma anche una nuova occasione per promuovere il turismo culturale nella nostra città”.
Il percorso espositivo si apre con i ritratti, realizzati a partire dal 1925 all’interno dello studio parigino di Man Ray, di cui fu assistente. Con queste fotografie, Berenice Abbott ottenne subito un grande successo, sia di critica che commerciale, al punto che entro un anno riuscì ad aprire un proprio atelier e a esporre le sue opere in galleria.
Tra gli scatti più riusciti vi sono quelli alla scrittrice Solita Solano, al fotografo Eugène Atget, all’attrice Dorothy Whitney, a Jean Cocteau o ancora, quello a James Joyce.
Tornata negli Stati Uniti nel 1929, Berenice Abbott abbandonò il tema del ritratto a causa delle pressioni economiche che seguirono la Grande Depressione, per dedicarsi alle fotografie di New York, di cui documentò i cambiamenti e la crescita come metropoli e che possono essere definite come i suoi lavori più riusciti. I primissimi scatti furono semplicemente degli appunti, colti con una piccola fotocamera, per poi essere tradotti, nel 1932, in grande formato grazie alla sua macchina Century Universal.
La mostra prosegue con la sezione dedicata alla scienza. Nel 1939, infatti, la Abbott iniziò il suo progetto più ambizioso. Credendo che i fenomeni scientifici fossero validi soggetti artistici, s’impegnò a dimostrare che la fotografia era il mezzo più adatto e qualificato per unire arte e scienza. Lavorò per oltre vent’anni in solitudine a questo progetto, fino a quando, nel 1958, il suo lavoro venne riconosciuto dal Physical Science Study Committee e venne assunta dal MIT – Massachussets Institute of Technology.
Chiude idealmente la rassegna, il documentario Berenice Abbott: A View of the 20th Century di Kay Weaver e Martha Wheelock (1992).
ORARI
Lunedì chiuso
Dal martedì al venerdì
dalle ore 09.30 alle ore 19.00
Sabato, domenica e festivi
dalle ore 10.00 alle ore 19.00
(Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura)
BIGLIETTI
Intero: €9,00
Ridotto: €7,00 (ragazzi dai 14 anni ai 18 anni, over 65, gruppi precostituiti di adulti oltre le 15 persone).
Scuole: €5,00
Bambini: (dai 6 anni ai 13 anni) €5,00
Gratuito: possessori Abbonamento Musei Lombardia Milano, giornalisti muniti di tesserino dell’Ordine dei Giornalisti con il bollino dell’anno in corso, accompagnatori gruppi adulti (uno per gruppo), accompagnatori scolaresche (due per gruppo), bambini fino ai 5 anni di età, visitatori disabili muniti di certificazione attestante un’invalidità superiore al 74%, accompagnatore del visitatore disabile (solo in caso di non autosufficienza).