OLGIATE MOLGORA – Non solo musica, birra, allegria, condivisione e beneficienza. La Sbiellata 2019 sarà completamente plastic free, ovvero sarà contraddistinta da un’attenzione all’ambiente e al consumo consapevole. Dopo aver illustrato in una conferenza stampa i contenuti dell’edizione ai nastri di partenza il 6 giugno, l’affiatato team della manifestazione sanzenese ha promosso giovedì sera un incontro di approfondimento per capire cosa si può fare e quale ruolo ognuno di noi può giocare nella vita di tutti i giorni per non restare soffocati dalla plastica. Il focus della serata, promossa in sala civica, è andato sulle 3R for Change, ovvero ridurre, riusare e riciclare per il cambiamento.
Luca Brusadelli ha spiegato come grazie all’impulso fornito da Alice Rigamonti e Verdiana Leoni sia stato possibile arrivare all’edizione plastic free. “Non è stato facile adottare questa soluzione anche perché i costi sono triplicati, ma siamo contenti di esserci riusciti”. Sul mercato sono state trovate delle soluzione capaci di mandare in soffitta la comoda e praticissima plastica, sostituita da prodotti in polpa di cellulosa, mater -bi, ingeo e cartoncino + mater bi. Sui tavoli della Sbiellata tutto, dai piatti, sia quelli da portata che da pizza ai bicchieri, passando per posate, vaschette della patatine e bastoncini del caffè, sarà quindi interamente biodegradabile e compostabile.
Le borracce della Sbiellata
E per le bottigliette d’acqua, finora non ancora completamente sostituibili in maniera bio, ci saranno le borracce ad hoc, destinate a diventare il gadget e il marchio dell’edizione numero 10 della Sbiellata.
Sponsorizzate dal Jacky pub di San Zeno, le borracce saranno in vendita durante la festa e saranno regalate a chi effettua una donazione di almeno 20 euro all’interno della campagna di Crowdfounding Gofundme. 3542 gli euro raccolti finora dallo staff della Sbiellata che ha potuto anche contare sul contributo di mille euro da parte del Comune di Olgiate Molgora.
Insieme all’associazione Simbio
In questa battaglia green, al fianco dei ragazzi di San Zeno, c’è anche l’associazione Simbio.“La Sbiellata ha dato la dimostrazione che qualcosa si può fare” ha puntualizzato Giovanni Balestrini, tenendo a sottolineare come “il problema non è la plastica in sé, ma l’utilizzo che se ne fa”.
Un argomentazione ribadita più volte durante la serata, in cui è emerso chiaramente il primo paradosso legato alla plastica, prodotto ideato per durare nel tempo e diventato poi invece l’emblema dell’usa e getta. Federica Guerrini, dottoranda al Politecnico, si è soffermata in particolar modo sulle tonnellate di plastica che ogni anno finiscono in mare: “Ogni minuto un camion di plastica finisce nel mare. Abbiamo un’infinità di rifiuti di questo genere che finiscono sui fondali e si frammentano. Gli animali restano ingabbiati dentro o scambiano la plastica per cibo ingerendola. Non solo ma diventa pure vettore di inquinanti andando anche ad alterare l’equilibrio dell’ecosistema marino”.
Uno scenario desolante e struggente, come le foto delle tartarughe marine intrappolate nei sacchetti, a cui si devono contrapporre politiche di contenimento della produzione di plastica e la ricerca e l’individuazione di nuovi materiali.
La plastica e i suoi tanti paradossi
Anche per Matteo Pelucchi, ricercatore al Politecnico di Milano intervenuto in seguito, la scienza ha una responsabilità sociale. “Il Politecnico di Milano, eccellenza italiana nel panorama internazionale della ricerca, sta lavorando molto, grazie anche al contributo di Eni, intorno al problema della plastica. E lo fa, ironia della sorte, all’interno di un dipartimento, quello di ingegneria chimica, dedicato a Giulio Natta, inventore del polipropilene isottatico che gli valse nel 1963, insieme a Karl Ziegler, il Nobel per la chimica”. Il nodo da risolvere è ora quello di “smaltire quello che lui ha creato”.
Riuscendo a mantenere un linguaggio comprensibile da tutti, Pelucchi ha poi spiegato come la plastica derivi dal petrolio, fonte che fornisce il 32% del fabbisogno energetico mondiale. “Inquina ed è tra le principali cause di surriscaldamento globale e come se non bastasse serve per produrre pure la plastica”.
Anche i rifiuti devono essere una risorsa
Un mercato, quest’ultimo, che, anche in Italia, produce fatturati importanti e occupa anche tantissime persone. “Il contributo maggiore lo dà il packaging. Peccato però che il 31% della plastica vada in discarica”. Finendo quindi a sua volta per inquinare. La svolta, per Pelucchi, può e deve arrivare attraverso la consapevolezza che anche i rifiuti sono una risorsa e quindi vanno sfruttati con intelligenza. Bisogna perciò spingere sulla produzione di materiali pensati appositamente per il riciclo, anche perché la Cina ha chiuso le porte ai rifiuti europei, rispedendo al mittente la questione ambientale.
Bisogna cioè creare un’economia circolare attraverso il riciclo chimico. “Non bisogna aver la pretesa di pensare che la nostra azione possa cambiare il mondo e bisogna sempre affidarsi ai numeri – la ricetta fornita, a fine serata, dal giovane ricercatore -. Il cambiamento climatico esiste e la terra non è piatta. Ci muoviamo sempre al limite di tempo massimo, ma c’è speranza di poter riuscire a salvare il pianeta”.
Fratangeli e la direttiva europea
L’assessore olgiatese Matteo Fratangeli, esponente della commissione politiche ambientali di Anci, ha invece spiegato i contenuti della direttiva europea sulla plastica che prevede il divieto dal 2021 di oggetti monouso in plastica come piatti, posate, bicchieri, cotton-fioc mentre per le bottiglie in plastica sarà prevista una componente di materiale riciclato non inferiore al 25% entro il 2025.
Ha parlato anche delle iniziative messe in campo dal Ministero dell’ambiente, come quella denominata Salvamare, grazie alla quale i pescatori potranno portare a terra, senza incorrere come oggi nel rischio di essere accusati di trasporto illecito di rifiuti, la plastica accidentalmente finita nelle loro reti. A chiudere la serata, l’intervento di Michele Canali, attivista di Legambiente, convinto dell’importanza di ridurre innanzitutto la nostra produzione giornaliera di rifiuti.