La dura condanna da parte dell’Asst di Lecco
“Vogliamo esprimere tutta la nostra solidarietà alla lavoratrice”
LECCO – Ha destato molta indignazione, salendo alla ribalta della cronaca nazionale, l’atto omofobo nei confronti di una dipendente dell’ospedale di Lecco che, sull’armadietto, si è ritrovata la scritta “Via di qua lesbica”.
Anche l’Asst di Lecco, guidata dal direttore generale Paolo Favini, ha condannato con fermezza il gesto.
“Vogliamo esprimere tutta la nostra solidarietà alla lavoratrice vittima di questi comportamenti vergognosi – ha scritto la direzione in una nota -. E’ assolutamente grave e sconfortante constatare che, al giorno d’oggi, una persona debba subire questi ignobili episodi per il proprio orientamento sessuale. Come Azienda, abbiamo a cuore il benessere di tutti i nostri dipendenti che sono la forza motrice delle nostre realtà ospedaliere, senza i quali non potremmo garantire cure e servizi di qualità a tutte le persone che, quotidianamente, decidono di affidarsi a noi. Proprio per questo, ci teniamo a ribadire che ogni atto omofobo e di razzismo, sia che avvenga tra i muri della nostra Azienda che fuori, deve essere assolutamente condannato con forza da ognuno di noi”.
Solidarietà anche da Cgil e Fp
“La Cgil Lecco e la Funzione Pubblica Cgil Lecco esprimono la loro solidarietà a Sabrina, la lavoratrice dell’Azienda Ospedaliera di Lecco che ha subito un gravissimo atto discriminatorio. Nell’auspicare che si faccia chiarezza, e che gli autori di questo gesto vengano scoperti e puniti, siamo preoccupati per il clima di intolleranza e violenza che ogni giorno cresce nell’intero Paese. Non passa giorno che si assista ad atti discriminatori e violenti contro le diversità.
Questo è un evidente segnale dell’imbarbarimento culturale che il nostro paese sta attraversando e al quale la società non può continuare ad assistere inerme. La prossima estate anche la nostra città vedrà l’organizzazione del gay pride, noi crediamo che questo importante appuntamento possa rappresentare per l’intera città un’importante occasione di riflessione e approfondimento per la lotta ai pregiudizi e per il superamento degli stereotipi culturali.
Il gravissimo atto di cui Sabrina è stata vittima rende esplicito un problema che esiste in tantissimi – troppi – luoghi di lavoro. L’abbattimento delle differenze e la tolleranza delle differenze, che siano di genere, di razza, di religione o come in questo caso di orientamento sessuale, sono ancora troppo presenti e al contempo troppo poco denunciate. Nel caso di due giorni fa la vittima è Sabrina, ma le vittime sono anche tutte quelle donne e quegli uomini che quotidianamente vedono lesa la loro dignità nel non poter liberamente esprimere il proprio orientamento o la propria idea. Questo episodio non può quindi essere ridotto al singolo caso, ma deve trovare una forte condanna sia da parte della società che dalle istituzioni”.