Lo scrittore, conduttore televisivo e sceneggiatore premiato sabato sera in Camera di Commercio
“I Promessi Sposi? Sono un grande romanzo noir storico”
LECCO – “Manzoni? Ottimo scrittore, con lui ho un rapporto bello. Considero i Promessi Sposi un grande romanzo noir storico, carico di suspance e colpi di scena”. E’ stato Carlo Lucarelli l’ospite della serata finale del Premio Letterario Alessandro Manzoni alla Carriera, ideato dall’Associazione 50&Più di Confcommercio Lecco con Assocultura, il Centro Nazionale di Studi Manzoniani e il Comune di Lecco.
Cornice dell’evento, come oramai da qualche anno, l’Auditorium della Camera di Commercio dove Lucarelli ha dialogato con Stefano Motta, membro della Giuria Tecnica che ha deciso l’assegnazione del Premio, e il giovane scrittore Mattia Corti.
Una serata ‘colorata’, com’è stata più volte definita, durante la quale Lucarelli ha parlato del suo rapporto col romanzo giallo e noir, dagli esordi fino alla fortunata serie del Commissario De Luca, passando dal mondo della televisione (Lucarelli è stato autore e conduttore dei programmi ‘Ministro in Blu’ (1998), ‘Blu Notte’, ‘Blu Notte Misteri Italiani’, ‘Lucarelli Racconta’ e ‘La Tredicesima ora’).
“Tra i miei maestri più importanti – ha raccontato Lucarelli – c’è sicuramente Giorgio Scerbanenco. Avevo circa 13 anni quando ho letto ‘I ragazzi del massacro’, ero a casa di mio nonno e mi annoiavo, ho trovato il libro nella sua libreria, ho letto la trama, mi sono incuriosito. Mi colpì il modo di scrivere, così chiaro e nitido, una storia che però mi veniva svelata piano piano, pagina dopo pagina”.
“Leggendo un romanzo giallo ti devi sentire inquieto. Mistero, suspance, paura, segreti sono gli elementi della sua ossatura, difficile da sviluppare. Fortunatamente non mi è mai capitato di dover ‘buttare via’ una storia, ho passato momenti fermi a cercare di capire come avrei risolto il mistero, poi l’ispirazione è sempre arrivata. Ad esempio, nel romanzo che sto scrivendo da mesi sono arrivato a capire solo ieri sera chi è l’assassino, ora posso continuare. Per fortuna, perché sono già in ritardo con la consegna!”.
Impossibile non ricordare i personaggi a cui lettori e pubblico si sono più affezionati nel tempo: “Si può dire che io abbia rubato tante carte di identità per scrivere i miei romanzi – ha raccontato – incontri, conoscenze, storie ascoltate, in qualche modo sono sempre state utili se no fondamentali. Se temo gli stereotipi dopo tanti anni di ‘giallo’? In verità io credo che tutto dipenda da come si scrive. Questo è forse noto come il genere più codificato di tutti, con regole precise, ma esiste una grammatica del giallo, un modo di scrivere che noi autori possiamo reinventare ed è quello che ho cercato di fare. Si può scrivere quello che si vuole se si è in grado di rispondere alla domanda ‘Perché l’ho scritto?'”.
Lucarelli ha parlato anche della funzione sociale – e storica – del giallo: “Il romanzo giallo ha la capacità di aprire le porte della storia, spesso i confini sono vicinissimi. Viviamo in un paese dove la storia ha avuto tanti risvolti ‘gialli’. Al contempo ci fa domandare ‘perché è così? Perché è accaduto quello che non avrebbe dovuto accadere? E noi cosa possiamo fare?’ quindi ha anche un importante compito sociale”.
Tradizionale, infine, la domanda su Alessandro Manzoni: “Ho un ottimo rapporto con questo autore, che ho sempre stimato. A scuola hanno cercato di rovinarlo, facendoci leggere I Promessi Sposi un pezzo alla volta, quando l’architettura stessa del romanzo, come ho scoperto diventato grande, incitava a scoprire il prima possibile come sarebbe andata a finire la storia. Per me oltre ad essere il romanzo storico, è un grande romanzo noir storico”.
Tra gli applausi del pubblico, al termine della serata Lucarelli ha ricevuto da Eugenio Milani, presidente di 50&Più di Confcommercio Lecco, il Premio Manzoni alla Carriera, per aver “in modo visibile perseguito e rappresentato ideali di alto impegno culturale e civile” con stile rigoroso e coinvolgente.
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