La mobilitazione delle coppie divise dal Coronavirus e che ancora non possono ricongiungersi
Il flash mob organizzato dal lecchese Stefano Gattinoni di fronte alla Scala: “Ci serve supporto e le istituzioni dovrebbero aiutarci di più”
LECCO – “Love Is Not Turism”, ovvero “L’amore non è turismo”. E’ questo lo slogan del movimento globale nato negli scorsi mesi e approdato anche in Italia che riunisce gli “innamorati di cittadini stranieri” impossibilitati, a causa della pandemia, a riabbracciare i propri compagni/e. Del movimento fa parte anche il lecchese Stefano Gattinoni che, lo scorso sabato, ha promosso e organizzato un flash mob in centro Milano per sensibilizzare cittadinanza e istituzioni sui disagi vissuti da chi, come lui, è costretto oramai da mesi a vivere a distanza la propria relazione sentimentale.
L’amore a distanza
Stefano, come ci ha raccontato, è fidanzato con una ragazza Argentina, Cecilia, che non vede dal 13 febbraio scorso. Il lockdown in Italia è finito da maggio ma nonostante ciò per venire in Italia gli ostacoli burocratici sono tantissimi. Pertanto, Stefano e la sua compagna dovranno aspettare ancora del tempo prima di potersi riabbracciare.
“Questa è la mia esperienza – ha detto Stefano – ma altre persone che ho avuto modo di conoscere attraverso il movimento che si è creato vivono situazioni ancora più allucinanti. Ci sono coppie che hanno i documenti di matrimonio pronti da mesi ma non possono sposarsi perché il matrimonio non rientra tra i ‘motivi di necessità’ previsti per il ricongiungimento. Chi poi proviene dai paesi della cosiddetta “lista nera”, ovvero ad alto rischio, non può tornare in Italia neanche per riabbracciare i propri figli. Per questo motivo ci siamo mobilitati, vogliamo che le istituzioni prendano sul serio il nostro problema e pensino ad una soluzione. Basterebbe un leggero allentamento delle restrizioni”.
Il flash mob a Milano
In questi mesi i membri di ‘Love Is Not Turism’ hanno organizzato una serie di movimentazioni nelle grandi città, allestendo delle postazioni con palloncini e distribuendo volantini sulla loro attività. Sabato scorso a Milano, di fronte al Teatro della Scala, si è svolto il flash mob organizzato dal lecchese: “Sono soddisfatto – ha commentato Stefano – l’iniziativa è andata bene, diverse persone si sono fermate chiedendoci informazioni e dandoci supporto, è importante sensibilizzare anche i cittadini, spesso questo problema – e il conseguente disagio – non viene considerato. Il nostro movimento è stato citato poco tempo fa per la prima volta dal Ministro Speranza – ha aggiunto – questo ci fa indubbiamente piacere, vuol dire che al Governo sanno della nostra esistenza ma non basta parlare, è ora di vedere qualcosa di concreto”.
Maggiore coordinamento tra le frontiere e meno burocrazia
“Chiediamo regole, precise, semplificazioni burocratiche e un maggiore coordinamento tra le frontiere: nel mio singolo caso, l’Italia permetterebbe l’ingresso della mia ragazza ma se lei dovesse transitare dalla Spagna sarebbe costretta a tornare indietro perché la Spagna rifiuta il transito di cittadini extra UE. A ciò, spesso, si aggiunge un mancato coordinamento anche tra le compagnie aeree – ha detto Stefano, che ha quindi concluso – noi siamo disposti a rispettare ogni norma di sicurezza igienico sanitaria per non creare contagi. Chiediamo però un intervento deciso da parte delle istituzioni”.