Un lungo applauso per “A Republica dei Mati”, spettacolo del Festival di teatro sospeso causa Dpcm

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Interpretazione magistrale dell’attore Gigi Mardegan di Satiro Teatro

Ronzinante Teatro: “Rimandati a data da destinarsi gli altri spettacoli del Festival. Chiuderci? Decisione ottusa del Governo”

MERATE – Si รจ concluso con un lungo e caloroso applausoย  lo spettacolo “A Republica dei Mati” andato in scena domenica in Auditorium nell’ambito della quinta edizione del festival nazionale di teatro, organizzata da Ronzinante e ora bloccata a causa delle restrizioni, che riguardano anche il mondo della cultura, contenute nel decreto del presidente del consiglio dei ministri approvato proprio domenica.

Ultimo spettacolo prima del Dpcm

“Al momento abbiamo deciso di rinviare a data da destinarsi i rimanenti spettacoli della rassegna ma lโ€™intenzione รจ quella di proseguire da gennaio, o comunque non appena sarร  possibile ripristinare lโ€™accesso agli spettacoli – fa sapere il presidente Emiliano Zatelli – . A tale proposito Ronzinante Teatro ha espresso profonda amarezza per una ottusa decisione del Governo di chiudere attivitร  (quelle di cinema e teatri) che fino ad oggi e, sicuramente, piรน di tante altre categorie, hanno adempito in modo esemplare alle disposizioni e normative sanitarie.ย  Senza dimenticare che il benessere psichico derivante dalla cultura contribuisce in maniera essenziale al benessere fisico, di cui oggi piรน che mai, cโ€™รจ necessitร . Ma, tantโ€™รจ: ecco il teatro, questo mondo a parte con regole tutte sue ed eccezioni che possono essere meravigliose da applicare.ย  E il teatro ha fatto ancora una volta il suo dovere e ha saputo compiere il miracolo di cui รจ capace. Tutto perfetto.ย  E in attesa di poter ricominciare: sipario”.

La magia del teatro

Giร , il sipario. Quello che si รจ chiuso domenica in Auditorium lasciando negli spettatori tanti riflessioni e contenuti da portarsi a casa. “Una delle cose belle del teatro (di quelle che speriamo possano esserci restituite presto, quando questa recrudescenza pandemica sarร  – definitivamente, confidiamo – terminata) รจ che a volte la scena giร  parla da sola, prima ancora che un attore pronunci la prima battuta” continuano gli organizzatori di Ronzinante. Ed รจ quello che รจ successo con lo spettacolo della compagnia Il Satiro Teatro di Trevisoย  che ha visto in regia Roberto Cuppone, anche autore del testo, con Gigi Mardegan.

Il mato de guera

“โ€จLo spettacolo inizia per la veritร  con una breve scena introduttiva a sipario chiuso, ma quando la tela si apre giร  siamo appunto a Treviso, in Vicolo dellโ€™Oro, quartiere San Nicolรฒ, grazie alla grande riproduzione di una fotografia di ottantโ€™anni fa in cui lโ€™acciottolato che si perde nella prospettiva della strada avvolge il protagonista e dร  lโ€™impressione di allungarsi sino alla platea. Lรฌ, in quello che potrebbe essere uno slargo, o una piazzetta, ecco il โ€œmato de gueraโ€ che – vestito di stracci, caschetto da ciclista – racconta di sรฉ attraverso una pagina di storia che si impernia sรฌ sul 18 aprile 1948, giorno dellโ€™elezione del primo parlamento della Repubblica, ma si allarga per raccontare violenze, stragi, torture di prima e durante il conflitto (il fascismo, la disastrosa ritirata tedesca, le centinaia di eccidi di civili) e di dopo (le vendette, spesso sommarie, che dalla marca trevigiana arrivarono a raggiungere il triangolo rosso dellโ€™Emilia)”.

Un’interpretazione superba

Un’interpretazione, quella di Mardegan, che รจ piaciuta e ha convinto. “Bravissimo il protagonista del monologo, capace di reggere il peso non indifferente delle parole che si trova a pronunciare. Bravissimo anche per โ€œcomeโ€ lo fa: mulinando – ora furiosamente ora quasi danzando – le sue pedalate sulla bicicletta-carretto da cui di tanto in tanto scende ed estrae oggetti che mai sono casuali e che reggono con altrettanta forza la messa in scena: cappelli (da prete e da carabiniere, il fez fascista), poi una vecchia stadera, il trombone ammaccato di un grammofono, un impermeabile sporco e a pezzi, un ceppo, una mannaia, una gabbia per uccellini da richiamo”.

Uno spettacolo capace di scavare in profonditร 

“Il sapiente uso delle luci, che ingigantiscono lโ€™ombra del ciclista folle e straccione, ma anche portatore di profonde veritร  (โ€œi matti non dicono bugieโ€, sentenzia a un certo punto) dร  ulteriore forma a uno spettacolo che dura poco piรน di unโ€™ora ma sembra estendere il proprio potere molto piรน in lร . E si allarga infatti sino allโ€™ultima toccante scena in cui Mardegan – pur continuando a rimanere solo sul palco – riesce a instaurare un dialogo con un ospite invisibile che nelle mani (o sulle labbra) di un attore meno bravo sarebbe potuto essere pericolosamente didascalico, e che invece diventa riassunto, sentenza, monito ed ereditร  che gli spettatori possono portarsi a casa per meditarci sopra e provare a non dimenticare. โ€จIl pubblico (nonostante questi tempi difficili presente nei limiti della capienza concessa) coglie, recepisce, e chiude la serata con un applauso lungo e intenso, che arriva a commuovere il protagonista e a fargli dire qualche parola di ringraziamento alla fine, fatto quantomeno inconsueto nel contesto teatrale, dove normalmente รจ lo spettacolo a dover parlare per sรฉ”.