Passata la mozione di sfiducia al sindaco di Galbiate, Pier Giovanni Montanelli
Sette voti contro il primo cittadino. Ora dovrà essere nominato un commissario
GALBIATE – Sette voti a favore: mozione di sfiducia approvata. Si è conclusa così, ieri sera all’ora di cena, l’ultima amministrazione comunale di Galbiate. ‘Cade’ il sindaco Pier Giovanni Montanelli eletto solo un anno e mezzo fa, nel maggio del 2019, con la civica di centrosinistra ‘Agenda Galbiate’.
Aveva incassato l’80% dei voti contro lo sfidante Giovanni La Colla del Movimento Cinque Stelle. Un ampio consenso elettorale non sufficiente a tenere in piedi la maggioranza che dalla scorsa primavera aveva mostrato segni di cedimento.
Una crisi innescata a maggio, con l’uscita dal gruppo dell’allora assessore Cristina Tentori dopo che il primo cittadino le aveva tolto le deleghe, e palesata nelle recenti votazioni del DUP dove la maggioranza è andata ‘sotto’ con cinque voti favorevoli e sette astensioni.
Sette, come i voti che hanno decretato la fine dell’attuale esperienza amministrativa: hanno votato per la sfiducia il Movimento Cinque Stelle, promotore della mozione, con i suoi quattro consiglieri, il gruppo Galbiate Cambia fondato da Cristina e Alessandro Tentori, per la sfiducia anche il consigliere Andrea Rusconi di Agenda Galbiate.
Vani gli appelli arrivati da più parti negli ultimi giorni (dall’on. Fragomeli del Pd, dall’ex sindaco Negri, dal sindaco Rusconi di Valmadrera e anche dalla segretaria provinciale della Lega) affinché si desse continuità all’amministrazione comunale in questo momento di emergenza sanitaria.
“Hanno tentato di farci passare per cattivoni – è intervenuto La Colla del M5S – dal punto di vista umano non abbiamo nulla contro il sindaco Montanelli, ma da consiglieri comunali dobbiamo guardare all’interesse dei nostri cittadini. In un solo anno e mezzo, da solo ha fatto implodere la propria maggioranza, nulla è dipeso dall’opposizione, la responsabilità è interamente imputabile al suo modo di fare politica. Per fare il sindaco servono doti fondamentali: la capacità di mediazione, di ascolto ma anche umiltà”.
“Non farò una lista degli errori fatti perché il sindaco già li conosce – ha detto l’ex assessore Tentori – ci troviamo a discutere solo perché con senso di responsabilità non abbiamo bocciato il bilancio, altrimenti non saremmo neppure qui questa sera”.
Le critiche al Dup, la mancata convocazione delle commissioni consiliari sono alcune delle motivazioni che hanno convito le opposizioni a insistere sulla sfiducia.
“C’è stata una mancanza di condivisione, problemi di metodo e di democrazia – ha sottolineato il consigliere Rusconi – che hanno reso inutile l’apporto dei consiglieri. Tante volte ci siamo sentiti così. La questione cruciale è la difesa dei diritti dei cittadini”.
La maggioranza cade, ma non senza rivendicazioni rispetto ai tentativi di ricucire la ferita: ”I cittadini si chiedono come sia possibile che, in una situazione di emergenza come questa, ci troviamo per discutere una mozione di sfiducia – è intervenuto il consigliere Matteo Magni – Da parte nostra sono stati molteplici i passi fatti per gestire una situazione delicata che arrecherà danno ai cittadini”.
“Tutti i tentativi di approccio si sono rivelati inutili. C’è chi da subito ha risposto picche, altri nemmeno hanno risposto al telefono. Le motivazioni politiche dietro a questa sfiducia sono inconsistenti, c’è solo un mero desiderio di rivalsa. Noi siamo in pace con la nostra coscienza. Abbiamo sempre operato cercando di fare per il meglio”.