Leggere l’alpinismo attraverso le guide di arrampicata
“Ognuna di queste salite ci ha permesso di tornare a storie incredibili”
LECCO – Una vera e propria chicca. La 10^ edizione di Monti Sorgenti si è aperta oggi, 29 aprile, con l’inaugurazione della mostra “Raccontare le vie. Disegni e parole al servizio degli scalatori” curata da Alberto Benini e Pietro Corti e allestita nelle sale espositive della Torre Viscontea in piazza XX Settembre. E se il buon giorno si vede dal mattino, gli organizzatori della rassegna dedicata alla montagna, guidati dal coordinatore Emilio Aldeghi, hanno fatto bene a correre il rischio di organizzare questo atteso evento in piena pandemia senza alcuna certezza di veder i propri sforzi ripagati dalla presenza del pubblico.
“L’inizio di questa zona gialla ha premiato la tenacia di Monti Sorgenti – ha detto il sindaco Mauro Gattinoni -. Oggi apriamo una via in questo post covid e lo facciamo in stile alpino. La valorizzazione delle nostre montagne vive di cultura e il legame tra montagna e città può dare slancio e un rapido impulso per sviluppare un’economia della montagna che passa anche dal turismo. Non un turismo di massa, ma un turismo intelligente, attento, curioso e rispettoso”.
Concetti sottolineati anche dall’assessore alla cultura e vice sindaco Simona Piazza: “Monti Sorgenti rappresenta l’inizio di un nuovo cammino che si inserisce in un programma condiviso che consentirà alla cultura di tornare al centro. Insieme possiamo raggiungere una vetta dove ammirare una città cambiata”.
Alberto Pirovano, presidente del Cai Lecco, organizzatore dell’evento insieme a Fondazione Cassin e Ragni della Grignetta ha definito questa 10^ edizione di Monti Sorgenti “quasi un miracolo. Partiamo con maggior entusiasmo con una rassegna che è stata capace di reinventarsi facendo di necessità virtù, proprio come hanno sempre saputo fare i lecchesi. E’ un orgoglio ripartire dalla montagna con una mostra che comincia dalle vecchie guide testuali che riportavano solo qualche schizzo per arrivare alle guide più moderne di cui Pietro Corti è stato un maestro. C’è un mondo in questa narrazione che porta con sé una certa poesia. Dopo aver visto questa mostra, quando apriremo una guida la guarderemo con occhi diversi”.
Il coordinatore Emilio Aldeghi ha sottolineato l’impegno fondamentale degli sponsor in un momento così difficile e l’appoggio delle istituzione: “Non è stata una impresa facile ma quello che conta è che oggi siamo qui”. Anche quest’anno l’artista lecchese Bruno Biffi ha proposto una incisione legata al Resegone che accompagnerà la rassegna nei momenti più importanti (l’incisione dell’anno scorso fu messa all’asta per donare fondi all’ospedale).
La mostra – “Raccontare le vie. Disegni e parole al servizio degli scalatori”
Veniamo alla mostra, una vera e propria chicca dicevamo in apertura di articolo. Un sorta di ricerca archeologica tra le guide di arrampicata, dagli albori fino ai giorni nostri. Seppur in scala piccola e locale è un lavoro unico nel suo genere che si concentra su tre grandi vie di scalata che non hanno bisogno di presentazioni: la Cresta Segantini, (1905), il Sigaro (1915), il Pilastro Rosso (1975). Un fantastico viaggio attraverso la storia dell’alpinismo, seguendo le linee delle relazioni tecniche che hanno tracciato nero su bianco alcune tra le più celebri vie in Grigna.
“Guide che spiegano le vie di arrampicata con un linguaggio tecnico ma nelle cui pieghe si nascondono un sacco di aneddoti. Mettendo insieme, date, nomi dei primi salitori, dettagli tecnici e numeri, attraverso ogni singola ascensione viene fuori il racconto della storia dell’alpinismo nei diversi periodi – hanno detto Alberto Benini e Pietro Corti -. Una ricerca sicuramente non semplice ma che ci ha incuriosito e divertito parecchio. Abbiamo scavato nell’ambiente lecchese e questo è stato un grande stimolo. Ognuna di queste salite ci ha permesso di tornare a storie incredibili”.
Un’idea nuova e interessante che prova a mostrare come in più di cento anni sia cambiato il modo di raccontare con questo incrocio di parole, numeri, simboli e immagini che è tipico delle guide di arrampicata. Una mostra tutta da gustare, dove fare attenzione ai particolari perché nulla è casuale, dove anche l’aspetto grafico dei pannelli (studiato da Marta Cassin) svolge un ruolo fondamentale. E se state pensando che sia una mostra riservata agli addetti ai lavori vi state sbagliando di grosso…