RUBRICA – Un saluto a tutti e benvenuti nel magico mondo degli scacchi, eh sì magico in quanto questo gioco accompagna gli umani fin dalla notte dei tempi. Sono stati rinvenuti dei pezzi di scacchi datati al sesto secolo dopo Cristo, quindi è un gioco con una storia antichissima ma anche molto attuale, basta pensare alle possibilità che abbiamo oggi attraverso i mezzi di comunicazione informatici di giocare a scacchi con tutto il mondo.
Per giocare bisogna solo apprendere le regole e armarsi di una scacchiera con lettere e numeri e dopo i primi passi la scacchiera diventa una sorta di lampada di Aladino e fa uscire il genio che c’è in noi. Sì perchè il godimento maggiore è la creatività, siamo noi che creiamo quello che ci appare sulla scacchiera e non esiste una partita uguale all’altra, lo possiamo affermare con sicurezza; basta una mossa diversa e le possibilità si moltiplicano in maniera esponenziale. Molti pensano che per giocare a scacchi ci vuole un cervello di qualche etto superiore alla media ma non è vero basta solo qualche chilo di buona volontà!. Tutti possono giocare uomini, donne, ragazzini e ragazzine indifferentemente dalla loro età . Da questo a diventare dei campioni ce ne vuole , ma pensate a coloro che lo sono diventati anche loro hanno avuto un inizio, magari un poco titubante e pieno di dubbi ma non si sono arresi!
Molto scalpore ha fatto la mini serie televisiva “La Regina degli scacchi”,creata da Scott Frank e Alan Scott, andata in onda in streaming su Nexflit dal 23 ottobre 2020. La serie è tratta dall’omonimo libro del 1983 di Walter Trevis il cui titolo originale è “The Qeen’s Gambit” ovvero sia il “Gambetto di Donna” che è un’apertura degli scacchi.
La trama parla di una ragazzina prodigio degli scacchi di nome Beth Harmon. La serie è ambientata negli anni 50 in un orfanotrofio Americano dove la ragazzina apprende il gioco dal custode e via via esplora la crescita della ragazza sia come giocatrice di scacchi sia come donna dagli otto ai ventidue anni. La crescita con gli scacchi la porta a partecipare a tornei e addirittura a sfidare il Campione Mondiale russo che verrà battuto da Beth a Mosca.
Senza dubbio il mettere a confronto il mondo maschile con quello femminile sopratutto nello sport è piuttosto difficile, ma esaminiamo bene il concetto da diversi punti di vista. Se parliamo di sport agonistici potremmo dire che fisicamente il confronto ovviamente, anche per la struttura e la forza fisica, è a favore dei maschi ma se parliamo di intelletto qui la faccenda si complica, in quanto le femmine non sono assolutamente inferiori ai maschi anzi in tanti campi sono migliori. Come è già stato dimostrato proprio negli scacchi dalle sorelle Polgar, un adeguato allenamento ed una partecipazione alla socialità di mondi che fino a poco tempo fa erano per tradizione solo prettamente maschili, dando alle donne la stessa possibilità degli uomini, il confronto è possibile e sopratutto pari.
Nando Franceschetti
Delegato Coni Federazione Scacchistica Italiana(FSI) per la provincia di Lecco
Istruttore Federale di scacchi